
Quando il mitico Piero Manzoni decise di inscatolare le sue feci per venderle come opere d’arte nel lontano 1961, stabilì che le stesse dovevano essere valutate in base alla corrispondenza del loro peso in oro massiccio. Ovviamente questa iniziativa duchampiana di Manzoni ha da subito suscitato enormi polemiche e cocenti critiche da parte di addetti al settore, collezionisti e semplici appassionati di tutto il mondo.
Fiumi e fiumi d’inchiostro sono stati versati sulla celebre Merda d’Artista e buona parte delle lodi o dei veleni spesi su di essa hanno raggiunto anche le future generazioni, tanto che di quel fatidico gesto di Manzoni ancora oggi se ne parla e se ne parla tantissimo anche a causa della mancanza di originalità e di incisività della nuova ondata artistica italiana.





Forse non saranno i primi preservativi ad entrare nel mondo dell’arte contemporanea ma al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid l’arte contemporanea sarà usata per la prima volta per vendere profilattici. I condoms di cui parliamo saranno in vendita al bookshop del museo in pacchetti appositamente decorati con le opere della mostra Tears of Eros che aprirà le porte il prossimo 20 ottobre.




Botte da orbi e scazzottate, solo verbali si intende ma la tremenda polemica accesa dalla Gallery of Modern Art di Glasgow ha catalizzato in questi giorni l’attenzione della stampa britannica e alimentato le chiacchiere di “quelli che benpensano”.