
Torniamo a parlare di street art e torniamo a parlare di Shepard Fairey. Ultimamente il nostro “street artists – che – non – ama –sporcarsi – le – mani” aveva guadagnato le prime pagine dei magazine d’arte contemporanea esclusivamente con le sue disavventure più che con la sua arte. Se ben ricorderete infatti, dopo aver pagato fior di quattrini di multa per aver cannibalizzato una fotografia di Mannie Garcia ed averla utilizzata per il suo poster Hope, icona della campagna di Obama alle presidenziali, il nostro Shepard era incappato in una gaffe dalle proporzioni colossali.
Nel corso di un’intervista, alla domanda: “creai ancora i murales in strada personalmente” Fairey era stato preceduto dalla moglie che aveva innocentemente affermato: “non li fa più da diverso tempo!” con sommo dispiacere del marito. Oggi, a distanza di tantissimo tempo Fairey è tornato a creare murales e non parliamo di stencil o posters ma di un’opera dipinta.

Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism, filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.
C’è tempo fino al prossimo 7 marzo per presenziare alla mostra/evento fundraising 
