10 videoartisti israeliani in mostra al MLAC

Mercoledì 4 aprile 2012, il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma, presenta un Group Show video di dieci artisti israeliani selezionati tra i docenti e i laureati della Scuola Hamidrasha of Art, Beit Berl College di Israele. La mostra Time and a Half, titolo tratto dal lavoro di Mika Rottenberg, è a cura di Doron Rabina, Ben Hagari e Giorgia Calò.

L’inaugurazione sarà preceduta alle ore 16.00 da una Masterclass in cui interverranno i curatori della mostra e Miri Rosman, Direttore External Relations, Science and Culture del Beit Berl College. I docenti dell’Hamidrashà School of Art (tra cui Guy Ben-Ner, Boaz Arad, Ben Hagari), così come gli studenti (quali Mika Rottenberg, Ofri Cnaani, Tom Pnini), sono tra i più importanti video artisti in Israele. Attraverso la loro ricerca video e cinematografica, danno luogo ad un’arte creativa, ambiziosa e dinamica di forte interesse. La mostra mette in luce temi di rilevanza universale, offrendo l’opportunità di conoscere, con una varietà di voci e modi di espressione, la ricerca video israeliana.

Yifat Bezalel – SOUGHT CITY

Lunedì 12 marzo 2012, la galleria Marie-Laure Fleisch di Roma presenta la mostra personale di Yifat Bezalel dal titolo Sought City. Questo è il secondo dei quattro eventi previsti in galleria nell’arco di un anno dal progetto About Paper. Israeli Contemporary Art, a cura di Giorgia Calò. Il programma espositivo prevede la partecipazione di sette artiste impegnate su tematiche eterogenee, il cui trait d’union è la carta declinata secondo le proprie indagini personali.

Yifat Bezalel, partendo dal disegno e dalla carta, realizzerà un lavoro site-specific in cui gli elementi usati vengono sapientemente inseriti in un complesso contesto installativo che analizza il senso dello spazio, attraverso l’esposizione di oggetti sospesi al soffitto insieme ad una moltitudine di disegni. Il lavoro è incentrato sul senso del desiderio che la giovane artista dispone in fasi successive che si strutturano dal concreto allo spirituale. Metafora di questi passaggi di stato è la città di Gerusalemme, terra promessa e luogo fisico concreto, ma allo stesso tempo luogo immaginato, desiderato e cercato dall’artista come sede di un tempio interiore.

Viaggio tra le fondazioni d’arte contemporanea romane

Giovedì  9 febbraio alle ore 18.30, l’ex Gil di Roma ospita il convegno Viaggio tra le fondazioni d’arte contemporanea romane, a cura di Giorgia Calò e Paola di Giammaria.

L’evento si pone come obiettivo quello di presentare le fondazioni che operano sul territorio romano per farne emergere le differenze, le strategie, il loro posizionamento nel sistema dell’arte e i rapporti con i giovani artisti e i giovani curatori, parlando anche delle attività editoriali promosse dalle stesse. Il dibattito affronta dunque temi artistici, economici e sociali di forte attualità, indagando sulle motivazioni che hanno spinto tanto i collezionisti quanto i grandi musei a trasformarsi in enti privati senza finalità di lucro. Come promotore dell’evento, aprirà il dibattito Alessandro Tiradritto, segretario della Fondazione Franz Ludwig Catel, impegnata nella valorizzazione e nel sostegno dell’arte contemporanea con uno sguardo particolare ai giovani artisti. 

Arte contemporanea made in Israel alla Marie-Laure Fleisch di Roma

Mercoledì 14 dicembre 2011, la galleria Marie-Laure Fleisch presenta per la prima volta in Italia il lavoro di due artiste israeliane, Maya Attoun e Hilla Ben Ari, con la mostra Falling in Line. Questa è la prima di quattro mostre previste in galleria nell’arco di un anno (dicembre 2011 – dicembre 2012), il cui progetto complessivo, dal titolo About Paper. Israeli Contemporary Art, curato da Giorgia Calò, vedrà la partecipazione di Hilla Ben Ari, Maya Attoun, Yifat Bezalel, Maya Zack, Etty Abergel, Yael Balaban e Ofri Cnaani.

Sono sette artiste di generazioni diverse che lavorano su tematiche eterogenee, il cui trait d’union è la carta declinata secondo le proprie indagini personali, nella realizzazione di installazioni site specific. Le artiste affrontano questioni differenti che vanno dalla meta-comunicazione alle ricerche intorno alla vulnerabilità femminile, dalla rappresentazione di una dimensione illusoria fortemente estetica alla raffigurazione di luoghi epici, dalla presenza/assenza dell’uomo alla natura effimera della memoria.

Danilo Bucchi al Mlac di Roma

Il segno, ossessione avanguardista, torna a popolare gli spazi del contemporaneo nella mostra personale di Danilo Bucchi al MLAC – Museo laboratorio di arte contemporanea di Roma a cura di Domenico Scudero e Giorgia Calò. L’esposizione, per l’appunto intitolata S I G N S. The Black Line, sarà inaugurata il 10 marzo e sarà visibile fino a fine mese.

Articolata in due sezioni: nella prima, quella che riguarda il piano superiore del museo, sarà possibile visionare gli ultimi lavori dell’artista connotati da una ricerca ossessiva sul segno in cui è possibile intravedere morfologie note, care alle esperienze di artisti quali Paul Klee. E a ben pensarci, Klee era stato un grande semiotico dell’arte visiva evidenziandone appunto la natura psichica, le sue opere, come quelle di Bucchi, erano denotate da segni semplici, ridotte all’essenziale, situate in quella zona franca dell’esperienza in cui la forma non è che un filtro attraverso cui rendere la natura sensibile.

Einat Amir al MLAC di Roma

Si inaugura il 10 febbraio, presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte contemporanea dell’università la  Sapienza, la personale dell’artista israeliana  Einat Amir ,”_____ Please”, a cura di Giorgia Calò e Anita Tania Giuga. L’artista verte la sua ricerca artistica sull’uso dei media come strumento analitico per la definizione dei rapporti sociali, dalla politica, alla sessualità, dalla rappresentazione alla comunicazione.

All’interno del ciclo espositivo del MLAC, l’artista propone una performance già sperimentata in vari paesi del mondo in cui, di volta in volta, presenta attori del luogo come fossero sue opere d’arte e ne documenta gli esiti in un progetto espositivo itinerante intitolato appunto “_____ Please”. Oltre alla Performance e alla documentazione relativa, sarà presentato anche Phase Three, video documentazione di una performance tenutasi alla Scaramouche Gallery di New York in occasione della Biennale Performa09.

Il percorso della memoria nell’arte contemporanea

Per il nostro paese, che sembra avere un rapporto difficile con la memoria storica, ancora un’occasione di riflessione. Il 25 gennai si è inaugurata a Roma,  presso la Ermanno Tedeschi Gallery di Roma, la mostra Per non dimenticare. Le forme culturali della memoria nella rappresentazione della shoà, a cura di Giorgia Calò.

L’intento della mostra dal respiro internazionale, è di tracciare attraverso l’esperienza di 14 artisti un percorso della memoria che riproponga forme e contenuti inserendoli nel contesto più ampio dell’elaborazione per ciò che è stato. Tra gli artisti spiccano Menashe Kadishman, che ripropone un’istallazione del 1999 intitolata Shalechet. Fallen Leaves precedentemente presentata al Museo della Shoà di Berlino. L’opera interamente realizzata in ferro, appare come un’insieme di volti deformati dall’orrore ma che al tempo stesso di fondono, perdono identità.