Lieto fine per David Wojnarowicz. Ora il suo video è al MoMa

di Redazione Commenta

Sul surreale e drammatico atto di censura operato dalla Smithsonian Portrait Gallery di Washington DC nel corso della mostra Hide/Seek ai danni di David Wojnarowicz abbiamo scritto numerosi articoli. Abbiamo inoltre intervistato Michael Iacovone e Mike Blasenstein (cogliamo l’occasione per rimandarvi all’interessante articolo), artisti/manifestanti che si sono introdotti negli spazi museali ritrasmettendo tramite un iPad il video A Fire In My Belly.

Oggi vorremmo aggiungere un lieto capitolo a questa triste vicenda. Come dicevamo al gesto di Iacovone e Blasenstein ha fatto seguito una dura ritorsione da parte dei vertici del museo ma come logico questa ritorsione ha scatenato numerose manifestazioni di solidarietà. Alcuni degli artisti partecipanti alla mostra hanno addirittura chiesto allo Smithsonian di poter ritirare il proprio lavoro dall’evento Un ulteriore appoggio alla causa Wojnarowicz è giunto in questi ultimi giorni e a lanciarlo è stato nientemeno che Glenn D. Lowry, direttore del MoMa di New York. Lowry ha infatti annunciato di aver acquisito sia la versione di 13 minuti di A Fire In My Belly, sia quella di 7 minuti editata da Wojnarowicz in persona. L’acquisizione è stata portata a termine grazie alla galleria newyorchese PPOW che attualmente detiene l’eredità creativa del grande e sfortunato artista.

Dopo esser entrato in possesso della nuova opera in collezione il MoMa non ha certo perso tempo ed ha subito inserito A Fire In My Belly nella mostra Contemporary Art from the Collection, attualmente in visione ed in permanenza fino al prossimo 9 maggio 2011. Le due versioni del video sono rese al pubblico tramite una proiezione in loop e fanno buona compagnia ad altre opere di nomi quali General Idea, Guerrilla Girls, David Hammons e Bruce Nauman. L’acquisto dell’opera è stato finalizzato durante una riunione del comitato esecutivo del museo conclusasi lo scorso 12 gennaio, quindi parliamo di una notizia fresca fresca.

Insomma noi di Globartmag possiamo cantar vittoria, Wojnarowicz è finalmente riuscito a prendersi una rivincita, postuma, ma pur sempre importante. Bisogna però rimanere con la guardia ben alzata, la censura è un male che può colpire ovunque ed in qualsiasi momento.

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