ALICE IN WONDERLAND al Mart di Rovereto

“Il Bruco e Alice si guardarono a vicenda per qualche tempo in silenzio; finalmente il Bruco staccò la pipa di bocca, e le parlò con voce languida e sonnacchiosa: ‘Chi sei TU?’ – disse il Bruco. Non era un bel principio di conversazione. Alice rispose con qualche timidezza: ‘Davvero non te lo saprei dire ora. So dirti chi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d’allora credo di essere stata cambiata parecchie volte.”

Alice ha 150 anni, come l’Italia, ma non ha nulla della vecchia signora, anzi, il classico di Lewis Carroll (Charles Lutwidge Dodgson, 1832-1898) si riconferma ancora oggi un patrimonio comune che unisce magicamente l’età adulta all’infanzia. Per questo la mostra organizzata dalla Tate di Liverpool, in collaborazione con il Mart e la Kunsthalle Hamburg, non è solo per bambini, e così come il libro permette diversi livelli di interpretazione e apprezzamento. Nell’Inghilterra vittoriana Lewis Carroll era un insegnante di matematica con la passione della fotografia e inserito nel mondo artistico dell’epoca. Accomunato ai preraffaelliti dall’idea di purezza incarnata dai bambini, spesso li ritraeva come fossero attori all’interno di una scenografia rimandando a vicende storiche o leggende, per farli stare fermi nei lunghi tempi di posa era solito raccontare storie fantastiche. Tra questi c’erano anche le tre sorelle Liddell, figlie del decano, alla minore, Alice Pleasance, regalò e dedicò il libro delle sue avventure nel 1864, l’anno prima che venisse pubblicato ufficialmente.

Cervelli in fuga? Francesco Manacorda alla direzione della Tate Liverpool

Il prossimo aprile 2012 la Tate Liverpool avrà un nuovo direttore. A ricevere il testimone da Cristoph Grunenberg che ha guidato l’istituzione per ben dieci anni sarà Francesco Manacorda, 37enne rampollo della new curatorial generation che in una manciata di anni è riuscito a destreggiarsi in maniera egregia sia alla Biennale di Venezia sia alla Barbican Art Gallery oltre che a collaborare con importanti magazine di settore come Flash Art, Flash Art International, Frieze e Art Review.

Dulcis in fundo, negli ultimi due anni Manacorda ha guidato il timone di uno degli eventi fieristici più importanti del nostro italico stivale, vale a dire Artissima. La fiera di Manacorda non è stata certo una semplice avventura a fronte della crisi economica imperante ed i relativi tagli al budget. Il giovane direttore è riuscito però a portare a casa una sostanziale vittoria, costituita da ottime vendite, bagni di pubblico ed una visione curatoriale snella e fresca. Manacorda ha inoltre dovuto far i conti con le difficoltà logistiche della nuova e decentrata sede dell’Oval (padiglione fieristico costruito nel 2006 ai tempi delle Olimpiadi invernali di Torino) ed ha rilanciato la sfida con l’inedita Back to the Future, sezione della fiera focalizzata su artisti significativi, troppo spesso dimenticati dalla critica e dallo star system artistico.

Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

Carolee Schneemann, una femminista al Tate

Per la giornata inaugurale del festival Abandon Normal Devices, la Tate Liverpool presenterà il 23 agosto prossimo una mostra della pioniera americana della performance Carolee Schneemann. L’artista che conta una carriera lunga quasi cinquanta anni ha trasformato il corpo e la sessualità in opere che hanno sfidato ogni visione storica e tradizionale dell’arte.

Attraverso la pittura, l’installazione e la fotografia Carolee Schneemann da sempre usa il suo stesso corpo come soggetto principale per indagare sull’universo femminile e la sua idealizzazione. I primi lavori dell’artista come Meat Joy (1964), in cui performers semi nudi si cospargono in una mistura di materia pittorica e carne cruda, trasportano il corpo nel mondo della tela d’artista. In un contesto come quello femminista dei primi anni ’70 l’opera di Carolee Schneemannn ha presentato il corpo come fonte di energia immaginifica e luogo di creatività suprema. 

Glenn Brown e i ritratti alieni

 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 28 maggio la retrospettiva dell’artista britannico Glenn Brown, organizzata in collaborazione con la TATE Liverpool e a cura di Francesco Bonami e Laurence Sillars.

Glenn Brown è uno degli artisti più apprezzati della sua generazione e questa mostra è la più ampia rassegna finora dedicata al suo lavoro. Nel corso della sua carriera Brown ha preso ispirazione da fonti molto diverse tra loro, mettendo sullo stesso piano Fragonard e Dalì, il ritratto storico e le immagini fantastiche prodotte dalla fantascienza. Brown lavora sull’immagine di partenza fino a modificarla profondamente, creando così un’opera completamente nuova ma che evoca nello spettatore qualcosa di familiare, di conosciuto.