In meno di un mese il mondo dell’arte ha assistito a due vere e proprie rivoluzioni. Forse prese singolarmente a molti sono sembrate due chicche senz’altro innovative ma pur sempre delle trovate. Ed invece queste due nuove piattaforme internazionali possono esser viste all’interno di un scenario ben più articolato che innegabilmente trasformerà il nostro modo di fruire l’arte. Tutto è iniziato con la Vip Art Fair, la prima fiera dell’arte contemporanea completamente online.

Certo questa nuova manifestazione di mercato ha dovuto fare i conti con dei problemi tecnici riguardanti la velocità di connessione ma tutto è stato causato dall’estremo interesse del pubblico in questa nuova alternativa alla comune fiera d’arte. alla VIP qualcuno ha venduto bene come David Zwirner che ha piazzato la scultura Mary Magdalene (Infinity)di Chris Ofili per 375,000 dollari, mentre altri come Lehmann Maupin Gallery non hanno combinato granchè a causa della lentezza della connessione ed hanno chiesto un parziale rimborso agli organizzatori. I vertici della VIP parlano comunque di 6 milioni di accessi alle opere in fiera. L’altra grande rivoluzione degli ultimi giorni è il tanto attesto Google Art Project, nuova piattaforma dei volponi di Mountan View sviluppata in collaborazione con 17 musei internazionali di grande caratura. Google Art Project permette a tutti di effettuare una visita virtuale di un grande museo e di ammirare 1000 tra le più grandi opere di tutte le epoche fin nei minimi dettagli. Queste due nuove possibilità di approccio all’arte in modalità virtuale rappresentano un ulteriore passo verso un ancor più grande utilizzo delle tecnologie digitali.

Basti notare la velocità con cui molte istituzioni museali hanno adottato smartphones e tablets per offrire nuove prospettive ai loro sempre più esigenti visitatori. L’arte entrerà forse nel vortice dell’Augmented Reality? Questo è possibile o forse è solo una moda del momento ma è chiaro che già da moltissimi anni si parla di realtà virtuale in relazione al mondo della creatività. Noi comunque rimaniamo tifosi dell’arte fruita dal vivo, delle sale calpestabili e dei colori veri, non quelli offerti dai più sofisticati display.

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