Adalberto Abbate alla Gam di Palermo

Siamo fermi, assenti. Senza prendere le distanze da questa civiltà fantasma, stiamo per fare un grosso respiro e ricostruire il prossimo errore.  L’origine delle cose è ormai lontana e faticosamente inafferrabile.  Nella paura di una sterile inversione abbiamo rinnegato le pitture delle nostre origini, create con coscienza e volontà, per lasciare spazio al silenzio e al vuoto; nell’ovattatura di questo rifugio abbiamo distrutto dentro di noi ogni principio di resistenza abbassando i nostri bisogni ad abitudini primordiali. Abbiamo deciso di abdicare e lasciarci guidare da fili invisibili come pupi di una leggenda ormai troppo lontana. Il bisogno di essere gestiti ha schiacciato le nostre coscienze e ci ha reso immobili.

Chi ha ricostruito le nostre idee, i nostri desideri, il nostro dire e lo stare zitti, le nostre rivoluzioni, i nostri compromessi ed infine le nostre speranze lo ha fatto secondo un piano che non appartiene ad alcuno.  Lo svuotamento delle coscienze si trova ora a fare i conti con la fine delle illusioni che ciclicamente si appropriano del pensiero umano.  L’onnipotenza rivela la vera esigenza dell’individuo nella creazione, devastazione e ricostruzione del sé e del suo teatro.

Kirsten Pieroth alla Franco Noero di Torino

La Galleria Franco Noero è lieta di presentare la prima personale di Kirsten Pieroth dal (28/6/2012 al 31/7/2012), negli spazi della Fetta di Polenta. La mostra trae ispirazione da una serie di uova riccamente decorate, conosciute come le uova imperiali, che sono state prodotte per gli zar dal 1885 fino alla caduta della monarchia russa del 1917. Realizzate dall’orafo russo Peter Carl Fabergé e dai suoi collaboratori, queste uova commemorano la storia dell’impero russo così come le conquiste tecnologiche del tempo, come la Transiberiana.

 Invertendo i cliché di un artigianato molto raffinato, di lusso e di una schiacciante perfezione di cui la Casa di Fabergé è diventata sinonimo, la manifattura di Pieroth rappresenta versioni contemporanee di uova “commemorative”, che combinano una mancanza di simmetria, l’uso di materiali poveri come la terra e la sporcizia, con rendering scultorei sulla banalità della vita quotidiana e le promesse dei meriti dei successi moderni.

Luca Vitone alla Fondazione Brodbeck di Catania

Negli anni ’30, il noto romanziere André Gide raccomandava, persino ai manipolatori Surrealisti, la conoscenza della geografia prima di intraprendere qualsivoglia attività artistica. Sin dalla seconda metà degli anni ’80, l’esperienza artistica di Luca Vitone si è concentrata essenzialmente sull’idea, e insieme la pratica, di luogo. In questo caso il luogo assume un duplice significato: quello di immagine geografica storico-culturale e di individuazione di spazio concreto. Nel corso degli anni, dunque, Luca Vitone ha fatto sua questa attitudine modernista coniugando la figura romantica dell’esploratore alla analisi e all’ironia concettuale.

Il suo lavoro, originale non solo nel panorama artistico italiano ma anche in quello internazionale, esplora così il modo in cui i luoghi si soggettivizzano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. L’artista, in questo suo continuo ripensare la geografia, ricostruisce (produce) un soggetto – un territorio o un paesaggio – inventando persino percorsi dimenticati e memorie, offrendo uno spazio misurabile e visibile ai soggetti autonomi e individuali prodotti dall’immaginazione creatrice. Accanto, nel senso spaziale e metonimico, a questa personale ricerca geografica, Luca Vitone ha avviato, da circa un decennio, una altrettanto originale e differente riflessione sulla natura del monocromo (emblema ma anche bersaglio telelogico dell’arte di avanguardia del ‘900).

Re-generation al MACRO Testaccio di Roma

Re-generation, è la grande collettiva che presenta più di cinquanta degli artisti che contribuiscono — o hanno contribuito in anni recenti — a rinnovare il fermento artistico e culturale romano, sostenuti dai nuovi musei, fondazioni e gallerie che richiamano in città critici, curatori e altre figure chiave del settore, riposizionando così la capitale sulla mappa del circuito dell’arte contemporanea internazionale.

I due padiglioni e gli spazi esterni di MACRO Testaccio ospitano opere di pittura, fotografia, video e installazione che dialogano con un nucleo di opere di artisti storici che hanno lavorato e vissuto in città. La sera dell’inaugurazione, gli artisti Valentino Diego e Emma Seach, Giuseppe Pietroniro, Gabriele de Santis e Valentina Vetturi aprono il programma di performance che, insieme alla rassegna di proiezioni video, si sviluppa lungo tutto il corso della mostra. Mercoledì 27 e giovedì 28 giugno Valerio Rocco Orlando conduce il tour performativo Promenades, con partenza alle 17.00 da piazza di Siena, Villa Borghese.

Federico Cavallini alla art_core_gallery

Dal 25 giugno 2012 art_core_gallery dà avvio alla sua attività espositiva in collaborazione con la Fondazione VOLUME! con la personale di Federico Cavallini Leaving behind, a cura di Silvano Manganaro. Nucleo centrale della mostra sono tre grandi quadri, più cinque di dimensioni più piccole, realizzati con il materiale prelevato dai filtri delle asciugatrici delle lavanderie e riassemblato in un pattern omogeneo. Ad essi si affianca il video Il Castello di Carte e una scultura permanente realizzata sulla terrazza dello spazio espositivo.

Lo spirito di Federico Cavallini è da sempre quello del raccoglitore e del classificatore; un indagatore del reale spinto però da motivazioni che non vogliono essere mai tassonomiche ma sempre poetiche ed evocatrici. Cuore della mostra sono tre grandi tele che si presentano allo spettatore come quadri informali, giocati sulle gradazioni del bianco e del grigio o con tenui sfumature di colore, il loro titolo (Lavanderia Lucia, Camp Darby 1, Camp Darby 2) lascia però intuire l’essenza di questi lavori: il riferimento a certa pittura astratta del secolo scorso è puramente “accidentale” se non ironico.

I Bitossi e il Design al Maib di Montelupo Fiorentino

La mostra racconta l’incontro tra il design e la ceramica, tra designer e ceramisti. Un rapporto che segue le vicende della storia dei mercati, dell’artigianato, dell’industria e del design nella seconda metà del XX secolo. L’esposizione presenta una selezione di opere che a partire da quelle realizzate da Ettore Sottsass nel 1958 giunge sino ai giorni nostri, corredata da materiale documentario (come disegni, progetti, foto, dépliant ecc.) appartenente all’Archivio Artistico Industriale Bitossi.

Negli anni Cinquanta le congiunture commerciali internazionali favorirono un vertiginosa crescita economica con la richiesta di grandi produzioni standardizzate. La maggior parte delle imprese italiane, ancora molto prossime all’artigianato, riuscirono a trasformare a loro favore la situazione promuovendo attraverso questo particolare contesto produttivo l’innesto tra cultura, idea di produzione e industria, che è la sostanza del design Made in Italy, conosciuto in tutto il mondo.

Terzo meeting per D’apres Giorgio

Ester Coen e’ il secondo ospite (il 23/06/2012)  a condurre una visita guidata personalizzata della mostra collettiva ‘D’apres Giorgio’, a cura di Luca Lo Pinto, che durera’ un anno. Un’opportunita’ per riflettere sui processi interpretativi e sulle modalita’ con le quali persone diverse possono guardare allo stesso oggetto o, come in questo caso, ad un’esposizione. Installazioni, dipinti, disegni, sculture, fotografie, sono realizzati appositamente da artisti italiani e stranieri nell’intento di offrire un secondo livello di lettura della Casa-museo. Per l’occasione una nuova opera sara’ aggiunta: ‘Cash Only at Lunch’, 2012 dell’artista Nicholas Hatfull.

La mostra si articola in un ampio arco temporale e coinvolge artisti volutamente eterogenei fra loro per generazione, poetica e ricerca stilistica: Alek O, Darren Bader, Nina Beier, Carola Bonfili, Benny Chirco, Giulio Frigo, Martino Gamper, Paul Armand Gette, Tobias Madison & Kaspar Müller, Marcello Maloberti, Momus, Olaf Nicolai, Henrik Olesen, Luigi Ontani, Nicola Pecoraro, Emilio Prini, Dan Rees,Izet Sheshivari, Alexandre Singh, John Stezaker, Luca Trevisani, Luca Vitone e Raphäel Zarka.

Art Night Venezia 2012

Il 23 giugno sarà Ottavia Piccolo la “madrina” di Art Night Venezia 2012. La manifestazione prenderà il via dalle ore 17.00 nel cortile dell’Università Ca’ Foscari e avrà il suo momento clou quando l’attrice, alle 21,30, in quello stesso cortile, al centro di una installazione luminosa di Marco Nereo Rotelli, leggerà 10 poesie della grande poetessa polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura, recentemente scomparsa. La performance si intitola “Preferisco i gatti” e sarà accompagnata dalle note del sax di Milena Angele. La grande notte veneziana ha questa cifra: le parole della poesia, la musica, le luci d’artista.

L’omaggio alla Szymborska proseguirà con l’anteprima del film di Katarzyna KolendaZaleska La vita a volte è sopportabile. Ritratto ironico di Wyslawa Szymborska” con testimonianze, tra molte altre, di Woody Allen e di Umberto Eco. Nel frattempo la seconda edizione di Art Night Venezia sarà già nel suo pieno svolgimento e la città sarà invasa da decine di migliaia di giovani e meno giovani in costante, allegra transumanza tra i quasi duecento luoghi e le almeno quattrocento proposte di una magmatica e magica Notte.

Mirko Smerdel alla Jarach Gallery di Venezia

Jarach Gallery è lieta di presentare “SHE’S LOST CONTROL”, mostra personale di Mirko Smerdel.  Il montaggio concettuale del lavoro di Mirko Smerdel (Firenze, 1978) è frutto di un’indagine sui significati del simbolismo architettonico, in cui si può riconoscere un approccio archeologico di pensiero e di ricerca verso l’immagine. Ispirandosi a una frase grafitata sui muri del cantiere del quartiere Isola a Milano, l’artista costruisce una narrazione visuale che mostra i luoghi testimoni di aggressive trasformazioni urbane e lotte politiche.

 “I vostri Grattacieli sono macerie prima ancora di essere costruiti” richiama così sia immagini dei progetti edilizi in via di sviluppo, che foto d’epoca del quartiere Isola, che i famosi skyscrapers americani, nascenti negli stessi anni della costituzione della Comune di Parigi, di cui Place Vendôme rimane simbolo. Attraverso associazioni d’idee, Smerdel contestualizza l’architettura futura del quartiere Isola, facendo risaltare l’operazione d’espropriazione d’identità che la costituisce. Aria Spinelli

Chiara Dynys allo Spazioborgogno di Milano

Guardati è il nuovo progetto espositivo di Chiara Dynys che inaugura mercoledì 27 giugno 2012 alle ore 18.30 presso lo Spazioborgogno di Milano.

Concepito dall’artista appositamente per lo spazio postindustriale di Ripa di Porta Ticinese 113, il progetto rappresenta un ulteriore sviluppo della ricerca artistica di Chiara Dynys incentrata sul processo conoscitivo e le relazioni fra l’opera, l’ambiente espositivo e il suo pubblico. L’esposizione si compone di due parti distinte, una anticipata quest’anno con una mostra alla Galerie Hollenbach di Stoccarda e una completamente inedita.

Curtat Tunnel all’Istituto Svizzero di Milano

Il collettivo di Losanna Curtat Tunnel propone il sesto appuntamento di Bureau for Art Nerds, a cura di Valentina Sansone, un programma (due mostre e cinque eventi, fino al 26 giugno 2012) nella sede di Milano dell’Istituto Svizzero di Roma e in spazi pubblici e autogestiti della città.  Curtat Tunnel è composto dagli artisti Maud Constantin, Philippe Daerendinger, Jean-Christophe Huguenin e Tatiana Rihs. Insieme curano mostre, lecture e performance musicali nel loro spazio di Losanna e all’estero.

 Nel corso degli ultimi due anni e a partire da un particolare interesse verso un approccio specifico alla outsider music, Curtat Tunnel ha inviato a esibirsi in performance dal vivo musicisti come Moondog and Penguin Café Orchestra, organizzato lecture sulla musique d’ameublement di Erik Satie, e collaborato più volte con il compositore minimalista Tom Johnson.  Invitato al Bureau dall’Istituto Svizzero, Curtat Tunnel propone un concerto del giovane musicista zurighese Jonas Zollinger aka Galopp, seguito da uno dei principali rappresentanti della scena musicale indipendente: Robert Steven Moore (1952, Nashville, USA), una leggenda “lo-fi” (come lo ha definito il New York Times), che in più di quarant’anni ha autoprodotto oltre 400 prodotti musicali con la sua casa di produzione: la R. Stevie Moore Cassette Club.

Premio Combat Prize 2012, in mostra le opere finaliste

Livorno, 20 giugno 2012 – Dal 22 al 30 giugno i Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva) ospiteranno per la prima volta le opere finaliste del PREMIO COMBAT PRIZE 2012 , il concorso internazionale d’arte contemporanea giunto quest’anno alla sua terza edizione.  In mostra 70 opere finaliste , selezionate da una giuria di esperti tra le 1125 opere presentate, provenienti da 28 paesi diversi. L’esposizione, divisa in tre sezioni ( pittura, fotografia e grafica) accoglierà uno stimolante ciclo di incontri sul collezionismo e sulle problematiche della critica d’arte oggi.

Promossa dall’associazione culturale Blob Art in collaborazione con il Comune di Livorno, la manifestazione ha il patrocinio della Provincia di Livorno e della Regione Toscana ed il contributo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno. All’inaugurazione prevista per venerdì 22 giugno alle ore 17.30 saranno presenti l’assessore alle culture del Comune di Livorno Mario Tredici, il presidente dell’associazione culturale Blob Art, Paolo Batoni ed il presidente della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno Luciano Barsotti.

Open Doors_Corruptions all’Istituto Svizzero

Il progetto conclusivo di fine anno dei membri dell’Istituto Svizzero di Roma 2012 è curato quest’anno da NERO e, a partire da un’idea condivisa tra i membri del settore Arti e del settore Scienze, prende il titolo di Open Doors_Corruptions.  Open Doors_Corruptions è una mostra, un libro e una serie di performance artistiche e musicali che si svolgeranno nell’arco di un solo giorno, il 21 giugno 2012 dalle ore 18.00 alle 24.00.

Le diverse parti, nel compenetrarsi a vicenda, si modificano e perdono alcune delle loro caratteristiche tradizionali, assumendo una forma unitaria più simile ad un happening che ad una mostra tradizionale. In senso classico, l’idea di corruzione è presente in ogni manifestazione fisica: il mondo materiale è la versione corrotta del mondo spirituale. Secondo una visione strutturale invece, la corruzione è la perdita, il decadimento, quasi sempre sotto forma di cambiamento non reversibile, di qualcosa nell’atto di un passaggio. Un oggetto o un pensiero si modificano a causa di uno spostamento, fisico o intellettuale, da un punto ad un altro.

Tre mostre al MACRO di Roma

Neon

a cura di David Rosenberg e Bartolomeo Pietromarchi

21 Giugno – 4 Novembre 2012

La mostra è realizzata nell’ambito della partnership tra MACRO ed Enel in occasione del cinquantesimo anniversario dell’azienda.

Ideata da David Rosenberg e co-organizzata con la Maison Rouge di Parigi, dove si è chiusa il 20 maggio 2012, in questa sua edizione Neon include circa settanta opere di oltre cinquanta artisti che hanno lavorato con il neon dagli anni quaranta a oggi, allestite secondo un percorso tematico che restituisce le diverse prospettive dalle quali gli artisti si sono confrontati con questo medium.