Il grado zero dello sguardo. Primo naufragio: cinema e arti visive

di Redazione Commenta

Fin dalla sua nascita, il cinema ha costantemente cercato un confronto serrato con le altre arti. All’opposto, le immagini in movimento hanno modificato in modo decisivo lo sguardo sul mondo misurando le proprie ricerche col cinema. Proprio questo “contagio” vuole essere il terreno dell’evento Il grado zero dello sguardo. Primo naufragio: cinema e arti visive che aprirà il 13 luglio al Museo Laboratorio – Ex Manifattura Tabacchi di Città Sant?angelo.

Il progetto Il grado zero dello sguardo non intende analizzare la complessità di questo intreccio, ma vuole mostrare alcune interazioni possibili tra opere d’arte visive-plastiche e film. La mostra è pensata come una costellazione di luoghi, nei quali si espongono delle relazioni, delle intermediazioni: un film, un’opera, un concetto agiscono tra loro per proporre al visitatore un percorso critico sulle emergenze della ricerca visiva di oggi.
Il che significa pensare l’allestimento come un montaggio critico. In tale prospettiva, possiamo capire un’immagine, e un’opera, soltanto nella reazione – chimica, in un certo senso – con altre immagini e opere. A ognuna delle opere selezionate viene abbinato un film. Le coppie così formate vengono accostate anche fisicamente, convivendo nello stesso spazio. Di volta in volta, a seconda delle necessità curatoriali, i film saranno proiettati o trasmessi su monitor. Brevi schede tecnico-esplicative saranno messe a corredo di ogni coppia e a completamento del percorso espositivo.

Il progetto, comunque, resterà aperto: un laboratorio critico permanente, sia per produrre nuovi eventi, sia per dare l’opportunità a ulteriori contributi di riflessione e studio, seguendo i processi artistici che la mostra potrà sollecitare. Perché capire, vedere e mostrare ciò che oggi accade (o può accadere) nei fenomeni artistici, implica un’investigazione sulle interazioni tra le immagini e soprattutto tra le immagini che pongono, si pongono e mostrano il problema della loro costruzione. “Immagini che danno da pensare”, direbbe Kant, ma soprattutto immagini che danno da pensare nel momento in cui dialogano tra loro.

artisti e film
Emanuela Barbi > Primavera – estate – autunno – inverno… e ancora primavera di Kim Ki Duk; Romano Bertuzzi > Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi; Bruna Esposito > Dolls di Takeshi Kitano; Massimo Vitangeli > Babel di Gonzalez Inarritu; Yonel Idalgo Perez > Tetro di Francis Ford Coppola; Damiano Colacito > Valzer con Bashir di Ari Folman; Matteo Fato > Inland Empire di David Lynch; Fabrizio Segaricci > La bocca del Lupo di Pietro Marcello; Mariuccia Pisani > Le Conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino; Giuseppe Stampone > My son my son what have ye done di Werner Herzog; Barbara Esposito e Franco Fiorillo > Dogville di Lars von Trier; Zidane di Douglas Gordon e Philippe Parreno

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