William Kentridge, il poeta della video arte

di Redazione Commenta

 

In Italia abbiamo avuto modo di ammirare le sue maraviglie grazie al progetto KENTRIDGE A ROMA, realizzato in sinergia da tre prestigiose istituzioni romane  Fondazione Romaeuropa, Teatro di Roma e MAXXI. Ma chi è costui? Beh quando parliamo di William Kentridge, pesiamo bene le parole perché stiamo parlando di uno dei più grandi artisti del contemporaneo.  

William Kentridge  è autore di dipinti, testi teatrali ed incredibili video d’animazione che molto spesso descrivono politica, storia e cultura del Sud Africa attraverso una poetica profonda ed affascinante, affiancata da un immaginario visivo fuori dal comune.  Qualche anno or sono Lou Reed scrisse un piccolo saggio sull’artista per il Time affermando che: “Kentridge riproduce la vita che sorge attraverso la linea e  pagina, raccontando centinaia di storie in continua mutazione”.

I video di animazione creati da William Kentridge sono capaci di suscitare grandi reazioni emozionali. La sua speciale tecnica prevede l’impiego di immagini eseguite a mano con carboncino e pastelli eseguiti su di una superficie unica. Il processo di animazione viene quindi eseguito tramite la cancellazione dei singoli elementi che compongono l’inquadratura che vengono sostituiti da nuovi elementi. Dalle storie narrate dall’artista emergono quindi segni e tracce che si sommano, avvicendandosi nel corso della storia stessa.

I simboli evocati da Kentridge sono allo stesso tempo poetici e lineari, privi di qualsiasi forma di ermetismo ma volti a descrivere situazioni universali come il distacco della morte, l’amarezza della solitudine e l’amore. L’autore non è certo nuovo al pubblico, nel corso della sua lunga carriera ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, tra le sue mostre più importanti ricordiamo: Documenta X a Kassel nel 1997, la Biennale di San Paolo del Brasile nel 1998, La Biennale di Venezia nel 1999 e nel 2005, La Biennale di Havana nel 2000, una mostra al Metropolitan Museum di New York nel 2004, una mostra alla Tate Modern di Londra nel 2006 ed una presenza alla Sydney Biennale nel 2008.

Globartmag vi offre uno dei suoi lavori più interessanti, si tratta di Automatic Writing, opera datata 2003.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>