Dipinti di Jeff Soto…
jeff soto
Blu, Ericailcane e l’estate della Street Art

In tutto il mondo solitamente l’estate è portatrice di un gran rallentamento per quanto riguarda eventi e produzioni legate all’arte contemporanea. Quest’anno ovviamente c’è la Biennale di Venezia e le cose andranno in maniera diversa ma ad onor del vero esiste una forma artistica che in estate sembra mettere la quinta ed accelerare al massimo la propria carica creativa. Stiamo ovviamente parlando della Street Art, tecnica sempre più corteggiata dal mercato dell’arte che proprio durante la bella stagione spinge i propri protagonisti all’esterno con l’obiettivo di creare opere sempre più affascinanti e variopinte.
Le prime notizie ci giungono proprio dall’Italia. Blu ha accantonato la brutta vicenda della censura ai danni del suo murale per il MOCA di Los Angeles ed è tornato a Bologna per una nuova opera in collaborazione con il teammate di sempre Ericailcane. I due hanno da poco ultimato un nuovo murale di grandissime dimensioni. Ericailcane ha creato le sue ben note figure zoomorfe mentre Blu ha eseguito la gabbia dorata ed altri particolari. Inutile aggiungere che il risultato è a dir poco sensazionale.
Underbelly Project, la mostra segreta con 103 grandi nomi della street art
In questi giorni di fiere e grandi manifestazioni dedicate all’arte volevamo focalizzare l’attenzione su un grandissimo evento che si sta svolgendo in questi giorni a New York, una mostra senza precedenti che è stata visitata da pochissime persone. Come, direte voi, una mostra importante viene disertata? Già perchè Underbelly Project non è un evento qualunque, si tratta infatti di una mostra collettiva illegale e segreta che è stata organizzata dentro la pancia della grande mela. All’evento hanno partecipato 103 street artists della scena internazionale tra cui svettano i nomi di Ron English , Swoon, Gaia, Faile, Jeff Soto, Dan Witz e Revok.
Ma le stars presenti all’evento sono talmente tante da trasformare Underbelly Project in una mostra totale, un vero e proprio elogio alla street art. L’idea è stata concepita nel 2009 dagli street artists Workhorse e PAC, i quali si sono appropriati di una stazione della metropolitana abbandonata da diversi anni. I due hanno successivamente chiamato a raccolta tutti gli artisti che potevano, contattando anche Banksy che però ha rifiutato poichè già impegnato in un altro progetto.
Jonathan LeVine ed il Pop Surrealism alla riscossa
Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism, filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.
Ovviamente le cose stanno lentamente cambiando e dopo anni di gavetta anche la Lowbrow Art comincia a raccogliere i consensi da parte di pubblico, critica e collezionismo. “siamo ad un importante punto di svolta, ora il mercato internazionale e la scena dell’arte istituzionale si sono resi conto di queste meravigliose opere” ha dichiarato LeVine con quella soddisfazione di chi fin dall’inizio della carriera di dealer ha deciso di puntare tutto sull’imprevisto.
The Inland Empire, la mostra di Jeff Soto a Londra
Grande personale dell’artista californiano Jeff Soto a Londra il 14 maggio nella Stolen Space Gallery. L’artista si prepara a conquistare l’impero britannico con The Inland Empire, mostra in cui saranno presentati 20 nuovi dipinti su pannello e su carta assieme ad un’installazione esterna di vasta scala. L’artista sarà inoltre presente in galleria per presentare una nuova serie di stampe fatte a mano e per firmare le copie del suo libro fresco di pubblicazione Storm Clouds.
The Inland Empire è una mostra politicamente impegnata che focalizza l’attenzione sugli effetti della recessione nell’area di Riverside dove l’artista vive, riflettendosi in quello che sta succedendo nel resto del mondo. In merito alla mostra ed al perché di questa tematica Soto ha recentemente dichiarato: “La regione in cui vivo è chiamata the Inland Empire. E’ a circa 30 chilometri da Los Angeles in mezzo al deserto ed alle montagne. Durante il boom economico la zona crebbe in maniera esponenziale sia in ricchezza che in popolazione. Dal 2007 è cominciato il lento declino sino alla perdita di 115.000 posti di lavoro ed alle condizioni di estrema povertà in cui la gente del luogo vive tuttora. Vedo la mia zona come una miniatura di quello che sta succedendo in tutti gli stati del mondo con la classe operaia che diventa sempre più povera mentre i ricchi ed i potenti diventano sempre più ricchi e potenti”.