Valerio Berruti – I wish I was special

Due bambine che giocano, si prendono per mano, si stringono l’una all’altra, si allontanano, si osservano e guardano lontano. Ancora l’infanzia protagonista di questa mostra di Valerio Berruti – presentata il 12 maggio nella galleria romana di Ermanno Tedeschi e il giorno successivo nella sede torinese – la sua prima personale dopo l’entusiasmante esperienza alla Biennale di Venezia.

L’artista prosegue il suo percorso fatto di immagini essenziali che ripensano i temi degli affetti, della quotidianità e dei legami familiari, per la prima volta mettendo al centro dell’opera due soggetti. I wish I was special nasce da una riflessione sulla personalità e sul momento in cui essa si forma: le due protagoniste, ritratte con la tecnica minimale che caratterizza l’artista, dialogano fra di loro, mutano, sembrano fondersi l’una con l’altra per poi discostarsi nuovamente, mettendo lo spettatore nella posizione di decidere se siano due figure distinte o se si tratti invece di uno sdoppiamento della stessa persona.

Marina Buening e Daniela Monaci, una catena infinita allo Studio Tiepolo 38 di Roma

Giovedì 15 aprile 2010 alle ore 18:30 si inaugura presso la galleria Studio Tiepolo 38 la mostra Endless Chain, doppia personale di Marina Buening e Daniela Monaci a cura di Micol Di Veroli. Fotografia, video ed installazione sono le tecniche proposte dalla mostra Endless Chain, i media che Marina Buening e Daniela Monaci hanno scelto per compiere le loro sperimentazioni artistiche. Marina Buening affida le sue creazioni all’intreccio degli elementi, lasciando che sia la sinuosa stretta del nodo a svelare le complesse geometrie dell’universo.

La ricerca artistica è posta esattamente all’interno di ogni singolo elemento dell’intero creato, essa riesce a carpire e rappresentare la pulsante essenza di ogni cellula, la solida ed intangibile presenza di ogni molecola. Attraverso la silente fermezza di un’immagine fotografica è possibile leggere la delicata natura del movimento e del tempo, analizzando traiettorie e fisicità di personaggi ed oggetti posti in relazione dinamica tra di loro. Mediante un’installazione è possibile donare una terza dimensione al pensiero, ricreare concetti astratti e luoghi lontani o inesistenti. La sequenza filmica della video arte, infine, ritaglia una finestra aperta sul mondo, una cornice stabilita attraverso la quale delle sezioni istantanee  ricreano il movimento, la vita.

He Sen da Primo Marella Gallery

Primo Marella Gallery di Milano inaugura l’8 aprile (la mostra sarà visibile fino al 30 maggio) una selezione degli ultimi lavori dell’importante artista cinese He Sen. He Sen è stato l’artista selezionato come rappresentante della pittura nel padiglione Cina dell’ultima Biennale di Venezia e ha esposto di recente le sue opere presso la mostra Cina. Rinascita Contemporanea nei prestigiosi spazi di Palazzo Reale.

I dipinti di He Sen si contraddistinguono per la tecnica sublime che egli utilizza ed attraverso la quale riesce a stabilire un contatto intimo con lo spettatore che osserva le sue tele. Parte della mostra sarà dedicata alle celebri Smoking Girls. Si tratta infatti delle opere più famose dell’artista nate da uno scatto fotografico che ritrae delle giovani ragazze colte in un momento di quotidianità: mentre fumano, giocano con un peluches o bevono. Le figure create dal pennello dell’artista, sono di una bellezza disarmante. Celate da questa perfezione si nascondono le incertezze, le paure ed il vuoto interiore dei soggetti dipinti. Incertezze e paure che si riferiscono all’età contemporanea ed in particolare ad un territorio come la Cina che avanzando a un ritmo frenetico non lascia spazio all’individuo di adattarsi al cambiamento.

Alessandro Mendini – Alchimie. Dal Controdesign alle Nuove Utopie

Il museo MARCA di Catanzaro apre le porte al design e all’architettura organizzando un’ampia retrospettiva dedicata ad Alessandro Mendini, architetto e designer tra i più celebri a livello internazionale. Alchimie. Dal Controdesign alle Nuove Utopie è il titolo della rassegna curata da Alberto Fiz che s’inaugura il 10 aprile con una performance musicale che ha come punto di riferimento un importante lavoro degli anni Settanta.

Sono oltre 70 le opere esposte sino al 25 luglio in un percorso che comprende dipinti, sculture, mobili, oggetti, schizzi e progetti con alcune testimonianze inedite o mai viste prima d’ora in Italia. Ne emerge un’indagine esaustiva dell’attività svolta negli ultimi quarant’anni dove, accanto alle opere più famose di Mendini, si evidenzia la componente maggiormente sperimentale e meno conosciuta del suo lavoro. Il progetto, poi, ha tra le sue peculiarità quella di sottolineare le collaborazioni tra Mendini e gli altri protagonisti del mondo dell’arte, in particolare Mimmo Paladino, Francesco Clemente, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Bob Wilson e Peter Halley.

Nuovo spazio a Roma, inaugura a San Lorenzo Limen otto9cinque


Mercoledì 7 Aprile inaugura a Roma, con la mostra San Lorenzo: Limen, La soglia dell’arte a cura di Achille Bonito Oliva, Limen otto9cinque, nuovo spazio espositivo situato nel quartiere romano di San Lorenzo. Con l’intento di rendere omaggio al quartiere che ospiterà il nuovo spazio espositivo, la mostra è dedicata a quelle personalità artistiche che negli anni hanno reso San Lorenzo quartiere centrale nel panorama dell’arte contemporanea italiana.

Sono state selezionate opere di Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Marco Tirelli. La scelta degli artisti e delle opere non vuole determinare un’area di ricerca comune, ma sottolineare l’atmosfera che ha generato le singole evidenze plastiche. Per l’occasione sarà edito un catalogo per le Edizioni Carte Segrete, che verrà pubblicato nel corso della mostra, con le immagini catturare dal fotografo Claudio Abate e testi di Achille Bonito Oliva, dell’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma Umberto Croppi, e del Presidente del III Municipio Dario Marcucci.

Philip Wiegard – Uomini-statua-oggetto

In Uomini-statua-oggetto l’artista tedesco Philip Wiegard mette in scena dal 10 aprile al 5 giugno, nello spazio romano di Furini Arte Contemporanea, un interno, un’ambientazione intima e privata stile primi del Novecento, dove drappi e carte da parati originali dell’epoca, a cui si sovrappogongono pannelli dipinti che le emulano, si alternano agli ammiccamenti barocchi delle poltrone damascate e alle fotografie incorniciate allineate sulle pareti. L’artista, così, restituisce vita ai tempi perduti fra richiami al mito, alle ricerche prospettiche e metafisiche dechirichiane, ricreando quell’idea di Wunderkammer che proponevano gli antichi àteliers, stanze dove si raccoglievano meraviglie di ogni genere e ogni luogo.

Tutto il contesto è però soggetto ad un meccanismo, per certi aspetti ossessivo, per cui Wiegard si diletta a decostruire e scomporre oggetti comuni come tavoli, sedie, poltrone, armadi e intere composizioni di vecchio arredamento, per riportarli ad una nuova vita. Questa nuova estensione non è piatta e non è tridimensione, ma appunto ri-costruzione prospettica mediante parti di oggetti che vengono usate come linee per restituire proporzioni, profondità e misure. Wiegard utilizza in scultura le leggi ottiche della prospettiva tipiche della pittura, così svuota gli oggetti dei loro volumi, li priva della loro funzione originaria e li rende elementi ibridi, fra oggetto e figura, tali da generare il dubbio della percezione di chi li osserva.

A Milano un inedito Stanley Kubrick fotografo

Dal 16 aprile al 4 luglio 2010, a Palazzo della Ragione di Milano saranno esposte trecento fotografie, molte delle quali inedite e stampate dai negativi originali, realizzate da Stanley Kubrick dal 1945 al 1950 quando, a soli 17 anni, venne assunto dalla rivista americana Look.

L’esposizione, curata da Rainer Crone, in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York – che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick, giovanissimo, ma già grande fotografo – testimonierà la sua capacità di documentare la vita quotidiana dell’America dell’immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, le inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti dixieland.

Apre a Roma con la mostra dedicata a Joseph Beuys la galleria ag arte contemporanea

Nel cuore del Rione Monti, che si sta sempre più configurando come nuova rive gauches capitolina, si inaugura un nuovo spazio espositivo: ag arte contemporanea, in Via Panisperna 222/a, che porta una novità a Roma anche perché è aperta sino a sera, proponendosi come luogo di riferimento culturale fino alle 22, quando in città i Musei e le Gallerie sono solitamente chiusi.

Diretta da Graziano Menolascina, la galleria apre con la mostra di un protagonista dell’arte contemporanea, sciamano della poetica e dell’etica della riconciliazione tra uomo e natura, della non violenza e della pacificazione: Joseph Beuys. Saranno esposte una serie di opere – un video, manifesti, alcune foto, un’installazione – provenienti dalla collezione di Lucio Amelio (Napoli 1931-1994), il gallerista e promotore culturale che dal 1965 aveva fatto della città partenopea un centro importante dell’arte contemporanea internazionale.

Il viaggio metaforico di Paolo W. Tamburella

La Byblos Art Gallery di Verona è lieta di ospitare dal 9 aprile al 26 giugno 2010 la prima personale dell’artista Paolo W. Tamburella (Roma 1973), a cura di Mirta d’Argenzio. Scoperto a New York nel 2001 dalla gallerista Annina Nosei, Tamburella è noto internazionalmente per i suoi progetti concettuali e ambientali, rivolti perlopiù ai paradossi del nostro mondo globalizzato e al recupero dei suoi oggetti smarriti o in via d’estinzione, che lo hanno portato ad affrontare imprese di volta in volta sempre più ambiziose e rocambolesche, come quella di rappresentare il Padiglione dell’Unione delle Isole Comore alla più recente Biennale di Venezia.

Paolo W. Tamburella affronta a Verona la sua prima personale in Italia cimentandosi in una mostra specificamente concepita per lo spazio della Byblos Art Gallery, dove presenta per la prima volta riunite insieme la serie completa di lavori sul footballs realizzati dal 2006 al 2010. I materiali utilizzati sono vecchi palloni da calcio, recuperati durante un viaggio fatto in India nel 2006 e cuciti tra di loro come frammenti di un arazzo o di una mappa geografica.
Per comprendere la nuova impresa di Tamburella sarà necessario attraversare in un viaggio metaforico di nuovo i sette stati indiani in camion per oltre 4000 km, e, mentalmente ripercorre insieme all’artista l’intera storia coinvolgendo le diverse comunità locali incontrate strada facendo e radunando nel percorso complessivamente oltre quattrocento palloni da calcio, usati per ottenere il risultato voluto.

Martin Parr allo Studio Trisorio di Napoli

Si inaugura l’8 aprile, presso lo Studio Trisorio di Napoli, in via Riviera di Chiaia 215, una personale del fotografo inglese Martin Parr. Fin dagli esordi Martin Parr si e’ interessato ai comportamenti sociali, al modo in cui le persone arredano le proprie case, ai cibi che scelgono di mangiare, agli abiti che indossano, alle mete turistiche che prediligono, ed ha cominciato a catalogare queste abitudini ordinarie con uno sguardo acuto ed ironico.

In mostra alcune delle sue prime fotografie in bianco e nero degli anni ’70, scattate a Manchester, nello Yorshire, nell’East Sussex, gli interni domestici della serie Home Sweet Home (1974), e varie immagini delle serie The Last Resort (1983-86), Small World (1987-94), Bored Couples (1991-93), Common Sense (1995-99), Luxury (2009), sono giustapposte per restituire una visione retrospettiva del particolare linguaggio fotografico di Martin Parr negli ultimi quarant’anni.

Fluxus Biennal, è la volta di George Brecht

Dopo la mostra di George Maciunas, Fluxus Biennial – 730 giorni hic et nunc, il progetto curato da Achille Bonito Oliva all’Auditorium di Roma, prosegue dal 7 aprile al 14 maggio 2010, con l’esposizione dedicata a George Brecht. Brecht e’ stato uno dei piu’ significativi esponenti del gruppo Fluxus, attivo fin dal suo inizio nel 1962 e inventore del termine “Event”, una tecnica performativa usata da tutti i componenti del gruppo e divenuta in seguito caratteristica imprescindibile della ricerca di Fluxus. Negli “Event”, azioni quotidiane che coinvolgono ogni sfera del sensibile (visiva, uditiva, tattile, motoria) vengono isolate come singole performance, assumendo occasionalmente il carattere di situazioni immaginarie o impossibili.

Tra le opere esposte in AuditoriumArte, Water Yam (1963), una semplice scatoletta di cartone con centinaia di piccoli bigliettini recanti le indicazioni di Brecht per eseguire gli “Event”, una serie di partiture legate a gesti minimali o atti basici del semplice vivere quotidiano. Water Yam e’ considerata una pietra miliare di Fluxus. Tutte le opere presenti in mostra giocano sul paradosso di oggetti d’uso comune che mantengono la loro caratteristica di banalità e quotidianità, inserendosi nell’assunto portante del lavoro di Brecht secondo cui ogni cosa soggiace alle leggi generali del caso e delle coincidenze. Persino quelle tridimensionali sono Event che si sviluppano sotto gli occhi dello spettatore, come una pianta di azalea poggiata su una sedia che cresce impercettibilmente giorno per giorno (Chair with plant, 1967), o come un improbabile e ironico ritratto femminile fatto da oggetti d’uso comunissimo come una scala a pioli, uno spazzolone e un cobra (Lola, 1975).

Giulio Paolini – Gli uni e gli altri. L’enigma dell’ora

Il Palazzo delle Esposizioni di Roma presenta dall’8 aprile l’installazione di Giulio Paolini intitolata Gli uni e gli altri. L’enigma dell’ora, appositamente ideata per questa occasione espositiva e in rapporto ideale con la mostra di Giorgio de Chirico. Tra i massimi interpreti dell’arte contemporanea, Giulio Paolini (Genova 1940) ha esordito nei primi anni sessanta ed è stato tra i protagonisti dell’Arte Povera. Da sempre concepisce l’opera d’arte come una visione vertiginosa capace di evocare un numero potenzialmente infinito di altre visioni e di abbracciare un tempo dilatato, esteso a tutta l’arte passata e futura.

A partire da Disegno geometrico del 1960, la sua prima opera conosciuta: una tela nella quale compare unicamente la squadratura geometrica anticipazione di ogni possibile immagine, Giulio Paolini persegue l’idea che ogni opera d’arte attinga a un unico, enigmatico, modello. Un pensiero, il suo, che trova rispondenza nella concezione antimoderna del grande metafisico. Enigma, attesa, assenza, malinconia, prospettiva, sono i grandi temi sui quali Giulio Paolini dichiara la sua affinità con Giorgio de Chirico.

A Roma l’invasione de “I Mutanti”

Da martedì 30 marzo a domenica 6 giugno 2010, con il titolo collettivo de I Mutanti, saranno presentate a Villa Medici cinque mostre monografiche curate da Éric de Chassey, direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.

La mostra sarà inaugurata lunedì 29 marzo da una performance musicale del cantante e compositore franco-algerino Rachid Taha, tra i maggiori esponenti dell’odierno pop-raï. Lo scambio, il movimento, la circolazione dei popoli, delle idee, delle culture e dei suoni sono le basi sulle quali Rachid Taha ha costruito il suo percorso musicale, passando dal rock al raï, dal punk all’elettronica. Ha collaborato, in particolare, con Brian Eno, Mick Jones dei Clash, Steve Hillage, Rodolphe Burger, Gaëtan Roussel dei Louise Attaque, ecc.

Il Centro Pecci arriva a Milano

La sede storica del Centro Pecci di Prato è interessata da un grande progetto di ampliamento che porterà al raddoppio e al rinnovamento degli spazi (inaugurazione prevista nel 2012) mentre dal 14 aprile  apre a Milano, in concomitanza con il Salone del Mobile, una nuova sede. Un satellite ricavato da un ampio edificio di archeologia industriale nella zona dei Navigli, in Ripa di Porta Ticinese dove si alterneranno: esposizioni della collezione del Centro Pecci, mostre, presentazioni di progetti editoriali, opere site-specific. Un progetto ambizioso che porta a Milano una delle più interessanti collezioni d’arte contemporanea in Italia.

Lontani dall’idea di globalizzazione della cultura – secondo le parole di Marco Bazzini, direttore artistico del Pecci – “il vero motore del progetto di espansione del Centro Pecci a Prato e a Milano è la collezione permanente raccolta in oltre 20 anni. La possibilità di valorizzare le oltre 1350 opere d’arte contemporanea, potendole esportare, è per noi un’importante opportunità.” L’inaugurazione della sede del Museo Pecci Milano, sarà dedicata alla ricerca visiva di NIO architecten, autori del progetto di ampliamento della sede di Prato, di cui sarà proposta l’opera inedita Dark Matter (2010).