Impossible Project, ben tornata Polaroid

Alzi la mano chi di voi non ha mai agitato una Polaroid in attesa di veder comparire l’immagine scattata solamente un attimo prima. Le pellicole istantanee Polaroid hanno per anni dato la possibilità a milioni di persone di sviluppare in pochi secondi le loro fotografie rappresentando una valida risposta al moderno digitale e fornendo un valido supporto in svariati ambiti professionali.

Inoltre grazie alla sua versatilità ed ai suoi caratteristici colori la pellicola Polaroid divenne nel corso degli anni un vero e proprio media artistico, basti pensare alle scomposizioni di David Hockney ed ai nudi di Nobuyoshi Araki. Anche Andy Warhol non riusciva a separarsi dalla sua macchina fotografica Polaroid Sx-70 con cui fotografava in modo maniacale qualsiasi cosa. La lista di artisti contemporanei che hanno utilizzato la pellicola brevettata dalla famosa industria inglese è lunghissima, si va da Helmut Newton a Mary Ellen Mark passando da Lucas Samaras, Duane Michals e tanti altri.

Werner Herzog a go-go con 3 nuovi films

Werner Herzog è ormai una vera e propria superstar tanto che quest’anno è riuscito persino a farsi invitare alla Whitney Biennial, assottigliando gli spietati confini tra le arti visive. A 69 anni il grande regista tedesco potrebbe dirsi soddisfatto, il pubblico lo osanna e la critica lo porta su un vassoio d’argento. Eppure il nostro Herzog non si è montato la testa.

 Dopo capolavori del calibro di Nosferatu, Fitzcarraldo e Cobra Verde (tutti aventi come protagonista il dispotico Klaus Kinski) e meravigliosi documentari come Apocalisse nel deserto, Little Dieter Needs to Fly e Il diamante bianco, il nostro poetico regista ha in serbo nuove ed esaltanti avventure per il suo pubblico.

La fotografia e il voyeurismo alla Tate Modern di Londra

 Nuova ed ambiziosa mostra alla Tate Modern di Londra, il progetto dal titolo Exposed: Voyeurism, Surveillance and the Camera (in visione dal prossimo 28 maggio fino al 3 ottobre 2010) è infatti basato sulla dimensione trasgressiva e provocatoria della fotografia, vissuta come  una sorta di mezzo di sorveglianza o di spionaggio del privato. Il lavori in mostra sono infatti riuniti in 5 grandi temi del voyeurismo fotografico e sarebbe a dire la fotografia di strada, le immagini sessualmente esplicite, le paparazzate ai divi, le immagini di morte e violenza ed infine le immagini di sorveglianza.

Oggi grazie ai nuovi telefoni cellulari dotati di obiettivi fotografici ed alle macchine digitali sempre più piccole, tutti noi siamo testimoni di quello che accade nel mondo ma al tempo stesso siamo anche dei voyeurs. Ed è pur vero che internet è pieno di immagini di violenza e fotografie a sfondo sessuale ma la potenza della fotografia può ancora scioccare ed inorridire le masse. Ad esempio la serie di immagini Stoned to Death, Somalia, di Farah Abdi Warsameh (vincitore del World Press award di quest’anno) è riuscita a scuotere gli animi di tutti.

Phillips de Pury e l’asta del sesso

Il sesso vende sempre anche se dobbiamo dire che non vende abbastanza bene come la celebre casa d’aste Phillips de Pury aveva sperato. La grande vendita organizzata la scorsa serata a Londra che presentava opere orientate sul tema del sesso è infatti riuscita a racimolare solo il 69 percento dell’incasso totale sperato. Ovviamente le vendite sono andate piuttosto bene visto che la star della serata è stata l’opera Soft Tread, dipinto ammiccante che raffigura un paio di gambe con tanto di calze creato da Allen Jones che ha raggiunto la ragguardevole cifra di 539.000 dollari contro un valore stimato di circa 120.000 dollari.

In totale gli introiti per la grande casa d’aste hanno raggiunto la cifra di 2.1 milioni di dollari. Tra i lotti degni di nota sono emersi un dipinto senza titolo di Sigmar Polke del 1974 che ha totalizzato circa 130.000 dollari ed una scultura in tre parti intitolata Sex di Jack Pierson del 1992 che ha venduto per circa 108.000 dollari, partendo da una stima di 90.000 dollari. All’asta erano presenti anche alcuni nudi di Helmut Newton, la sua fotografia Berverly Hills Hotel del 1988, raffigurante una donna nuda a gambe aperte sul letto, ha racimolato 45.000 dollari mentre una copia di Cyperwoman 3 (edizione di 500 esemplari del 2000) ha totalizzato 1.900 dollari contro i 1.200 stimati.

Il tempo preso in prestito di Jan Fabre

Mercoledì 28 ottobre il Museo Carlo Bilotti di Roma inaugura la mostra dell’artista belga Jan Fabre. Il continuo travaso d’idee tra arti plastiche e teatrali che caratterizza il lavoro di Jan Fabre prende vita in Il Tempo preso in prestito: una mostra e al tempo stesso un punto di osservazione privilegiato sul laboratorio dell’artista belga, un percorso attraverso i suoi spettacoli visti con gli occhi di celebri fotografi come Carl De Keyzer, Robert Mapplethorpe, Jorge Molder ed Helmut Newton.
Dice Fabre: “La fine di uno spettacolo assomiglia a un corpo la cui anima parte per vagabondare tra i corpi del pubblico”. Un’anima che può far rivivere il proprio corpo in modo diverso, con una triangolazione che dal tavolo da disegno e da lavoro dell’artista arriva fino alle fotografie d’autore. Nel teatro di Fabre è soprattutto l’interprete a diventare strumento di sperimentazione, per la costruzione di significati e per una ricerca del senso stesso del teatro. La valenza ludica o metafisica, scioccante o commovente della presenza corporea degli attori, trova la sensualità statuaria dell’obbiettivo di Mappelthorpe, il gioioso, geometrico e ricercato edonismo degli still life di Newton, la vivacità della sala prove e del laboratorio teatrale negli scatti di De Keyzer, l’irrequieto movimento della scena in Molder.

Al via il Romaeuropa Festival

Apre il prossimo 23 settembre a Roma il 24a Romaeuropa Festival: oltre due mesi di spettacolo con 45 appuntamenti per un programma che fino al 2 dicembre si articolerà tra la magia e le ossessioni della scena contemporanea.

Il Festival, realizzato dalla Fondazione Romaeuropa in collaborazione con Telecom Italia, si svolge per il secondo anno sotto la direzione di Fabrizio Grifasi, con Monique Veaute vicepresidente e Giovanni Pieraccini presidente e apre il sipario su un panorama artistico la cui vitalità è sinonimo di fantasia creativa, immagini polemiche, creazioni edonistiche, confermando Romaeuropa prestigiosa ribalta internazionale.