Michal Rovner, l’arte unisce Israele e Palestina

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Difficile trarre conclusioni sul conflitto che da decenni impegna Israele e Palestina in un duro gioco delle parti che più volte è stato macchiato dal sangue di vittime innocenti da ambo le parti. In questi ultimi giorni l’israeliana Michal Rovner ha tentato di analizzare l’intera situazione tramite la pratica artistica, evidenziando le difficoltà e le speranze di un processo di pace che tutto il mondo attende con ansia.

Michal Rovner ha portato al Louvre di Parigi  il suo progetto Histories (in visione fino al prossimo 15 agosto) che si espande in tre spazi del museo, vale a dire Il Cour Napoleon,  il Dipartimento delle Arti orientali ed il Louvre medievale. Questi tre luoghi sono stati invasi da altrettante installazioni site-specific che riescono ad aprire un profondo dialogo tra la prestigiosa istituzione e le esperienze politico-sociali di due civiltà con un grande passato.

Lars Von Trier nazi cacciato da Cannes

Accadono cose strane in questo mondo e sempre più spesso chi sembrava essere degno di stima si trasforma in un imbecille completo, senza alcuna possibilità di difesa. Questa volta la figura del completo babbeo l’ha fatta nientemeno che Lars Von Trier, giunto in quel di Cannes per presenziare al festival del cinema.

Lo sprovveduto regista durante la conferenza stampa di Melancholia (sua ultima pellicola con Kristen Dunst e Charlotte Gainsbourg) avrebbe rilasciato queste scioccanti dichiarazioni riportate da la Repubblica: “capisco Hitler, capisco l’uomo che è pieno di male, certo sono contrario alla seconda guerra mondiale e non sono contro gli ebrei, ma in realtà non troppo perché Israele è un problema, come un dito nel culo, fa cagare. Adoro l’architetto di Hitler Albert Speer, aveva un grande talento. Come regista nazista. Invoco la soluzione finale per i giornalisti”.

Julian Schnabel e Rula Jebreal infiammano Israele

In questi giorni il celebre artista e filmmaker Julian Schnabel ha sollevato un vespaio di polemiche a causa della premiere americana del suo ultimo film Miral, una pellicola controversa sul conflitto tra Israele e Palestina. Miral è tratto dal romanzo La strada dei fiori di Miral (2004) della giornalista e scrittrice israeliana naturalizzata italiana Rula Jebreal, attuale compagna di Schnabel.

L’artista ha quindi deciso di organizzare la prima di Miral al quartier generale delle Nazioni Unite di New York lo scorso lunedì. A questo punto Israele si è fermamente opposta alla proiezione del film ed il vice capo della delegazione diplomatica di Israele all’Onu Haim Wachsman ha dichiarato: ”il film propone la versione palestinese del conflitto. La posizione di Israele invece è rappresentata sotto una luce molto negativa”.

Manifestanti e violenza alla mostra di Anselm Kiefer da Gagosian New York

Lo scorso 18 dicembre al finissage della mostra personale di Anselm Kiefer ospitata dalla Gagosian Gallery di New York erano presenti otto misteriose persone. Quel silenzioso gruppetto indossava delle magliette nere recante la scritta Next Year in Jerusalem, tradotta in inglese in ebraico ed in arabo. “L’anno prossimo a Gerusalemme” è l’augurio che gli ebrei della diaspora si scambiano da tempo immemorabile durante la festa di Pesach. Ovviamente i manifestanti hanno di fatto offeso quell’augurio, trasformandolo in una minaccia di occupazione.

A quel punto lo staff della Gagosian Gallery ha invitato i manifestanti ad andarsene ma per tutta risposta il drappello ha solamente coperto le magliette con una giacca ma ha continuato a sostare negli spazi della galleria. Lo staff ha in seguito avvertito le forze dell’ordine che si sono comportate ancor più stupidamente dei manifestanti. La polizia ha infatti afferrato Ingrid Homberg, una donna di circa cinquant’anni, ed ha cominciato a spingerla fuori dalla galleria.

L’Irlanda sceglie i suoi protagonisti per Venezia 2011

Con il passare dei giorni il carnet dei partecipanti alla non più tanto lontana Biennale di Venezia edizione 2011 si va sempre di più infoltendo. Segno evidente che la prestigiosa manifestazione è una tappa fondamentale per l’intera scena dell’arte contemporanea internazionale. Ovviamente ancora non ci è dato sapere cosa combinerà Vittorio Sgarbi nel suo padiglione Italia ma tutti sperano di non rimediare una figura barbina, ritrovandosi in mostra nomi tipo Staccolanana o Teomondo Scrofalo.

Nel frattempo sono giunte notizie fresche fresche dalll’estero, la verde Irlanda ha infatti reso noto il nome del suo ambasciatore a Venezia 2011. Si tratta di Corban Walker, artista celebre per le sue grandi installazioni e sculture che molto spesso sono costituite da fogli di vetro. Walker ha recentemente preso parte ad una mostra al LentSpace di Manhattan ed all’evento Size Matters, organizzato dal curatore d’eccezione Shaquille O’Neal ( celebre campione di basketball ) alla FLAG ArtFoundation di Chelsea.

Sorgerà a Roma il nuovo museo della Shoah

Shoah (in lingua ebraica השואה ), significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne adottato per la prima volta, nel 1938, dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla Notte dei cristalli (9-10 novembre 1938).  Da allora la parola Shoah definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa per mano dei nazisti. Attualmente il museo Yad Vashem di Gerusalemme è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’olocausto fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il parlamento Israeliano.

Da oggi però  il museo Yad Vashem avrà un nuovo gemello.  La  sensazionale notizia è stata confermata nelle ultime ore proprio dalle autorità di Gerusalemme e dalle parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Entro tre anni Roma avrà un nuovo museo della Shoah. L’importante museo sorgerà a Villa Torlonia e sarà il primo museo storico-didattico di tutta Italia. Roma ha inoltre stipulato un’intesa con lo Yad Vashem il quale ha già confermato lo scambio di importanti contributi. Il nuovo museo della Shoah di Roma non sarà solamente un museo ebraico ma un polo culturale di storia europea e nazionale per tutti ed a cui tutti potranno lavorare.

Biennale di Venezia 2011 anche Israele sceglie il suo artista

La Biennale di Venezia edizione 2011 torna ancora a far parlare di sé a più di un anno di anticipo dalla sua inaugurazione. La manifestazione è però talmente importante che tutte le nazioni partecipanti sono già da tempo impegnate nella ricerca di artisti che possano rappresentarle al meglio.

La terra d’Israele ha scelto la bravissima artista Sigalit Landau, classe 1969 che ha inoltre partecipato nel 2008 ad una mostra personale al Moma di New York dove ha presentato due bellissime opere video, una che la vedeva galleggiare su di un ruscello di angurie ed l’altra che la ritraeva mentre giocava con un hula-hoop fatto di filo spinato. Nel 1995 l’artista ha vinto il Wolf Fund Anselm Kiefer Prize per i giovani artisti.

Nel frattempo anche la Gran Bretagna ha scelto l’artista che occuperà il padiglione nazionale. Si tratta di Mike Nelson, già finalista per due volte al Turner Prize e creatore di installazioni labirintiche che generalmente durano giusto il tempo della mostra e poi vengono distrutte.

JR, ascesa di un eroe contemporaneo dal cuore d’oro

 Dagli slums del Kenya fino alle banlieues di Parigi, il guerrilla artist JR ha piazzato le sue gigantesche facce sulle case delle aree più povere del mondo. L’artista parigino è l’unico in grado di rivaleggiare con Banksy visto che recentemente una sua opera è stata venduta da Sotheby’s ed un’altra è stata affissa sulle gigantesche mura della Tate Modern. Inoltre il lavoro di JR è particolarmente amato da celebrità del calibro di Trudie Styler e Damon Albarn, leader della celebre band musicale Blur.

JR (iniziali del suo vero nome che l’artista non ha mai reso noto) ha iniziato da teenager a creare graffiti ed ha in seguito cominciato a scattare fotografie quando ha rinvenuto per puro caso una macchina fotografica nella metropolitana di Parigi. Adesso all’età di 26 anni, l’artista ha mixato le due forme creative ed ha inventato un suo stile personale definito “photograffeur”, tecnica che consiste nel affiggere enormi fotografie in bianco e nero sulle mura e sui tetti di edifici pubblici di tutto il mondo. Ovviamente il tutto senza chiedere alcun permesso alle autorità.