L’artista come il Rishi, una mostra sulla rappresentazione del “sacro” nell’arte contemporanea

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Frutto della sinergia tra il Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, Sala 1 – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Bibliothè – Bhagavat Atheneum e l’associazione ASIA, la mostra L’artista come Rishi che inaugura il 5 maggio a Roma si interroga sulla rappresentazione del “sacro” nell’arte contemporanea, indagando relazioni e compatibilità tra esperienza artistica e conoscenza ultrasensibile; convergenza tra pensiero occidentale e orientale alla luce di una “metafisica unitaria”, ora di matrice laica ora religiosa, che come una corrente invisibile attraversando ogni civiltà e a distanza di molti secoli, ancora oggi ispira l’uomo nel suo desiderio di evoluzione.

L’artista come il Rishi, il veggente della tradizione vedica, può accedere a un mondo non confinato nei limiti percettivi dei sensi e della mente, ma quale gradazione ininterrotta di “piani segreti”: dall’Uno al Tutto, dalle tenebre alla luce, dal microcosmo al macrocosmo. L’esposizione L’artista come Rishi presenta le opere di Andrea Aquilanti, Minou Amirsolemaini, Enzo Barchi, Alighiero Boetti, Trina Boyer, Alessandro Cannistrà, Rupa Chordia, Stefano Cioffi, Bruno Ceccobelli, Laura Cionci, Gino De Dominicis, Baldo Diodato, Nyima Dhondup/Livia Liverani, Davide Orlandi Dormino, Stefania Fabrizi, Maimuna Feroze Nana, Gonkar Gyatso, Uemon Ikeda, Emilio Leofreddi, Massimo Livadiotti, Patrizia Molinari, Simona Morgantini, Melina Nicolaides, Anna Onesti, Luigi Ontani, Franco Ottavianelli, Anna Paparatti, Alberto Parres, Paola Parlato, Ketna Patel, Drugu Chegysal Rinpoche, Jack Sal, Samagra (Anna Maria Colucci), Silvia Serenari, Sodhon, Silvia Stucky, Naoya Takahara, Tarshito.

Artisti selezionati dagli anni Settanta alla contemporaneità più recente, diversi per provenienza geografico-culturale (dall’occidente all’estremo oriente), generazione, stile e linguaggio, le cui opere in prevalenza figurative affiancano altre, aniconiche. Un gioco di rimandi e attraversamenti che innesca inediti confronti tra culture; genera impercettibili legami fra creazioni di artisti accomunati dal medesimo fil rouge: il misticismo come terreno comune di tutte le religioni in ogni epoca della storia o la filosofia vissuta non come arido esercizio intellettuale, ma in quanto motore del processo creativo.

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