Riot Queer is dead. Just like a rock star

di Redazione Commenta

Disturbante, sensuale, irriverente, orrorifica, erotica: l’arte di Riot Queer (classe 1982, romano di nascita, milanese di adozione e cosmopolita per vocazione) non conosce mezze misure e non offre altre scelte allo spettatore e alla critica che non siano i due estremi opposti dell’odio e dell’amore. Dopo i successi di San Francisco e Parigi, arriva per la prima volta in Italia una mostra personale di Riot Queer, araldo del movimento Punk Surrealism e propugnatore di una bellezza ribelle e irregolare, che sa essere allo stesso tempo conturbante e pericolosa, macabra e seducente.

Sbudellato da una groupie in preda a un attacco di gelosia dopo aver scoperto il suo idolo a letto con il suo migliore amico o fatto secco da un vecchio critico d’arte esasperato dal suo cattivo gusto e dal comportamento indecoroso che sfoggia in ogni pubblica esternazione, Riot Queer mette a frutto l’occasione di questa sua prima personale in Italia per portare in scena la sua dipartita rock che, secondo copione, non è certo la migliore delle morti possibili. Il titolo della mostra è Riot Queer is dead. Just like a rock star e, a fare da contorno al fetido feretro dell’artista, saranno proposte al pubblico due serie di lavori realizzati del 2009.La mostra, curata da Francesco Paolo Del Re e dal collettivo Fabrica Fluxus, inaugura il 20 novembre alle 19.00 a Bari, presso gli spazi della Galleria Fabrica Fluxus (via Marcello Celentano 39), ed è visitabile fino all’11 dicembre. Non solo quadri da guardare: l’inaugurazione di Riot Queer is dead. Just like a rock star è l’evento più atteso dell’intero autunno barese, mescolando arte e musica in un mix avvincente e trascinante. La mostra ha infatti un’ispirazione musicale, abbinando opere a celebri pezzi rock, e il vernissage sarà tutto da ballare, grazie a un imperdibile dj set a tema.

Influenzato dal fumetto underground, dal tatuaggio e dal punk rock, Riot Queer è autore di immagini disturbanti, in cui si mescolano elementi orrorifici ed erotici. Le protagoniste dei suoi acquerelli sono pin up dal look aggressivo, vestite con capi di abbigliamento fetish e ornate di tatuaggi e piercing, sull’esempio delle Suicide Girls della celebre community online statunitense, le modelle che hanno rivoluzionato il modo di concepire l’erotismo softcore ispirandosi allo stile dark, punk, indie e alternativo.

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