Cyprien Gaillard si sbronza e perde la faccia

di Redazione Commenta

Nel corso dei vari esperimenti di Land Art del passato, molti artisti erano soliti lasciar “distruggere” la loro opera dalle forze della natura. In seguito altre menti creative si sono cimentati nella produzione di opere momentanee. Oggi però vorremmo parlarvi di Cyprien Gaillard, artista decisamente meno illuminato rispetto ai suoi predecessori che ha recentemente creato un’opera temporanea la quale  ha coinvolto il pubblico in una maniera alquanto insolita.

L’artista è attualmente protagonista assoluto di The Recovery of Discovery, mostra personale al KW Institute for contemporary Art di Berlino (27 marzo – 22 maggio 201). In occasione del prestigioso evento, Gaillard ha pensato ad una sorta di monumento destinato a sparire grazie all’aiuto dei visitatori. L’opera in questione è una sorta di piramide a gradoni costituita da cartoni pieni di bottiglie di birra.

I cartoni sono stati gradualmente saccheggiati dal pubblico che, in una sorta di atto “catartico” collettivo, si è praticamente ubriacato con fiumi di ottima birra. “Con il progressivo disfacimento della scultura, l’alcol ingerito dai visitatori ha distrutto sia il corpo che la mente. ” così recita il comunicato stampa della mostra ma gli ottimi intenti dell’evento si sono trasformati in una pantomima senza precedenti. La sera dell’opening  il pubblico presente ha scalato la piramide e l’ha man mano distrutta bevendo birra e chiacchierando allegramente, praticamente quello che succede ad ogni opening di arte contemporanea.

Per la birra, Gaillard ha fatto spendere al museo circa 40.000 euro e durante un’intervista ad ArtStars TV ha scelleratamente dichiarato di “aver creato un’opera sull’arte del bere“, in seguito ha chiesto alla giornalista che lo intervistava di togliersi la maglietta e mostrare i seni davanti la videocamera. Solo alla fine qualcuno è intervenuto per riportare il gagliardo Gaillard sulla retta via e l’artista ha quindi proposto un’ancor più ridicola esegesi della sua opera. Forse era ubriaco anche lui, sta di fatto che il voler trasformare in arte degli eventi di puro spettacolo è ormai una pratica largamente diffusa. Ed il bello è che molti critici e curatori si sbracciano per cercare appigli filosofici in grado di salvare questi baracconi circensi.

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