Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

Munch e lo spirito del Nord

Nel suo progetto pluriennale dedicato alle Geografie dell’Europa, e dopo la prima tappa costituita dalla rassegna che indagava le relazioni tra la pittura francese della seconda metà del XIX secolo e la contemporanea pittura nella nazioni del centro ed est Europa, Villa Manin a Codroipo (UD) propone  dal 24 settembre il suo secondo importante appuntamento. Per un progetto, nella sua interezza, volto a studiare alcune delle maggiori evidenze della pittura europea tra la metà del XIX secolo e il primo decennio di quello successivo.

Munch e lo spirito del Nord. Scandinavia nel secondo Ottocento vuole, per la prima volta in Italia, costruire il racconto di una storia che identifichi appunto lo spirito del Nord con la pittura in Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca. Specialmente dedicata al paesaggio, ma ben raccolta anche attorno al tema del ritratto e della figura, la mostra, composta di circa 120 dipinti provenienti specialmente dai musei scandinavi ma anche da alcuni altri musei sia europei che americani, si divide in cinque sezioni. Le prime quattro riservate alle scuole nazionali di quegli Stati, mentre la sezione di chiusura viene dedicata a Edvard Munch, con 35 opere in totale.

La Francia cala i suoi assi per il 2010

 Avevamo citato ieri la mancanza di buone notizie dal versante francese e ci eravamo ripromessi di parlarvi dei transalpini non solo riguardo scioperi e furti d’arte. Oggi siamo quindi qui a fornirvi una lista di impedibili mostre che avranno luogo a Parigi, proprio come avevamo fatto nel nostro precedente articolo sull’Inghilterra.

Il Centro Pompidou renderà omaggio all’eccentrica pittura di Lucian Freud in una mostra monografica dal titolo Lucian Freud. L’atelier che aprirà le sue porte dal 10 marzo. Questa è la seconda grande retrospettiva dedicata a Freud in territorio francese. La prima fu organizzata sempre dal Centro Pompidou nel 1987.

Il Grand Palais di Parigi propone invece dal 24 febbraio al 24 maggio una mostra dedicata al più sublime dei pittori inglesi : William Turner (1775-1851). Il grande maestro sarà il protagonista dell’evento intitolato Turner et les Maîtres, dove il genio del pittore inglese sarà affiancato ad opere che hanno ispirato la sua creatività e stiamo parlando di nomi del calibro di Canaletto, Rembrandt, Rubens e Claude le Lorrain.

Nuovo furto ad Oslo, povero Munch!

 Giusto pochi giorni fa stavamo appunto parlando di classifiche sui furti d’arte nel mondo in un nostro articolo. Come ben ricorderete la Gran Bretagna figurava al primo posto in quanto a volume di opere rubate negli ultimi trent’anni mentre la Norvegia, pur avendo subito il furto nel 2004 delle due opere ( di inestimabile valore) di Edvard Munch l’Urlo e Madonna direttamente prelevate dal Munch Museum di Oslo, non figurava tra le prime quindici nazioni più pericolose per le collezioni d’arte.

C’è inoltre da dire, per dovere di cronaca, che le celebri opere furono ritrovate dalla polizia un anno dopo il furto. Ebbene neanche a farlo a bella posta ieri i ladri di opere d’arte sono andati a bussare nuovamente a casa Norvegia ed anche questa volta si sono accaniti contro il povero Edvard Munch che potrebbe quindi concorrere per una speciale classifica dedicata all’artista più ricercato dai ladri. Questa volta i malfattori hanno sottratto una litografia di valore dal titolo History al noto art dealer di Oslo Pascal Nyborg e bisogna essere pure allegri perchè fortunatamente il dipinto History (1911-1916) è ancora al suo posto alla Oslo University.

Collezionisti non andate in Inghilterra!

 Se siete estimatori d’arte contemporanea probabilmente avete anche il sogno di poter un giorno costruire una piccola collezione di opere, magari molti di voi già possono contare su qualche pezzo da novanta o qualche stampa in edizione limitatissima. In ogni caso futuri collezionisti o grandi collezionisti attenti a voi, non trasportate mai le vostre preziose opere nel Regno Unito.

Già perché secondo l’Art Loss Register, organizzazione che si occupa di registrare i furti ed i trafugamenti d’arte in tutto il mondo ha recentemente stilato un sondaggio secondo il quale la Gran Bretagna sarebbe al primo posto per quanto riguarda i furti d’arte. La cosa assai singolare è che l’isola britannica ha doppiato gli Stati Uniti, decisamente più grandi e più affollati. Secondo L’Art Loss Register dal 1976 ad oggi sono state trafugate 53.709 opere d’arte in Gran Bretagna, 21.079 negli Stati Uniti, 15.562 in Francia e la bellezza di 15.041 in Italia che si conferma al quarto posta di questa classifica decisamente infamante.