Maurizio Savini alla galleria Oredaria di Roma

di Redazione 1

Dal 1 ottobre gli spazi della Galleria Oredaria di Roma vengono fortemente connotati dalla presenza di due colori: il rosa, la cui valenza simbolica viene completamente rovesciata, e il giallo, la cui profondità si contrappone alla piattezza del primo. L’uso di un materiale ambiguo come il chewingum, culturalmente e socialmente caratterizzato, è divenuto il segno più caratteristico di tutta la produzione di Maurizio Savini.

Simboli del nostro immaginario collettivo, oggetti di uso quotidiano, riferimenti a diverse culture e bandiere di alcuni dei paesi più potenti nel panorama attuale sono contrastati e amalgamati. Alcuni dei personaggi protagonisti della nostra società, come i managers, vengono raffigurati in atteggiamenti che esprimono la drammaticità del momento economico attuale, invocando una distopia che però non si compie in un’epoca e un luogo distante, bensì nel momento storico e nella realtà della nostra quotidianità.Tomorrow descrive una realtà che, contro l’immobilismo, vuole stimolare e spronare una società che ha perduto la capacità di immaginare. L’inconsapevolezza, la rassegnazione o l’apatia nella cultura di massa, riguardo al consumismo e allo spreco energetico, vengono condannate per stabilire un superamento in grado di ridisegnare l’interazione tra uomo e natura. Una chiamata a smettere di lamentarci senza reagire, a distruggere la visione nichilista dell’uomo intesa come schiavitù e a prendersi la responsabilità di valicare qualunque confine imposto.
Un appello per difendere un’etica basata sul principio di responsabilità nei riguardi della natura, che possa convertire questa prospettiva in un incubo del passato da dimenticare.

Maurizio Savini nasce a Roma nel 1962. Nel 2000-2001 espone in mostre personali a Londra, Parigi, Taipei, alla Biennale dell’Havana e a Lyon. Sempre nel 2000 è invitato a partecipare alla mostra collettiva WelcHome negli spazi del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 2003 lavora a una nuova serie di sculture appositamente realizzate per la galleria Olivier Houg di Lyon, dal titolo Headrooms, e realizza il video Masticatori. Nello stesso anno completa l’installazione permanente Tabula Casa, creata per lo spazio del Museo Arte Contemporanea di Roma e partecipa a mostre collettive a Parigi e Londra. Nel 2004 prende parte alla mostra personale Europlant negli spazi della galleria Contempo di Rotterdam. L’anno successivo viene invitato nella città
di Parigi per una borsa di studio presso la Cité internationale des Arts e qui realizza un wallpainting permanente all’interno dell’ospedale pediatrico Necker. Nello stesso tempo lavora alla mostra personale dal titolo Très jolie la petite maison de pommes de terre per gli spazi della Cité internationale des Arts e, invitato alla mostra Paramour all’interno della Biennale di Lyon, crea l’installazione Interno Osseto. Nel 2006 partecipa alla mostra Walk-In allestita nel nuovo spazio della galleria di Alessandro Bagnai a Firenze. Un anno dopo presenta una nuova serie di sculture nella galleria di Jorge Shirley a Lisbona. Nel 2008 riceve l’invito per la Quadriennale d’Arte Di Roma e realizza una mostra personale dal titolo Requiem for Dissent per la galleria di Edoardo Tesotori di Londra.

Commenti (1)

  1. Yeah, that’s the titeck, sir or ma’am

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