Intervista a James Gallagher

In occasione di Prolonging the ecstacy, prima personale italiana presso la CO2 contemporary art di Roma dell’artista americano James Gallagher, abbiamo preparato un’intervista. James lavora attraverso la tecnica del collage per investigare sulla forma e sull’identità. Attraverso il recupero di immagini di scarto e vecchi manuali di sesso anni ‘60 l’artista ripropone un immaginario personale e provocante che riflette sul mondo circostante.

 

La licenza Creative Commons e l’arte contemporanea

L’opera d’arte appartiene all’artista che l’ha creata, egli detiene i diritti ed ha il potere assoluto di decidere sulle sue sorti. Questa semplice affermazione che in passato era un vero e proprio dogma potrebbe non essere più tale per il prossimo futuro. Stiamo ovviamente parlando della rivoluzione Creative Commons, una tempesta che ha invaso tutte le arti dalla  Fotografia alle immagini in genere passando per le  illustrazioni, i video, l’editoria e la musica.

Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”. Il detentore dei diritti puo’ non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo’ imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da “Share-Alike”).

Ion Barladeanu l’artista clochard, dalle stalle alle stelle

Giusto la scorsa settimana gli ospiti della galleria Anne de Villepoix erano decisamente chic, il vino di Bordeaux emanava il suo color rubino attraverso i calici ben ordinati e le assistenti di galleria erano impeccabilmente fasciate dal loro abito giallo canarino, tutto insomma era perfetto per la più tipica delle mostre parigine. Eppure quell’artista che accoglieva gli ospiti con il suo grande cappello da cowboy con fare da vera star del contemporaneo, aveva qualcosa di misterioso ed effettivamente va detto che fino al 2008 nessuno aveva mai sentito parlare di lui.

Il nome di quell’uomo è Ion Barladeanu ed ha vissuto nella sala di raccolta della spazzatura posta all’interno di un blocco di edifici di Bucarest fino alla metà del 2008, data in cui il mondo ha scoperto la sua creatività. Oggi finalmente il sogno di un romeno che è cresciuto adorando le stars dei film francesi ed ha custodito come un tesoro una miniatura della torre Eiffel, si è finalmente avverato ed anche Barladeanu è riuscito a raggiungere l’agognata meta della prima mostra personale su territorio francese.

Tre grandi mostre da non perdere nel Regno Unito

Tris d’assi d’arte contemporanea per Irlanda e Regno Unito che continuano a macinare grandi mostre su grandi mostre mentre l‘offerta contemporanea italiana marcia decisamente a passo di tartaruga. Si parte con l’ Irish Museum of Modern Art di Dublino che propone fino al 23 marzo un’interessante mostra di Francis Alÿs dal titolo Le Temps du Sommeil. Moderno sognatore urbano Alÿs è da sempre alla ricerca delle assurdità e delle futilità della vita cittadina.

L’artista è la versione contemporanea del concetto del flâneur creato da Baudelaire, un vagabondo senza meta che attraverso la piattezza e la bassezza dell’umanità riesce a cogliere dei momenti poetici. Nel corso dell’evento saranno presentati una serie di dipinti, collages e diari di performances che documentano imprese folli come spingere un grande blocco di ghiaccio attraverso Mexico City fino a vederlo consumarsi in una piccola pozzanghera. La Serpentine Gallery di Londra ospita invece dal 3 marzo fino al 25 aprile, una retrospettiva dedicata a Richard Hamilton.

I Computers trasformano le normali foto in modelli 3d

 Un antico proverbio dice che Roma non è stata costruita in un giorno ma questa impossibile impresa potrebbe riuscire assai semplice nel cyberspazio. Dei ricercatori di Computer Science dell’Università di Washington sono infatti al lavoro per sviluppare un sistema costituito da potenti algoritmi grafici in grado di ricostruire modelli in 3D di edifici e persino di città intere partendo da semplici fotografie. Questo nuovo sistema chiamato PhotoCity è in realtà basato su un progetto originale di Noah Snavely, ricercatore della Cornell University.

Il progetto originale è stato commercializzato dalla Microsoft con il nome di Photosynth ed è in sostanza un portale dove gli utenti possono caricare una sequenza di alcune centinaia di foto che poi formano una scena tridimensionale. Ora però gli scienziati sono al lavoro per ampliare le capacità del programma, permettendogli così di immagazzinare milioni di foto per poi creare un modello tridimensionale di tutte le città del mondo. Ovviamente l’impresa è decisamente titanica e servirebbero centinaia di milioni di dollari di fondi per raccogliere miliardi di immagini che poi andrebbero a costituire l’armatura dei modelli tridimensionali.

Vorreste collezionare opere fotografiche? Michael Wilson vi spiega come fare

Conoscete Michael Wilson? Beh possiamo dirvi che è inglese ed è un grande collezionista di fotografia, Wilson è anche produttore di alcuni film di James Bond, insomma uno che ha fiuto per gli affari. L’uomo ha iniziato la sua avventura verso la fine degli anni ’70 ed adesso è proprietario di una delle più grandi collezioni di fotografie del mondo, tanto da essere ospitate in un centro dedicato, il Wilson Centre for Photography. La scorsa settimana, Wilson ha presenziato ad una conferenza sul collezionismo fotografico alla Photographer’s Gallery di Londra, evento organizzato da ArTactic, compagnia che monitora i progressi del mercato dell’arte.

Secondo ArTactic il mercato fotografico è in forte espansione, grazie all’entrata in gioco di collezionisti dalla Cina, Giappone, India e Medio Oriente. Negli ultimi tempi alcune opere di artisti come Andreas Gursky, Jeff Wall, Richard Prince ed Hiroshi Sugimoto hanno ampiamente superato il milione di dollari. In merito a questo boom del collezionismo fotografico Mr. Wilson ha fornito alcune importanti dritte per chi volesse iniziare una collezione personale. Secondo Wilson bisogna evitare di comprare opere da gallerie troppo blasonate

In mostra a Berlino le visionarie immagini di John Baldessari

 La galleria Sprüth Magers di Berlino ospita attualmente un’interessante mostra dedicata ad una nuova serie di lavori di uno dei più influenti artisti americani, ovvero John Baldessari classe 1931. La carriera del grande artista comincia con la pittura, nella prima metà degli anni Sessanta Baldessari è uno degli interpreti del rinnovamento, in chiave concettuale, della scena artistica della West Coast. Il presente evento dal titolo Hands And/Or Feet (Part Two) rimarrà in visione fino al 16 gennaio 2010 e coincide con la retrospettiva organizzata dalla Tate London dedicata al genio del grande artista ( mostra che si è aperta lo scorso ottobre e si sposterà al MACBA di Barcellona, al LACMA di Losangeles ed al Metropolitan Museum Of Art di New York, viaggiando per tutto il 2011).

L’evento a Berlino ospita 10 opere in larga scala che proseguono l’indagine dell’artista sulle potenzialità espressive del corpo mediante una vasta gamma di media e tecniche. Dopo aver cremato nel 1970 un vasto corpus di dipinti dal 1953 al 1966 ed aver usato le ceneri per cucinare dei biscotti, l’artista si è orientato sui materiali di riuso per creare le sue famose Photo-compositions, incorporando una grande varietà di media nelle sue opere. Assemblando pittura e fotografie su di una superficie tridimensionale, Baldessari ha molte volte esplorato vari significati dell’arte mediante una sintesi formale e tattile.

Arte razzista al Tate Modern

“Ed anche gli inglesi a volte sbagliano” potrebbe essere il titolo di questo nostro articolo. Dopo gli sconcertanti risvolti della mostra shOUT, tacciata di pornografia gay, il Tate Modern riproporrà al pubblico una mostra già condannata come razzista quando fu presentata per la prima volta a New York. Si tratta di Red,Black,Green,Red,White and Blue, progetto di Rob Pruitt e Jack Early consistente in un collage di posters di pop stars, personalità dello sport, attori ed attivisti politici afro-americani, inteso sia come celebrazione che critica.

La Leo Castelli gallery ospitò la mostra nel 1992 e fu un vero putiferio che scatenò polemiche esplosive sia da parte dei critici d’arte sia da parte della comunità nera americana, mettendo così fine alla carriera di Early e fermando per ben sette anni quella di Pruitt. Già perchè dopo il deprecabile show nessuna galleria volle più esporre le opere dei due incauti oltre che stupidi artisti. Tanto per la cronaca Jack Early adesso vive in una specie di motel e lavora come cameriere in un’azienda di catering. Non pago di questo il Tate Modern ha quindi deciso di far rivivere l’intero show donandogli un’intera stanza nel corso della mostra Pop Life: Art in a Material World che aprirà le porte il prossimo 1 ottobre e si propone di esplorare la scena artistica di New York in relazione con la scenda degli Young British Arists.

Alfred Stieglitz, il più grande fotografo del secolo scorso?

Abbiamo una domanda per voi, ma dovete rispondere velocemente chi pensate siano i migliori fotografi del 20esimo secolo? Ovviamente si tratta di una questione spinosa e per di più a bruciapelo. Tuttavia il professor David W. Galenson, docente di economia dell’università di Chicago sembra  avere una degna risposta al quesito. A questo punto vi starete chiedendo cosa c’entrano le scienze economiche con l’arte. Il professor Galenson ha invece applicato un suo metodo statistico con cui ha già stilato altre classifiche per così dire artistiche le quali sono comparse su ben tre libri e su altrettante pubblicazioni per il National Bureau of Economic Research.

Ultimamente Galenson ha persino stilato una classifica dei più grandi artisti del 20esimo secolo mettendo Pablo Picasso e la sua opera Les Demoiselles d’Avignon al primo posto. Per trarre le sue conclusioni Galenson si basa sul numero di apparizioni di un dato artista su di una pubblicazione fotografica. In questo caso il docente ha preso in esame 5 tra le più importanti pubblicazioni internazionali ed ha selezionato i fotografi che apparivano per almeno quattro volte all’interno di esse. Alla fine la lista si è ristretta a venti nomi, Galenson ha quindi scandagliato i migliori 16 libri fotografici editi dal 2000 in poi alla ricerca di foto prodotte dai magnifici venti e le ha sommate.

JR in Kenya e WK interact ad Ancona con Sten&Lex

Siamo ancora qui a parlarvi di Street art, vi sembrerà strano ma pare che tutte le star internazionali di questo caleidoscopico movimento artistico siano attualmente in giro per il mondo con la missione di ripulire i muri cittadini dal grigiore del cemento e dello smog troppo spesso sinonimi di povertà e di emarginazione sociale. Il sempreverde JR ha deciso di portare il suo Women Project nientemeno che in Kenya e precisamente negli slums di Kibera, baraccopoli alienante i cui tetti sono stati letteralmente invasi dalle gigantografie del nostro beniamino.

Le enormi stampe in vinile, stando a quanto afferma JR, sono totalmente impermeabili e resistenti ai forti sbalzi di temperatura propri del clima africano. I soggetti delle stampe sono ovviamente volti e sguardi di donne, troppo spesso calpestate e private dei diritti sociali ed umani. Globartmag ha scovato in rete un reportage-documentario delle gesta del nostro eroe in Africa.

Parentesi italiana per WK Interact, street artist francese di stanza a New York. Il nostro eroe è attualmente tra i partecipanti di Pop up! 2009, festival di arte contemporanea dedicato alla Popular e Urban Art ospitato dalla città di Ancona dal 7 al 30 agosto.

Una camera ardente per Dash Snow alla Deitch Project

La mostra in memoria dell’ormai celebre street artist Dash Snow, morto la scorsa settimana di overdose a soli 27 anni, è un evento informale senza titoli pomposi e regolato da un semplice principio: coloro che in vita hanno conosciuto ed apprezzato Snow sono invitati a portare qualcosa in suo ricordo. Questi oggetti saranno esposti in un piccolo spazio alla Deitch Projects di New York. La galleria diverrà così una sorta di cappella, una particolare camera ardente per un artista del tutto particolare.
“Questa non è una mostra con una linea curatoriale” afferma Kathy Grayson, gallery director della Deitch Projects “Qualsiasi tipo di memoria riguardante il compianto artista è ben accetta” e c’è da dire che con una o due eccezioni la gallerista è riuscita ad aggiungere tutti gli oggetti portati dagli amici e dai fan di Dash Snow. Tra le cose rinvenute c’è anche un grande light box di proprietà del collezionista Mark Fletcher.

L’artista di Bolliwood sbarca a Roma

Continuando il percorso attraverso l’arte contemporanea indiana, il 28 maggio la Z2o Galleria ha il piacere di presentare per la prima volta in Italia Indochine, il lavoro di uno dei massimi esponenti della new wave indiana: Baba Anand (Srinagar, Kashmir 1961).

Baba Anand è internazionalmente famoso per le sue rielaborazioni dei poster dei film bollywoodiani degli anni ’50-’70: collage nei quali le star del cinema indiano vengono adornate come divinità, assumendo – attraverso l’uso di vari materiali come paiette, fiori finti, bindi, stoffe, lustrini – una tridimensionalità che li rende vivi, palpitanti. Traendo linfa vitale dalla cultura popolare del suo Paese, Baba – definito anche l’erede indiano della Pop art – esalta fino al paradosso il gusto del kitch, prendendo gli stereotipi della cultura indiana e facendoli assurgere ad opera d’arte, con ironia e divertimento.

Anselm Kiefer presto alla Gagosian Gallery di Roma

Altro colpaccio della Gagosian Gallery di Roma, dopo il boom di presenze della mostra Greed, A New Fragrance di Francesco Vezzoli presentata lo scorso febbraio in pompa magna ed a cui hanno partecipato numerosi protagonisti del mondo dell’arte, vips e semplici appassionati. Questa volta dal 3 aprile prossimo la galleria più in vista della scena internazionale presenterà una mostra di nuovissime sculture e fotocollages di Anselm Kiefer.

L’artista ha appositamente creato per l’evento un gruppo di otto grandi sculture formando pile irregolari di massicci libri di piombo che si collegano alle tematiche del suo lavoro e cioè la poesia, la mitologia e la storia.