La Cina cancella la grande retrospettiva dedicata ad Ai Weiwei

di Redazione Commenta

Censure, censure ed ancora censure. Il mondo dell’arte contemporanea internazionale non sembra voler concedere ai suoi più grandi protagonisti quella libertà creativa necessaria per per dar sfogo a tutto il loro potenziale espressivo. Anche questa volta ad esser chiamato in causa è il nostro eroe senza macchia e senza paura Ai Weiwei che dopo percosse, minacce e vessazioni ha ricevuto l’ennesimo colpo basso da parte dei dittatori dell’arte. Cosa ancor più sbalorditiva è che le censure provengono da una nazione che dovrebbe portarlo in gloria in tutto il mondo, vale a dire la madre patria Cina.

Il nostro eroe aveva già preparato una grande retrospettiva all’UCCA di Pechino, che secondo i piani prestabiliti doveva svolgersi il prossimo marzo 2011. Qualcosa però è andato storto e come volevasi dimostrare le autorità cinesi hanno esercitato numerose pressioni sull’artista, convincendolo a desistere dalla nobile impresa. Il direttore della UCCA, Vivienne Li, raggiunta dalla AFP avrebbe parlato di un periodo politicamente complicato ed una situazione quindi non adatta al regolare svolgimento della manifestazioni. A noi queste parole suonano come l’ennesimo crimine ai danni di un artista che ha praticamente traghettato il suo paese nel mondo dell’arte contemporanea. Nemo propheta in patria è quindi il motto proverbiale più consono per definire le ormai tristemente note vicende del povero Weiwei. L’attivismo del caleidoscopico artista ai danni del partito comunista cinese è forse il casus belli che ha generato un’insensata spirale di ritorsioni.

Ricordiamo infatti che in varie occasioni la Cina ha temporaneamente negato ad Ai Weiwei la libertà di movimento al di fuori della nazione e lo ha fatto in concomitanza con alcuni importanti eventi a cui l’artista avrebbe dovuto presenziare. Fra tutte queste brutte vicende però, negare una retrospettiva al più fulgido dei talenti nazionali a noi suona come un tremendo autogol. Speriamo solo che in futuro le autorità comprendano l’estrema importanza di una figura come quella di Ai Weiwei, artista e messaggero di pace.

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