Arte contemporanea made in Israel alla Marie-Laure Fleisch di Roma

di Redazione Commenta

Mercoledì 14 dicembre 2011, la galleria Marie-Laure Fleisch presenta per la prima volta in Italia il lavoro di due artiste israeliane, Maya Attoun e Hilla Ben Ari, con la mostra Falling in Line. Questa è la prima di quattro mostre previste in galleria nell’arco di un anno (dicembre 2011 – dicembre 2012), il cui progetto complessivo, dal titolo About Paper. Israeli Contemporary Art, curato da Giorgia Calò, vedrà la partecipazione di Hilla Ben Ari, Maya Attoun, Yifat Bezalel, Maya Zack, Etty Abergel, Yael Balaban e Ofri Cnaani.

Sono sette artiste di generazioni diverse che lavorano su tematiche eterogenee, il cui trait d’union è la carta declinata secondo le proprie indagini personali, nella realizzazione di installazioni site specific. Le artiste affrontano questioni differenti che vanno dalla meta-comunicazione alle ricerche intorno alla vulnerabilità femminile, dalla rappresentazione di una dimensione illusoria fortemente estetica alla raffigurazione di luoghi epici, dalla presenza/assenza dell’uomo alla natura effimera della memoria.
Come si evince dal titolo della mostra, Falling in Line, gli elementi lineari caratterizzano i procedimenti visivi di Maya Attoun e Hilla Ben Ari, dando vita ad un’installazione condivisa e unica e innescando una relazione tra i rispettivi lavori e lo spazio che li ospita. L’effetto combinato delle linee che si intrecciano e attraversano griglie e tessiture a zig zag reali e immaginarie, da luogo a movimenti discontinui che portano ad una voluta tensione tra un senso razionale dell’ordine e al contempo una direzione più introspettiva e casuale. Nel titolo c’è inoltre una somiglianza fonetica con la frase “Falling in Love”, introducendo così anche ad un’altra questione dibattuta dalle artiste: la relazione inscindibile tra l’oscillazione fisica e la fluttuazione emotiva.

Maya Attoun mostrerà una serie di installazioni che vanno oltre al concetto stesso di disegno, attraversando vari media come la scultura, gli oggetti trovati, il wall paper e il suono. I temi visuali, le nozioni scientifiche e i riferimenti letterari, prevalentemente neo-gotici, costituiscono ciascun lavoro. Rope (Ofelia), ad esempio, è un disegno a matita nera realizzato su due fogli di carta in cui sono raffigurate due mani che tengono una corda. Un wall paper rappresentante una colata nera andrà a coprire parte del muro della galleria su cui è esposto il disegno stesso, per poi finire a terra, confluendo all’interno di un altro lavoro dal titolo Moving. Quest’ultima è un’installazione sonora caratterizzata da un giradischi su cui è posto un piatto in ceramica rotto. Il suono viene emesso dall’ago che rimbalza sulla frattura del piatto evocando uno stato fortemente emotivo dell’essere.

Hilla Ben Ari esporrà una serie di lavori realizzati ad hoc per la mostra, tra cui uno di grandi dimensioni rappresentante tre figure femminili in connessione le une con le altre mediante una particolare trama composta da strisce di carta e fili. Dalla fragilità della carta, e il movimento determinato dalla sua particolare tessitura, le figure si “animano” nello spazio e diventano quasi tridimensionali, tendendo a sottolineare la manifestazione di un perpetuo atteggiamento instabile. Nel secondo spazio della galleria, ripensato come una “Project Room”, Hilla Ben Ari presenterà inoltre il video Dusk, in cui l’immagine di una figura femminile posizionata orizzontalmente e leggermente al di sopra del suolo, si libra sopra di esso in una sorta di distacco sterile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>