AILATI. Riflessi dal futuro – Il padiglione italiano ideato da Luca Molinari alla Biennale di Architettura

Il 26 agosto si inaugura AILATI. Riflessi dal futuro, l’esposizione ideata da Luca Molinari per il Padiglione Italia alla 12. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. AILATI. Riflessi dal futuro e’ un gioco di specchi con la parola Italia per un percorso che e’ una nuova lettura dell’architettura contemporanea vista attraverso uno sguardo laterale e originale sulle cose, sulla realtà, sui progetti – ailati, appunto – per recepire con piu’ forza e saggezza i riflessi dal futuro che la realtà ci manda quotidianamente e che sono la risorsa su cui l’architettura italiana puo’ costruire nuove forme di identità e ricerca.

AILATI. Riflessi dal futuro lancia quindi una visione dell’architettura come arte civile, attenta alla realtà e alla gente, capace di produrre soluzioni per una società inquieta, in profonda trasformazione, spaventata dal futuro ma che dall’architettura dovrebbe essere provocata a vivere con piu’ attenzione e coraggio gli spazi della contemporaneità.

Biennale di Venezia 2011 anche la Germania anticipa le mosse

 La Biennale di Venezia edizione 2011 torna a far parlare di sé con largo anticipo. Pochi giorni fa l’Italia intera è stata scossa dalla bomba di Sandro Bondi che ha nominato di Vittorio Sgarbi curatore del Padiglione Italia per la prossima Biennale (Bondi ha inoltre affidato a Sgarbi la vigilanza sulle acquisizioni del Maxxi di Roma). L’opinione pubblica si è ovviamente spaccata in due, molti hanno salutato la nomina di Sgarbi come il ritorno ad un arte contemporanea meno patinata è più rispettosa di alcuni maestri lasciati fuori dal giro modaiolo.

Altri invece temono che Sgarbi metta in mostra nomi che non rispecchiano la reale scena dell’arte nazionale, andando così a cozzare contro alcuni equilibri di un mercato già labile. La nomina di Vittorio Sgarbi ha inoltre stupito tutti per la sua tempestività ma va detto che in questi giorni anche altre nazioni si preparano ad affilare le armi in vista della grande manifestazione.

Liam Gillick, l’artista più chiacchierato della Biennale di Venezia

La 53esima Biennale di Venezia si concluderà il prossimo 22 novembre dopo aver registrato la presenza di oltre 350.000 visitatori. A fronte delle numerose polemiche del nostro Padiglione Italia c’è da dire che un altro padiglione è stato al centro di accesi dibattiti che sembrano non attenuarsi anche a pochi giorni dalla fine della celebre kermesse.

Si tratta del Padiglione della Germania che ha presentato quest’anno una grande installazione di Liam Gillick, l’artista ha creato la sua opera (somigliante ad una cucina in legno grezzo) come modello di spazio vivibile democratico ed umano in netta contrapposizione con l’assenza di funzionalità ergonomica dell’architettura anni ’30 dell’intero padiglione. Fra queste due differenti prospettive in netto contrasto l’artista ha inserito una connessione, rappresentata da un gatto(?), icona magica e demoniaca in tempi antichi, come testimone parlante di una storia personale ed universale al tempo stesso. Liam GIllick era stato già criticato ancor prima di esporre la sua opera dalla stampa tedesca che accusava i curatori del padiglione nazionale di aver ingiustamente piazzato un artista di nazionalità britannica in un tempio riservato all’arte teutonica.