Tris d’assi d’arte contemporanea per Irlanda e Regno Unito che continuano a macinare grandi mostre su grandi mostre mentre l‘offerta contemporanea italiana marcia decisamente a passo di tartaruga. Si parte con l’ Irish Museum of Modern Art di Dublino che propone fino al 23 marzo un’interessante mostra di Francis Alÿs dal titolo Le Temps du Sommeil. Moderno sognatore urbano Alÿs è da sempre alla ricerca delle assurdità e delle futilità della vita cittadina.

L’artista è la versione contemporanea del concetto del flâneur creato da Baudelaire, un vagabondo senza meta che attraverso la piattezza e la bassezza dell’umanità riesce a cogliere dei momenti poetici. Nel corso dell’evento saranno presentati una serie di dipinti, collages e diari di performances che documentano imprese folli come spingere un grande blocco di ghiaccio attraverso Mexico City fino a vederlo consumarsi in una piccola pozzanghera. La Serpentine Gallery di Londra ospita invece dal 3 marzo fino al 25 aprile, una retrospettiva dedicata a Richard Hamilton.

Una delle più famose opere dell’arte contemporanea è stata creata proprio dall’artista britannico, si tratta del collage dal titolo Just What Is It That Makes Today’s Homes So Different, So Appealing? (1956) e tra uomini muscolosi, casalinghe e prodotti di largo consumo piazzati all’interno di una casa moderna, Hamilton ha dato il via alla Pop Art. Occasione ghiotta quindi per ammirare le opere (questa volta ispirate dalla politica) di un artista multidisciplinare che ha saputo sempre rinnovarsi nel corso dei tempi.

 La Tate Britain di Londra propone. Dal 24 febbraio all’8 agosto, uno dei più grandi nomi del 20esimo secolo. Si tratta di Henry Moore, celeberrimo scultore stile influenzato dall’arte primitiva e tribale rche riuscì a rompere con i canoni classici tradizionali. Henry Moore amava ispirarsi al corpo umano. Le sue statue rappresentano corpi primitivi e deformati, spesso dalle lunghe membra innaturalmente distese ma dinamiche nei gioco dei movimenti. Spesso raffigurano donne, simbolo di fertilità, o figure supine che sottolineano come l’uomo appartenga alla natura. La mostra alla Tate Britain propone un’enormità di opere e sicuramente non mancherà di affascinare il pubblico.

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