Alexandre Singh – The Pledge

La galleria Monitor di Roma inaugura il 17 novembre la seconda personale di Alexandre Singh nei propri spazi, a distanza di quattro anni dalla splendida The Marque of The Third Stripe (Maggio 2008). “Assembly Instructions: The Pledge è la seconda parte della mostra personale di Alexandre Singh che ha visto la sua prima tappa a settembre 2011 nella galleria art:concept a Parigi.

In occasione della mostra presso Monitor, l’artista presenterà tre Assembly Instructions. Questa serie di lavori, che appartengono alla pratica dell’artista già dal 2008, comprende una più ampia gamma di interazioni con altri media come performance, conferenze, installazioni, radio e spettacoli teatrali. I tre grandi diagrammi murali disposti negli spazi della galleria costituiscono una sorta di ritratto rispettivamente di Simon Fujiwara (artista), Alfredo Arias (commediografo, regista e attore) e Marc-Olivier Wahler (direttore del Palais de Tokyo di Parigi).

Fallo o non fallo, è davvero questo il dilemma? – Simon Fujiwara da Giò Marconi

Mi ha sempre affascinata il meccanismo che consente ad un’opera di arrivare allo spettatore: l’artista nel momento in cui mette in mostra un proprio lavoro deve accettare che ne conseguirà una lettura sul cui esito non può esercitare reale controllo.In quale misura è lecito lasciare libertà a chi guarda e in quale invece è necessario fornire degli strumenti affinché il proprio messaggio arrivi il più chiaro possibile, questo dipende molto dal singolo.

Simon Fujiwara ha in qualche modo ovviato a questa problematica creano un particolare mondo immaginifico in cui lo spettatore viene inserito e redarguito a proposito del soggetto. L’hype che si è creato intorno al suo nome, i premi vinti nell’ultimo anno, la sua partecipazione alla Biennale, la sua giovane età e lo scandalo che sembrerebbe produrre il suo operato: erano questi gli elementi che mi hanno incuriosita ad andare da Giò Marconi per vedere Phallusies di Simon Fujiwara.

Singapore Biennale 2011, piccola ma combattiva!

Prima della Biennale di Venezia eccoci qui a parlare di un’altra scoppiettante biennale anche se un poco più piccola di quella lagunare. Stiamo parlando della Singapore Biennale 2011, manifestazione che si è aperta lo scorso weekend e che per due mesi (esattamente fino al prossimo 15 maggio) terrà banco con le sue 150 opere create da più di 60 artisti. La biennale è dislocata in varie sedi come l’Old Kallang Airport, il  Singapore Art Museum, il National Museum of Singapore ed il Merlion Hotel.

Ovviamente come già detto stiamo parlando di una manifestazione molto più raccolta rispetto alle altre biennali ma non per questo meno interessante visto che è stata fatta una selezione molto accurata riguardo agli artisti in mostra, segno evidente che Singapore mira ad affermarsi come una delle new entry della scena dell’arte contemporanea mondiale.

Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

Simon Fujiwara, il divo del momento

Anche la Danimarca e i Paesi Nordici hanno scelto l’artista che occuperà i loro padiglioni alla prossima Biennale di Venezia edizione 2011. Si tratta dell’artista britannico-giapponese del momento che risponde al nome di Simon Fujiwara, nuova stella dell’arte internazionale che è balzata agli onori delle cronache lo scorso anno con l’installazione Museum Of Incest, presentata all’interno sezione Frieze Frame dalla galleria di Francoforte Neue Alte Brücke.

In realtà Fujiwara ha già partecipato ad una Biennale di Venezia, quella del 2009 e sempre nei Padiglioni Danese e Paesi Nordici ad essere precisi. Infatti l’artista faceva parte di quei 24 artisti e gruppi internazionali riuniti da Elmgreen e Dragset per creare una collezione immaginaria, trasformando così gli spazi espositivi in luoghi domestici abitati da un immaginario collezionista. Ma le sorprese non sono affatto finite per Fujiwara visto che l’artista presenterà una performance della durata di un’intera settimana a Performa 11, l’edizione 2011 della biennale della performance di New York.