Marc Jacobs lascia Louis Vuitton? intanto Milano lo celebra

Si apre proprio oggi alla Triennale di Milano Louis Vuitton: The Art of Fashion, evento curato da Katie Grand e dedicato al talento di Marc Jacobs, emblematico fashion designer che ha curato le collezioni del celebre brand dall’Autunno-Inverno 1998-1999 fino a giungere all’Autunno-Inverno 2011-2012. In visione più di 70 collezioni ready-to-wear che in sostanza hanno decretato la grande ascesa in campo internazionale di Louis Vuitton.

La griffe francese, fondata a Parigi nel lontano 1854, deve molto a Jacobs, quest’ultimo ha saputo rilanciarla grazie ad una costante ricerca di eccellenza ed artigianalità e a contaminazioni con i grandi protagonisti dell’arte contemporanea.  Per la collezione Primavera – Estate del 2003 fu infatti il re del pop Takashi Murakami ad aggiungere un tocco di ironia e colore ad una serie di borse ed accessori intitolata Cosmic Blossom ed impreziosita dagli ormai noti fiorellini sorridenti partoriti dalla scoppiettante mente dell’artista giapponese.

La vernice Ralph Lauren e la borsa dell’acqua calda di Burberry

I grandi brand del fashion design internazionale rappresentano una fucina di idee innovative che solitamente rendono la nostra vita più chic e funzionale. Inutile citare i vari capi di abbigliamento entrati nella storia, il loro numero sarebbe troppo grande. Hyperallergic in questi giorni ha tentato di fare una cosa un tantino diversa, una top 10 di oggetti creati da grandi fashion designers di tutto il mondo che potevano essere tranquillamente evitati, ma vediamo attentamente i posti più caldi di questa classifica di futilità griffate:

La Exercycle griffata Cavalli. Si tratta di una cyclette brevettata dal marchio italiano Cicolette. Cavalli l’ha impreziosita con l’immancabile texture leopardata. Il risultato è semplicemente esplosivo.

La bicicletta Missoni. Ovviamente l’altro fashion brand tutto italiano non poteva certo farsi superare da Cavalli ed allora, ecco una bellissima (?) bici da passeggio con i coloratissimi zigzag della casa. Di notte sarete ben visibili ma di giorno rischierete di far venire il mal di testa ai passanti.

Marina Abramovic allatta Riccardo Tisci


Già in un nostro precedente articolo avevamo parlato dell’avvicinamento di Marina Abramovic al mondo dell’haute couture. In quel frangente la “nonna della performance art” (come lei stessa ama definirsi) aveva occupato la cover di un fashion magazine, dimostrando di aver sex appeal da vendere, altro che simpatica nonnina. Oggi la grande Marina ha deciso di tornare ad occupare le pagine di un fashion/art magazine, confermando la sua ancor ottima forma.

L’artista ha posato per il fashion art magazine ad edizione limitata Visionaire, illustrando la delicata relazione tra moda ed arte. Tale rapporto è magistralmente simboleggiato da una scena simbolica in stile mistico-religioso. Come all’interno di una pietà michelangiolesca, Marina Abramovic tiene stretto al suo grembo il fashion designer Riccardo Tisci mentre con un seno scoperto è intenta ad allattarlo.

Le Mindu e le modelle nude alla Fashion Week di Londra

La London Fashion Week, inaugurato lo scorso 17 settembre è entrata nel vivo dell’azione e fra i tanti celebri brands in passerella, uno in particolare ha destato grande scalpore per l’audacia della sua collezione. Si tratta di Charlie Le Mindu, stilista francese nonché pupillo di Lady Gaga che non ha esitato nemmeno un secondo a far sfilare le sue modelle completamente nude tranne borsa, cappello, scarpe rosa e fluo ed altri accessori. Ovviamente quella di Le Mindu non è stata una mossa sperimentale ma una vera e propria strategia di mercato visto che il nome del brand era pressoché sconosciuto prima della sfilata mentre in questi giorni la notizia delle modelle in costume adamitico ha fatto il giro del mondo.

In quanto a provocazioni l’alta moda non è seconda a nessuno e di scandali ve ne sono davvero parecchi,alcuni di questi però hanno segnato un’epoca, basti pensare alla minigonna lanciata nel 1963 da Mary Quant, coraggiosa stilista inglese che fece indossare il procace abito a una parrucchiera di 17 anni, Leslie Hornby detta Twiggy, una delle prime top model-teen ager tutte pelle ed ossa. Sempre negli anni ’60 Yves Saint Laurent aveva già inventato il nude look, facendo sfilare in quel di Parigi una modella con tanto di camicetta trasparente e seni in bella vista.

“Niente museo!” e lo stilista Valentino saluta Roma per sempre

Valentino saluta e se ne va. Il grande stilista ha deciso di accantonare il progetto del suo museo capitolino dopo l’ennesimo rifiuto dei vertici comunali. Nell’ormai lontanissimo 2007 l’inventore del celebre rosso aveva concordato, assieme all’allora sindaco Walter Veltroni, l’apertura di un museo in grado di ricoprire anche il ruolo di scuola di formazione per giovani stilisti.

Con il cambio di amministrazione però sono subito sorti alcuni problemi ed alla fine il progetto si è definitivamente incagliato. Stizzito ma sempre con la sua solita eleganza, Valentino ha decretato la fine delle sue nozze con la città eterna: “Ho ricevuto un’ulteriore no da Roma, il museo non si farà e quindi non ho più ragione di rimanere qui. Per ora ho optato per la mia residenza di Parigi dove troveranno posto alcune mie creazioni del passato, oggetti, foto ed altri cari ricordi, il tutto sarà a disposizione di chi vorrà venire a visitarmi”.