Artefiera vuole essere Artefiera

di Redazione Commenta

Torna Bologna con la sua Artefiera edizione 2012, i motori si accenderanno il prossimo 27 gennaio e la kermesse rimarrà aperta sino al 30. Tra crisi e preoccupazioni contrapposte a sogni e speranze, una delle più grandi e prestigiose fiere dell’arte contemporanea del nostro Belpaese avrà il difficile compito di rinverdire una scena di mercato che nel corso del 2011 è scesa in pista con le marce basse. Bologna è sempre Bologna l’abbiamo detto lo scorso anno e lo ribadiamo anche oggi, ma la concorrenza internazionale  (e nazionale) è sempre più spietata, le fiere si moltiplicano e le selezioni divengono sempre più severe.

Artefiera, tra le tante proposte, si è sempre distinta per la sua versatilità, per la voglia di abbracciare varie realtà multivello e raggiungere così un sempre più vasto bacino di pubblico. Ma la formula vincente al botteghino non sempre si trasforma in un successo di vendite, la massa di pubblico fa contenti gli organizzatori ma sono i collezionisti a render felici i veri protagonisti della fiera vale a dire gli artisti ed i galleristi. Impossibile il paragone con altre manifestazioni internazionali come Frieze o Basel, Artefiera è un diesel con 200.000 km alle spalle e  vorrebbe farne il doppio, senza cambiare troppo e senza troppi scossoni. Eppure tra puntuali critiche, tra defezioni e previsioni negative, sono in molti a sgomitare per esserci, per esporre o per assistere e poter al fin affermare: “la fiera era blanda. Ho fatto solo contatti. Sempre la stessa storia”.

Chi ha girato per fiere sa che l’uniformante dimensione-supermarket che tali kermesse riescono a generare si ripropone in ogni città. La differenza la fanno gli espositori, i servizi, l’organizzazione e l’aura che la fiera riesce a creare attorno a sé. La fiera non è una mostra sperimentale, c’è chi si inventa formule variegate per renderla tale, ma teniamo ben a mente che stiamo parlando di una manifestazione commerciale. Forse Bologna non sarà la fiera d’arte contemporanea migliore del mondo ma non mira di certo ad esserlo. Bologna vuol esser Bologna, senza le spiagge di Miami Beach, senza i prestigiosi Kensington Gardens.

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