Due mostre alla Triennale di Milano

La mostra “Ugo Mulas: Esposizioni” offre un percorso inedito nell’opera del fotografo milanese.  L’attenzione di Mulas per le consuetudini legate alla fruizione dell’arte permette di attraversare i musei, le gallerie, le collezioni private d’Europa e d’America, di osservare il rapporto dei visitatori con le opere negli spazi pubblici e gli interni delle abitazioni dove gli oggetti d’arte sono legati ancora ad un rito intimo, condiviso dal collezionista con i suoi ospiti.

Le inaugurazioni delle Biennali, il pubblico dei grandi musei francesi, russi e tedeschi (1959-60), l’invasione delle opere nelle strade e nelle piazze di Spoleto per la mostra Sculture nella città (1962) sono esempi di una visione critica che porta Mulas a leggere le trasformazioni delle esposizioni negli anni Sessanta. Dal 1964 iniziano i viaggi negli Stati Uniti, dove Mulas coglie l’atmosfera delle gallerie e delle case dei collezionisti americani, accompagna Marcel Duchamp a rivedere le sue opere nelle sale del MoMA e racconta l’inaugurazione della personale di Alexander Calder al Guggenheim (1964). La Biennale del ‘68 segna la fine di una stagione, la crisi delle istituzioni museali, la critica al collezionismo e alla privatizzazione dell’arte.

Fabio Mauri al Palazzo Reale di Milano

Dal 19 giugno al 23 settembre 2012 Palazzo Reale ospita in esclusiva nelle sue sale uno straordinario progetto espositivo: Fabio Mauri. The end. La mostra, – curata da Francesca Alfano Miglietti e prodotta dal Comune di Milano – Cultura Moda Design, raccoglie per la prima volta le opere più importanti di FABIO MAURI: installazioni, oggetti, performance, opere, emozioni e visioni dell’artista che ha fatto dell’ideologia un materiale dell’arte.

Il progetto, nelle suggestioni di un edificio altamente simbolico della città, si muove su diversi registri espositivi che insieme costituiscono un itinerario unitario e coerente: un primo percorso, più intimo, per l’esposizione di una raccolta inedita di disegni, un secondo percorso, inaspettato e palese, delle più importanti installazioni di Fabio Mauri, e un ultimo che raccoglie una ricca selezione di ‘Schermi’, le prime opere monocrome dell’artista realizzate alla fine degli anni Cinquanta che contengono già il riferimento al cinema e alla civiltà contemporanea dell’immagine.

Ladies Italian Games al Misael di Shanghai

Aprono a Shanghai contemporaneamente il Nuovo Misael Cultural Area e la Mostra ospite del Neo-nato spazio “LADIES ITALIAN GAMES” a cura del Direttore Creativo del Progetto Angelo Cruciani. Quattro le Ragazze convocate che attraverso la Fotografia descriveranno con un gusto italo-internazionale, un lavoro di profonda ricerca interiore che inaspettatamente utilizza un mezzo nato per imprimere realtà. Sono: Beatrice Morabito, Dorian Rex, Chiara Fersini, Maria Rita Carota le quattro “signorine” prescelte a rappresentare l’Italia in una mostra collettiva dove lo stereotipo della femminilità italiana viene completamente ribaltato.

La Cina infatti ha un concetto di Donna Mediterranea legato alle immagini Gabbaniane e Bellucciane che negli ultimi anni hanno plagiato inesorabilmente l’ideale collettivo Orientale: sensualità, sessualità, esibizionismo e desiderio gli ingredienti alla base della Lady Tricolore rigidamente idealizzata come sex machine. L’Arte incece propone una Donna più misteriosa: sicuramente più consapevole riguardo all’erotismo (a diversità dei grandi tabù Asiatici) e assolutamete ferma a sottolineare il potere celebrale che contraddistingue le Ragazze dello Stivale.

Benvenuto Disertori al Mart di Trento

Benvenuto Disertori (1886-1969), grande maestro dell’incisione, è conosciuto soprattutto per le sue “acquaforti civiche”, vedute di città dell’Italia, ampiamente apprezzate e studiate dalla critica d’arte. Esiste però un aspetto centrale della vicenda artistica di Disertori che non è altrettanto noto: ritratti, nudi e raffigurazioni allegoriche che rivelano come l’incisore trentino sia stato un interprete attento e raffinato della cultura Liberty e simbolista.

Cinquanta di queste opere sono ora al centro della mostra “Benvenuto Disertori. Un segno Liberty”, a cura di Alessandra Tiddia, in programma dal 16 giugno – 2 settembre 2012 nella sede di Torre Vanga a Trento.  Affiancata da un catalogo con testi di Andrea Disertori, figlio dell’artista, di Duccio Dogheria e di Alessandra Tiddia, la mostra si concentra in particolare sull’attività di ritrattista di Disertori; accanto alle incisioni saranno esposte per la prima volta una selezione di matrici xilografiche, e in rame e zinco, relative alle opere presentate e un nucleo di disegni inediti provenienti dalla collezione di famiglia. Inoltre, nel catalogo della mostra il Mart pubblica la lista completa delle opere di Disertori presenti nelle proprie collezioni, per offrire un essenziale strumento di approfondimento agli studiosi.

Gillo Dorfles. Kitsch alla Triennale di Milano

La Triennale di Milano presenta la mostra “Gillo Dorfles. Kitsch – oggi il kitsch” curata da Gillo Dorfles, insieme con Aldo Colonetti, Franco Origoni, Luigi Sansone e Anna Steiner. Nel 1968 esce “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto” edito da Mazzotta, una serie di approfondimenti teorici che hanno aiutato a descrivere il concetto di kitsch in tutte le sue articolazioni; concetto che Dorfles per primo ha contribuito in modo decisivo a definire, a livello internazionale.  Il testo di Dorfles è una vera pietra miliare per la comprensione e l’evoluzione del “cattivo gusto” dell’arte moderna; afferma che alcuni capolavori della storia dell’arte come il Mosé di Michelangelo, la Gioconda di Leonardo sono “divenuti emblemi kitsch perché ormai riprodotti trivialmente e conosciuti, non per i loro autentici valori ma per il surrogato sentimentale o tecnico dei loro valori”.

“L’industrializzazione culturale, afferma Dorfles, estesa al mondo delle immagini artistiche ha condotto con sé un’esasperazione delle tradizionali distinzioni tra i diversi strati socio-culturali. La cultura di massa è venuta ad acquistare dei caratteri assai diversi (almeno apparentemente) dalla cultura d’élite, e ha reso assai più ubiquitario e trionfante il kitsch dell’arte stessa.”

Posseduti dall’amore al Progetto Tangram di Brescia

Leggendo il recente saggio di Michael Hardt e Toni Negri, Comune (2009), col quale si conclude la trilogia aperta da Impero (2000) e proseguita con Moltitudine (2004), ci si imbatte, ad un tratto, in un vero e proprio inno all’amore, fondato sulla necessità della sua rivalutazione concettuale nell’ambito della teoria politica, del discorso filosofico e persino della scienza economica e ciò malgrado i due autori sappiano «ormai bene che questo termine mette a disagio molti lettori», alcuni dei quali «si rigirano nervosamente sulle loro sedie», mentre «altri alzano le spalle con aria di superiorità» e che gli stessi filosofi, teorici politici ed economisti che spesso, pur senza accantonare «il loro algido rigore intellettuale», parlano d’amore sono così inibiti da precludersi la possibilità di fornirci importanti insegnamenti.

«L’amore», si spingono persino a dichiarare, quasi riecheggiando il San Paolo della Prima lettera ai Corinzi, «è il cuore pulsante del programma che abbiamo sviluppato fino a questo punto senza il quale il resto sarebbe un ammasso senza vita». Posseduti dall’amore, intende costituire un primo passo in vista di un’esplorazione plurilinguistica e pluridisciplinare del legame esistente tra potenza dell’amore e prodursi dell’arte; sull’amore come principio costituente della creazione artistica, così come sull’arte costituita dalla pratica amorosa.

Torna Art Basel, la fiera che non perde colpi

Le fiere d’arte contemporanea del nostro belpaese non se la stanno passando molto bene. L’ultima rovinosa caduta di Rome contemporary è solamente la punta di un iceberg ben più profondo di quanto si possa scorgere dal nostro piccolo battello in balia delle onde. Anche Torino, Milano e Bologna non sono di certo le punte di diamante delle manifestazioni  di mercato del tricolore. Il calo di pubblico ed i micidiali tagli organizzativi non hanno di certo giovato ed alcuni galleristi hanno già minacciato di disertare ogni kermesse nazionalpopolare.

 C’è però una fiera che sembra non sentire la crisi e che ogni anno rilancia la posta, proponendo un programma sempre più ricco e sofisticato in grado di attirare chi cerca la giusta dose di stile, lusso e glitter. Stiamo ovviamente parlando dell’inossidabile Art Basel, celebre polo fieristico che ogni anno riesce ad attirare centinaia di aficionados dell’arte provenienti da ogni parte del globo.

Do not think alla Fabbrica del Vapore di Milano

Arriva a Milano, alla Fabbrica del Vapore “Do not think“, il progetto skateboarding promosso dalla Fondation d’Art Oxylane, dopo le tappe di Berlino e Wroclaw (Polonia) e prima di proseguire il viaggio verso Barcellona, Marsiglia e Londra.  Opere di: Andrea Belfi, Dave the Chimp, Brad Downey, Jacques Floret, Micha Wermkauf & Matthias Leinke, Christian Roth, The Wa

Un incontro tra arte e sport: una grande rampa per skate decorata verrà regalata alla città di Milano e sarà realizzata all’interno del piazzale della Fabbrica del Vapore, mentre l’esposizione proseguirà in alcuni spazi interni. In mostra le opere di otto artisti tra musica, disegni, installazioni, fotografie e video, tutte ispirate al mondo dello skateboarding, con il patrocinio del Comune di Milano.

Nature Vs Nurture alla FaMa Gallery di Verona

NATURE VS NURTURE è la nuova mostra collettiva di FaMa Gallery che presenta opere di David Casini, Mat Collishaw, Patricia Piccinini, Barry Reigate e Sissi. L’esposizione inaugura venerdì 8 giugno e resterà aperta fino al 28 luglio 2012.  Nature vs nurture, natura vs educazione, cultura. Questa dicotomia – tra le caratteristiche e i tratti per così dire naturali, insiti nell’individuo e antecedenti qualsiasi influenza data dalla società e dalla cultura e tutto ciò che, invece, lo forma e lo modella e che proviene dal contesto nel quale egli si sviluppa – rimasta per lungo tempo al centro del dibattito scientifico, in particolar modo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha prodotto innumerevoli studi sull’origine innata o culturale dei tratti fisici e comportamentali umani ed è tornata recentemente al centro dell’attenzione degli studiosi, soprattutto in ambito umanistico.

La mostra NATURE VS NURTURE muove da questo ampio e complesso dibattito per interrogare il lavoro di cinque artisti che analizzano nella loro pratica, seppur con tecniche e approcci differenti, il metodo scientifico, fino ad arrivare ad appropriarsi dei suoi presupposti e dei suoi obiettivi, ma indagano allo stesso tempo sulle conseguenze, anche politiche, che le idee di evoluzione e progresso hanno nella definizione di una società moderna.

Ashley Bickerton Alla Cardi Black Box di Milano

Ho sempre amato la pittura, la fotografia e la scultura come tecniche utilizzate separatamente nel lavoro di altri artisti. Tuttavia, personalmente, credo che esse siano “problematiche” come forme individuali d’espressione: infatti, è solo nel loro utilizzo congiunto che riesco a sentirmi veramente a mio agio. La pittura mi è sempre sembrata troppo “cartonata”, la fotografia un po’ troppo fredda, e la scultura…Diciamo che non mi sono mai sentito troppo a mio agio nello spazio tridimensionale.

Nei lavori dei primi anni dipingevo direttamente sui miei modelli, sui loro vestiti ed accessori; successivamente li fotografavo in una serie di primi piani, da “cucire” insieme dopo essere stati “cubificati” attraverso Photoshop. Ciò che ne risultava veniva poi stampato su tela e quindi intervenivo con la pittura. Con il passare del tempo la pittura e lo strato di colore e trucco applicato sui miei modelli è diventato più spesso e più brutale, gli accessori e gli ornamenti sempre più irreali.

Yves Klein al Palazzo Ducale di Genova

Il judo e il teatro sono gli elementi dell’opera di Klein su cui hanno puntato l’attenzione i curatori di questa mostra evento che si apre a Genova a Palazzo Ducale il 6 giugno 2012 , giorno in cui ricorrono i 50 anni dalla morte di Yves Klein.  Yves Klein affascinato dalla sensualità del corpo e dal suo movimento lo mette in scena di ritorno dal suo viaggio di studio in Giappone. Dopo aver sorpreso, incantato e scandalizzato l’Europa e l’America con opere d’arte realizzate come performance teatrali, giunge al concetto di superamento dell’arte.

Ad affrontare questa, ancora poco indagata, “vita sul tatami” di Yves Klein: Sergio Maifredi, uomo di teatro e cintura nera di judo; Bruno Corà, critico d’arte che ha raccontato l’artista nelle più importanti esposizioni a lui dedicate in Europa; Daniele Moquay, fondatore degli Archivi Klein a Parigi.

Changing states of matter alla Brand New Gallery di Milano

Brand New Gallery è lieta di presentare la collettiva Changing states of matter, una mostra pensata per svelare i processi della creazione artistica, che si svolgono attraverso una “produzione ipotetica” del reale, portata al limite estremo dell’esperienza sensoriale. Attraverso la frammentazione del lavoro iniziale, questo gruppo di artisti indaga la materia per rivelarne nuove forme e sembianze, dando vita a mondi misteriosi ottenuti sovvertendo le tecniche artistiche tradizionali. Ognuno degli artisti inclusi in questa group show sceglie il mezzo espressivo in base alla propria esperienza della materia tangibile e dell’intimità della memoria. La materia diviene quindi metafora delle strutture sociali e delle realtà che ci circondano, e la sua aggressione diviene pratica utile ad esplorare il rapporto con l’alterità ed il reciproco scambio che costantemente avviene tra le persone e gli oggetti.

Sebbene alcune delle opere proposte in questa mostra possono sembrare, nei termini canonici della storia dell’arte, molto tradizionali, la differenza è apportata dalla sovversione dei luoghi comuni ereditati e connessi con il genere. Esse svelano una tensione evidente tra il pensiero ed il processo costitutivo, che consente di concepire una nuova modalità scultorea offrendo una visione caleidoscopica di spazi indefiniti.

MASBEDO al Centro Luigi Pecci di Prato

Dall’anno del Drago alla performance audio-visiva dei Masbedo con Gianni Maroccolo e Lagash :il 30 maggio serata da non perdere al Centro Pecci. Il 30 maggio al Centro per l’arte contemporanea luigi Pecci, due eventi che celebrano la contemporaneità nella maniera più alta. La densa giornata al Museo del 30 maggio è stata pensata per inaugurare l’orario estivo che vedrà l’apertura del museo dalle 16 alle 23, ogni giorno (escluso il martedì), con visite guidate gratuite al costo del biglietto alle ore 21.00 ogni mercoledì.

La serata inizia alle 19.00 con l’inaugurazione della mostra a cura di Dryphoto e dell’Associazione Buddista della Comunità cinese in Italia che ospita i lavori degli artisti Andrea Abati, Stefano Boccalini, Michelangelo Consani, Leone Contini, Da Wing, Valentina Lapolla, Shou Li, Franco Menicagli, Robert Pettena , chiamati a lavorare sul tema della presenza della comunità cinese a Prato partendo dall’evento dei festeggiamenti per l’inizio dell’anno del Drago. A seguire un apertitivo italo-cinese a base di piatti tipici della cultura cinese.

Architettura in città a Torino

Il Festival “Architettura in Città” torna per il secondo anno con un intenso programma di iniziative culturali a popolare spazi aperti e luoghi privati a Torino e nell’area metropolitana dal 30 maggio al 2 giugno 2012. Promosso dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Torino e dalla Fondazione OAT, il festival di Torino si differenzia da altre simili manifestazioni in Italia e in Europa come occasione per avvicinare all’architettura un pubblico vasto attraverso la complicità di altre forme progettuali e artistiche. Nove le categorie tematiche all’interno delle quali sono raccolte le numerose iniziative; sei già presenti in calendario nella prima edizione: architettura e design, città e paesaggio, arte, teatro e cinema, musica, libri; tre che fanno la loro comparsa per la prima volta: smart, radical e educational.

Il Festival inaugura il 30 maggio alle 18.00 con il primo degli incontri Radical presso la Sala Conferenze dell’Archivio di Stato: il curatore della mostra “Radical City” Emanuele Piccardo intervista Bruno Orlandoni e a seguire l’apertura della mostra Radical City, la produzione più importante della Fondazione OAT, visitabile dal 30 maggio al 30 giugno. La mostra affronta il tema della città come spazio di sperimentazione delle teorie espresse dall’architettura radicale italiana, attiva dal 1963 al 1973 e per molti anni esclusa dalla storia dell’architettura ufficiale, ad opera di Archizoom, Superstudio, UFO, Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Pietro Derossi/Strum, 9999, Zziggurat.