Le destabilizzanti creazioni di Mark Jenkins

All’angolo di una strada secondaria, a Tor Pignattara, un cassonetto è stato guarnito con un’enorme meringa con ciliegina annessa. Un bizzarro accostamento, tipico del passaggio di un noto urban artist che recentemente ha invaso Roma. Infatti, nell’adiacente via Gabrio Serbelloni centinaia di persone sono in fila davanti alla Wunderkammern dove, il 17 marzo, si è inaugurata la prima personale capitolina di Mark Jenkins (1970 – vive e lavora a Washington DC) con Living Layers, un progetto pluriennale in collaborazione con il MACRO ideato per produrre scambio reciproco tra il patrimonio territoriale e quello culturale.

Artista americano di fama internazionale, Mark Jenkins è conosciuto per le sue strabilianti e geniali installazioni pensate per essere collocate all’interno del tessuto urbano. L’interazione tra le sue sculture, l’ambiente cittadino ed i passanti è fondamentale per la riuscita dei suoi interventi, concepiti con l’intento di suscitare sconcerto e confusione negli inconsapevoli osservatori, diventando essi stessi parte integrante della sua opera poiché un’apposita videocamera cattura le loro reazioni dando vita a impensabili performances.

Mark Jenkins invade Roma con le sue installazioni

Il 17 Marzo 2012, Wunderkammern presenta la prima personale italiana del famoso urban artist americano Mark Jenkins con il progetto Living Layers in collaborazione con il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea Roma).

Living Layers nasce dall’esigenza di entrare nelle profondità del territorio e leggerne il patrimonio immateriale, il Living Heritage (UNESCO, 2003) con le pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e saperi che la comunità riconosce come facenti parte del proprio patrimonio culturale. A partire dal mese di Febbraio 2012 l’artista Mark Jenkins lavorerà a Roma interpretando i Living Layers attraverso un intervento artistico innovativo, capace di far maturare una consapevolezza nei riguardi dell’arte contemporanea e della sua capacità di interpretare la realtà e il mondo attuale.

Arte o non Arte? difficile capire la differenza

Durante i primi mesi di quest’anno Tino Sehgal aveva fatto svuotare il Guggenheim per proporre una delle sue performance impalpabili, frutto oggettivo di un’arte soggettiva ed immateriale. In quel frangente i visitatori erano stati avvicinati dai performers i quali li invitavano a discutere di varie tematiche, ovviamente i poveri malcapitati non avevano la benché minima idea di cosa stesse succedendo. Successivamente abbiamo avuto modo di assistere alle stravaganti peripezie di Terence Koh non ultima quella di adottare un tenero virgulto che molti pensano sia parte integrante di una sua nuova performance.

Inoltre apprendiamo da Exibart che la brava artista Tania Bruguera ha recentemente sovvertito le regole, sostituendo la sua performance al Madre di Napoli con una conferenza stampa ed aggiungendo in seguito che il cambio non faceva parte di un’azione artistica ma solo di una semplice conferenza. Ovviamente il pubblico confuso ha pensato ad una probabile performance a sorpresa della giovane artista.

Salvate quella donna? No è Mark Jenkins

Il guerrilla artist americano Mark Jenkins ne ha combinata un’altra delle sue. Jenkins è universalmente noto per le sue installazioni lampo consistenti in sculture di oggetti e persone creati con il nastro da pacchi e poi depositate in vari siti cittadini.

Stavolta l’artista ha letteralmente imitato Maurizio Cattelan ed i suoi bambini impiccati ad un albero di piazza XXIV Maggio a Milano circa 5 anni fa. Jenkins ha infatti creato il panico a Winston-Salem negli Stati Uniti, installando la statua di una donna stesa su di un cartellone pubblicitario abbandonato. La donna ha scioccato i passanti poiché non dava segni di vita e non rispondeva ai richiami dei soccorritori. Quando le autorità cittadine sono intervenute per rimuoverla hanno subito capito che si trattava di un’elaborata scultura formata da nastro da pacchi.

Estate a tutta Street Art

In questi giorni d’estate che ci sembrano scorrere lenti e tranquilli senza troppi scossoni, il mondo della street art è invece in gran fermento. Diversi artisti sono infatti al lavoro per le strade del mondo a caccia di nuove superfici da riempire con fantastiche creazioni.

Si parte da Banksy, la BBC ha da poco affermato che la mostra dell’artista al Museo di Bristol oraganizzata in gran segreto, si è rivelata uno straordinario successo che ha fatto registrare sin ora la bellezza di 120.000 visite. Non pago di ciò Banksy avrebbe da poco esportato il suo talento anche in Africa. Sono infatti da poco apparsi alcuni suoi murales in Mali che testimoniano la sua presenza nel continente nero.