
La letteratura è la culla della cultura, impossibile pensare ad un mondo senza libri essi rappresentano un mezzo supremo per tramandare ed accrescere lo scibile umano. A volte però la letteratura riesce a creare dei danni irreparabili, infarcendo la testa dei lettori più vulnerabili di concetti assurdi e teorie strampalate che mai troverebbero riscontro all’interno di un ambiente per così dire scientifico.
Mi riferisco ovviamente a quel Codice da Vinci, vero e proprio caso letterario del secolo partorito dalla mente di quel simpatico genietto di Dan Brown. Ebbene la scrivente ha ricevuto negli ultimi tempi ben due lettere di persone che sarebbero giunte a straordinarie scoperte utilizzando Photoshop ed una foto della Monna Lisa, o Gioconda che dir si voglia. Inoltre diversi esimi ricercatori sono pronti a giurare di aver letto strani codici all’interno degli occhi della celebre donna.
Siamo a Parigi, esattamente il 30 settembre del 1981 il ministro francese di grazia e giustizia Robert Badinter riesce ad abolire la pena di morte in tutta la nazione. Ci sono voluti circa duecento anni di dibattiti e polemiche per arrivare a questa importante decisione. Fu infatti nel lontano 1791 che Louis-Michel Le Peletier de Saint-Fargeau cercò di convincere l’Assemblea Costituente ad abolire la pena capitale. Dal 1791 al 1981, dalla Rivoluzione Francese ai giorni nostri, si è lungamente parlato di giustizia divina e giustizia terrena e sul fatto che un uomo non può sostituirsi a Dio e sottrarre la vita ad un altro uomo.
Otto Dix è il protagonista assoluto di una grande retrospettiva alla Neue Galerie di New York che rimarrà aperta dal 11 marzo al 30 agosto 2010. Più di ogni altro artista Dix ha preso parte ad ogni grande cambiamento del modernismo tedesco, dal realismo, al dada fino al surrealismo ed all’espressionismo, il tutto in una sola decade dei ruggenti anni ’20. Il celebre critico Paul Ferdinand nel 1926 descrisse l’arte di Dix come: “un disastro naturale, devastante come l’esplosione di un vulcano. Non si sa mai cosa aspettarsi da questo uomo selvaggio”.
Lucian Freud è celebre per i suoi dipinti che ritraggono corpi nudi pervasi da una forte carica drammatica. L’artista 87enne, nel corso della sua carriera, ha usato come modelli personaggi famosi del calibro di Kate Moss e Jerry Hall ma ultimamente l’attenzione del maestro si è spostata sui proprietari di due grandi ristoranti di Londra e sarebbe a dire il Wolseley e Clarke’s. Freud ha dichiarato di aver ritratto Jeremy King, co-proprietario del Wolseley sito in Piccadilly per alcuni anni.
