Garage Magazine, Dasha Zhukova e i tatuaggi di Damien Hirst

di Redazione Commenta

Dasha Zhukova è una vera e propria first lady dell’arte contemporanea ed il suo carismatico potere non accenna a diminuire, anzi con il passar del tempo la giovane tycoon russa sembra divenir sempre più trendsetter. Sfido, direte voi, quando si è belle e ricche si può conquistare il mondo. Sarà anche così ma non si può certo dire che l’avvenente zarina dell’arte sia una totale sprovveduta.

Nel 2009 Dasha Zhukova era stata nominata direttore capo di Pop Magazine, giusto dopo aver fondato il Garage Center for Contemporary Art. L’avventura era però terminata giusto un anno dopo con queste motivazioni: “Voglio focalizzare le mie energie su un progetto di editoria digitale indipendente. Sono emozionata perché costruirò qualcosa partendo da zero”, segno evidente che la poltrona dirigenziale stava un poco stretta alla poliedrica Dasha. Detto – fatto, oseremmo dire, poiché proprio in questi giorni la zarina ha lanciato un suo magazine nuovo di pacca. La pubblicazione in questione prende il nome di Garage Magazine e tratta argomenti rigorosamente trendy come arte, creatività, design e moda. Il nuovo magazine punta dritto all’eccellenza ed il messaggio è stato recepito dagli inserzionisti e nomi del calibro di Prada, Balenciaga, Christie’s e Pace hanno già cominiciato ad aggiudicarsi i loro spazi pubblicitari.

Per la copertina del numero uno di Garage Magazine è stato persino scomodato Mr. Damien Hirst che ha tatuato una farfalla sulla vagina della modella Shauna Taylor. Il tatuaggio è stato ovviamente coperto da un adesivo (ovviamente una farfalla) che può essere rimosso una volta acquistato il numero, rivelando la conturbante immagine. Il bello è che stiamo parlando di un tatuaggio permanente ed all’interno del numero sarà possibile scoprire anche quelli eseguiti da altri artisti come John Baldessari, Jeff Koons e Raymond Pettibon che hanno tatuato altrettanti modelli. Insomma il lancio di Garage Magazine è di quelli con il botto, speriamo solo non si tratti dell’ennesima toccata e fuga della poliedrica Dasha.

 

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