L’arte contemporanea non va in vacanza?

di Redazione Commenta

Vi ricordate com’era la stagione estiva nella vostra città negli anni ’80? Beh più o meno come in ogni altra città d’Italia, vale a dire il deserto dei Sahara. Strutture vaganti, saracinesche abbassate, servizi inesistenti e mezzi pubblici latitanti. Insomma, i turisti che sceglievano l’Italia come meta vacanziera avevano ben poche speranze di ammirare le meraviglie culturali del nostro paese, visti i portoni dei musei pubblici inevitabilmente chiusi e la totale mancanza di punti informazione.

Oggi le cose sono sostanzialmente cambiate, ogni città si è in qualche modo attrezzata per far fronte alla serrata estiva ed a poco a poco sono spuntate varie iniziative culturali ed aperture estive dei musei, cosa che ha equiparato la nostra nazione ad ogni altro stato estero, interessato ad invogliare il turista a visitare le bellezze locali. Problema risolto quindi? Non esattamente. La strada da fare è infatti ancora molto molto lunga. Se è vero che la stragrande maggioranza dei musei di arte contemporanea è “aperta per ferie”, è anche vero che queste istituzioni non hanno ancora messo a punto un serio programma estivo. D’accordo che anche in città estere più blasonate l’estate non rappresenta di certo il punto nodale della stagione espositiva ma è oltremodo importante sottolineare che in città come New York, musei come il MoMa dispongono di un variegato programma di mostre che permette di non perdere troppo il collegamento con la ripresa a pieno regime delle attività espositive di inizi autunno. Da noi non siamo arrivati ancora a questo punto ma i buoni propositi ci sono, basti citare iniziative come Maxximalism al MAXXI e MACRO summer, ambedue a Roma.

L’auspicio è però quello di organizzare una serie di eventi in tutta Italia, creando un sempre più crescente interesse attorno ad un italico polo culturale che ultimamente non se la passa troppo bene. Non si tratta di organizzare mega-eventi ma delle manifestazioni interessanti dal budget contenuto.


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