Zevs e Hobin, commemorare l’11 settembre con arte di cattivo gusto

In occasione del 10° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, molti artisti hanno deciso di accodarsi alle manifestazioni di solidarietà internazionali, creando opere ad hoc per ricordare le oltre 2.700 vittime, perite in quel maledetto 11 settembre del 2001.

Tra il cordoglio e l’emozione però, qualcuno ha deciso di aggiungere un altro insulso capitolo al dramma statunitense. Stiamo parlando del noto street artist Zevs e del meno noto fotografo Jonathan Hobin, i quali se si conoscessero potrebbero formare una bella coppia di artisti babbei. Zevs ha scelto di creare una nuova opera sulle pareti di una stanza di motel. Ovviamente non si tratta di una stanza comune ma la tristemente nota stanza 233 del Comfort Inn al numero 90 di Maine Mall Road di South Portland, nello stato del Maine.

Il MoMA prepara una mostra sull’11 settembre

Nessuno di noi potrà mai dimenticare le orribili immagini dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York. Nella nostra memoria collettiva sono ancora incredibilmente vividi i fotogrammi del disastro, gli aerei che impattano contro i grattaceli, le deflagrazioni, la gente che tenta di mettersi in salvo in tutti i modi anche gettandosi nel vuoto, il crollo finale e la distruzione, i pianti dei superstiti il dolore per le vittime.

Tra non molto questa immane tragedia, una delle più grandi in tempo di pace, compirà il suo decimo anniversario ed il MoMa di New York ha deciso di organizzare un evento per commemorarla ma non si tratterà di uno dei soliti eventi commemorativi intrisi di stucchevole quanto inutile retorica. La prestigiosa istituzione ha infatti intenzione di attirare la nostra attenzione non tanto sulle immagini del disastro o su come l’arte si sia evoluta nel corso dei dieci anni passati ma su come da quel tragico 11 settembre abbia influenzato la pratica artistica e le nostre percezioni visive.

Miya Ando, in stand by il monumento per le vittime cadute l’11 settembre 2001

L’attacco terroristico al World Trade Center di New York, portato a termine dagli uomini di al-Qaida in quell’ormai famigerato 11 settembre del 2001 è una ferita ancora aperta che avuto ripercussioni in molti stati del mondo. In Inghilterra ad esempio molte famiglie piangono ancora i loro parenti ed è per questo che da diverso tempo il 9/11 London Project Foundation ha lanciato l’idea di costruire un monumento in prossimità del fiume Thames.

Lo scorso dicembre il Southwark Council ha approvato il progetto ed ha dato inizio alle procedure per installare il monumento nel Potters Fields Park per il prossimo settembre. In seguito la 9/11 London Project ha ricevuto dalle autorità statunitensi alcune travi di ferro di circa 8 metri, provenienti proprio da una delle torri gemelle cadute durante il disastroso attacco. Le travi sono state successivamente affidate all’artista di nazionalità russa-giapponese Miya Ando che ha iniziato ad assemblarle secondo la propria creatività. A questo punto però è successo un fatto assai prevedibile e comprensibile: l’associazione dei famigliari delle vittime britanniche cadute l’11 settembre ha vietato al 9/11 project di installare il monumento.

Curare una mostra al museo comodamente dal vostro pc

Durante una fredda mattinata dello scorso autunno Judson Box si svegliò presto per accudire i cavalli della sua fattoria di Leesburg negli Stati Uniti. Rientrato in casa per fare colazione Box fu fermato dalla moglie che gli mostrò una foto dal monitor del computer. “Rimasi impietrito” afferma ora Box in un’intervista rilasciata al New York Times “Sul monitor c’era la foto di mio figlio in azione”.

Il figlio di Judson Box era un vigile del fuoco morto durante l’attacco alle torri gemelle del World Trade Center dell’11 settembre 2001 assieme ad altri membri della sua squadra di soccorso. Ad 8 anni di distanza dal terribile evento, Judson Box è riuscito a trovare l’unica foto conosciuta di suo figlio nello svolgimento del suo lavoro durante quella ormai tristemente storica giornata. La foto era stata pubblicata alcuni giorni prima da un utente di nome Erik Troelsen sul sito makehistory.national911memorial.org, il sito ufficiale del futuro National September 11 Museum and Memorial.

Altri guai per Calatrava

Dopo le cocenti polemiche che hanno accompagnato il suo famigerato quarto ponte a Venezia l’archistar spagnola Santiago Calatrava è stato invitato a rispondere davanti ai giudici in merito ai quattro milioni di euro del progetto, poi lievitati nel corso di cinque anni  fino a dodici milioni di euro.

Secondo la ditta appaltatrice che ha eseguito i lavori, il costo eccessivo del ponte sarebbe da attribuirsi alla sussistenza di un errore progettuale che avrebbe dato luogo ad una serie di varianti e che avrebbe causato un anomalo andamento dei lavori, una ridotta produttività e un conseguente ricarico economico. Non pago di ciò Calatrava che di progetti innovativi sembra sfornarne un’infinità ha da poco portato a termine importanti modifiche per il suo mega progetto a Ground Zero. L’architetto ha da tempo progettato un transit hub (nodo di scambio della metropolitana di New York) che dovrebbe sorgere sulle ceneri del World Trade Center di New York.