60 milioni di critici

60 milioni di allenatori, tutti quanti ultra competenti, che sono soliti parlar di sport dalle loro comodissime poltrone casalinghe. Questo, in sostanza, è il ritratto di noi italiani, popolo di santi, poeti e navigatori ma soprattutto di saccenti pigroni, pronti a sputar sentenze su chi invece ha il difetto di tentare un movimento all’interno dell’immobilità generale.

Per quanto riguarda il nostro dorato mondo dell’arte contemporanea, le cose non cambiano poi tanto, siam sempre 60 milioni di curatori, direttori, critici e giornalisti. Se si assiste al triste decadimento di una struttura museale pubblica, si è subito pronti a chiamare in causa l’incapacità dei direttori e l’insipienza dei curatori, sbandierando ai quattro venti una varietà di soluzioni che avrebbero definitivamente salvato quella povera struttura.

La giovane arte di Istanbul e Atene approda a Catania

L’8 e 9 luglio partirà rispettivamente a Palermo e Catania, in tre sedi, Others, progetto promosso da Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia che vedrà approdare a Palazzo Riso e alla Gam, Galleria d’Arte Moderna (Palermo) e a Palazzo Valle ( Catania) una selezione di opere provenienti dalle Biennali di Marrakech, Istanbul e Atene, scelte dai relativi curatori.  A Palermo gli spazi di Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia e la Gam, Galleria d’arte moderna ospiteranno una selezione di video, film, tele, sculture architetturali e sceniche ripensati per gli spazi siciliani da 26 artisti selezionati da Abdellah Karroum dalla III AIM, biennale internazionale d’arte di Marrakech.

La biennale marocchina, ospitata nello storico Palazzo Bahia, condivide con il palermitano Palazzo Riso l’utilizzo di un sito antico restaurato per ospitare il contemporaneo. A Palermo sarà inoltre proposto un contatto con la marocchina Radio R22 per raccontare la città.  A Catania, a Palazzo Valle, sede della Fondazione Puglisi Cosentino, saranno in mostra le opere di 18 artisti selezionati da Xenia Kalpaktsoglou, Polydoros Karyofyllis ed Augustine Zenakos. Le opere sul tema del confronto tra arte e vita arriveranno dalla I e II biennale di Atene.

Brucennial 2010 una biennale contro le biennali

 Tra Biennali, Triennali e Quadriennali ogni nazione che si rispetti ha la sua grande manifestazione dedicata all’arte contemporanea anche se è chiaro che non tutti questi eventi sono di grande caratura. Per porre ordine a questo caos il divertente collettivo artistico  Bruce High Quality Foundation ha deciso di organizzare la Biennale di tutte le Biennali, tentando di riprogrammare il significato stesso di queste manifestazioni.

Questo buffo ma interessante evento si chiama Brucennial 2010 e si apre questa settimana a New York e rimarrà in visione sino al prossimo quattro aprile in uno spazio sito al 350 di West Broadway ed al Recess, altro spazio aperto alle sperimentazioni degli artisti posizionato al numero 41 di Grand Street. Il titolo della Brucennial di quest’anno è Miseducation (che in italiano significa diseducazione) e nel corso dell’evento si esibiranno un gran numero di giovani artisti che, come si legge nel comunicato stampa, “Rappresentano il meglio dell’arte contemporanea di sempre”.

Al via la Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo

La Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo torna in una delle sue terre di elezione, i Balcani, con una edizione di grande interesse a Skopje, in Macedonia, dal 3 al 12 settembre 2009.

La Biennale rappresenta la più importante vetrina mediterranea della creatività giovanile ed è soprattutto un happening culturale che favorisce l’accesso al mercato internazionale per i giovani artisti che vi partecipano, attraverso la creazione di spazi di incontro, di scambio, di riflessione e di formazione sulla realtà artistica contemporanea.

Presenta anche tu un progetto per la Moscow International Biennale for Young Art

Vi avevamo già accennato della rinascita artistica della scena Russa, oggi siamo qui a parlarvi di un importante evento studiato appositamente per i giovani artisti di tutto il mondo, a riprova del fatto che l’est pensa a fare le cose in grande ma non solamente per i grandi nomi.

La manifestazione in questione è la Moscow International Biennale for Young Art, progetto ambizioso che mira a riunire in quel di Mosca i fermenti artistici giovanili provenienti da ogni parte del globo. Ovviamente la selezione è aperta a chiunque, basta essere dotati di passione, creatività e soprattutto di una visione artistica fresca ed innovativa. Trattandosi di un evento riservato alla giovane arte, il limite di età dei partecipanti è fissato a 35 anni. Il titolo di questa seconda edizione della Biennale è Qui vive?, in sostanza un’indagine sui confini fisici e teorici oltre che un’opportunità per gli artisti di fermarsi per un momento ed analizzare il cammino fatto sino ad ora riflettendo sulle personali posizioni concettuali e creative.

Al via la Whitney Biennial

Trentasette artisti parteciperanno quest’anno alla Whitney Biennial che si terrà al numero 70 di Greenpoint Avenue (c.r.e.a.m. projects) a New York il prossimo 28 agosto e rimarrà aperta fino al 30 agosto. Come molti di voi sapranno la Whitney  Biennial è una mostra collettiva interdisciplinare che ogni hanno prende vita in uno spazio libero di Brooklyn.

L’evento fin dalla sua nascita si è imposto l’obiettivo di rielaborare la formula della comune biennale focalizzando l’attenzione sul singolo artista, protagonista indiscusso che da sempre crea sotto l’ombra dei giganti. L’edizione 2009 della biennale ha come tema principale il ritorno, in un momento storico dove il mondo è in attesa della ripresa economica gli artisti devono trovare nuove strategie per tornare in auge.

Aernout Mik, il video artista dei disastri

Interessante evento al Moma di New York che dedica una grande mostra al talento di Aernout Mik, uno dei più intriganti e complessi artisti contemporanei. Misteriose, disturbanti e umoristiche, le sue installazioni video presentano scene raffiguranti piccoli o grandi disastri, raccontati in modo bizzarro ed illogico. Agli spettatori non vengono mai forniti dettagli sufficienti a capire cosa stia veramente succedendo ma solo ad intuire che si tratta di qualcosa di anomalo e forse drammatico.

Tutto ciò contribuisce a creare una carica emozionale che attraverso le masse di persone in movimento sullo schermo arrivano al pubblico destabilizzando ed allo stesso tempo mesmerizzando e frustrando la percezione sensoriale. L’evento in visione fino al 27 luglio presenta una serie di discrete installazioni dell’artista olandese classe 1962 esposte dentro ed al di fuori dei normali spazi espositivi del museo. La serie di opere presentate spazia dai primi lavori dell’artista come il film Fluff girato in 16 millimetri nel 1996, sino ad arrivare alle nuove opere come Vacuum Room del 2006, proiettata su sei schermi ed affiancata dall’opera a schermo unico Training Ground del 2006. Sarà inoltre possibile visionare altre opere come Raw Footage del 2006, Osmosis del 2005 e Middlemen del 2001, lavori che trovano posto in diverse aree del museo.

Prague Biennale, biennale o fiera?

In tempi di crisi non si guarda in faccia a niente ed a nessuno questo pensiero deve esser ronzato per parecchio tempo in testa a Giancarlo Politi organizzatore della Prague Biennale giunta quest’anno alla sua quarta edizione. Le biennali si sa sono un’occasione ghiotta per far salire le quotazioni di determinati artisti ed è palese che molte gallerie esercitino una specie di sudditanza psicologica su curatori ed organizzatori, oltremodo va detto che molti artisti presenti ad una biennale riescono a vendere in seguito loro opere attraverso le gallerie rappresentanti o altri canali.

Fino ad ora però le biennali hanno cercato di mantenere almeno un’immagine di facciata, una parvenza di indagine su quanto di più innovativo e sperimentale offra il sottobosco dell’arte contemporanea. La Biennale di Praga quest’anno ha invece deciso di far cadere anche quest’ultima maschera di gesso, tramutando la manifestazione in qualcosa di simile ad una fiera in cui è possibile acquistare le opere degli artisti partecipanti, l’organizzazione si riserva di  trattenere il 40% di provvigione. Insomma una fiera senza i faraonici costi della fiera. Per Giancarlo Politi l’idea è quella giusta.