Three Projects@ CIAC: Mario Ricci, Zaelia Bishop, Elio Castellana

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Il CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea – Castello Colonna, presenta a partire dal 12 dicembre in contemporanea quattro progetti: una grande mostra dal titolo Vedo bene vedo male dell’artista Mario Ricci che occuperà tutte le sale del corpo principale del CIAC.

La selezione dei lavori riguarderà la produzione di quasi trent’anni di ricerca, più due grandi installazioni realizzate appositamente per il CIAC. Mario Ricci prosegue una linea di ricerca che, anche a fronte di una mutata cifra iconografica, indaga con insistenza i meccanismi della percezione, esaltando la miopia dello sguardo.Dai grandi quadri neri polimaterici degli anni ottanta, all’iperrealismo delle tele falsamente estroflesse degli ultimi anni fino alla rinuncia di una visibilità piena a favore di uno sguardo offuscato e miope dell’ultima produzione, la sua ricerca ha sempre puntato verso la possibilità di percezione oltre i rassicuranti ambiti di una figurazione contornata e risolta.Il secondo progetto, la sala del cortile del CIAC detta La Colata room (stanza dove in antico veniva realizzata la cenere per il bucato) oggi è un luogo destinato a progetti speciali di giovani artisti.
Dopo il successo del progetto di Gian Maria Tosatti, Zaelia Bishop propone Anticamera delle ceneri – Burnt Offerings, suggestiva rivisitazione del tema del ricordo e della memoria, con marcati riferimenti letterari al mondo immaginario, tipico della cultura simbolista della fine del XIX secolo. In essa si addensano frammenti biografici di figure immaginarie la cui esistenza è ormai trasfigurata dalla memoria in metafore, segni ed oggetti, dei quali si è perso il significato originario.

Il terzo progetto è una mostra con performance dell’artista Elio Castellana che ha manipolato frames da Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini. Attraverso un procedimento di stampa che ritarda la presa dell’inchiostro sulla carta, l’artista trasfigura le immagini. La performance, che parte dalla proiezione rallentata di quattro scene del film, è un tentativo di bloccare il tempo e con esso le immagini. L’artista cerca di afferrare i movimenti della camera disegnando luoghi e volti nel momento stesso in cui si spostano. La matita di Castellana rincorre così occhi e paesaggi nel vano tentativo di impedire la loro scomparsa.

Il quarto progetto, in collaborazione con l’Archivio fotografico della Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia e la Provincia di Roma, è una mostra di oltre sessanta scatti su Anna Magnani. L’attrice viene presentata attraverso l’occhio di 15 fotografi che l’hanno seguita sui numerosi set dei suoi film.

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