Francesco Bonami e la Whitney Biennial 2010 ai tempi della crisi

di Redazione 1

L’edizione della newyorchese Whitney Biennial 2010 non sarà solo un’importante occasione per osservare i nuovi trend dell’arte contemporanea internazionale. La manifestazione infatti rifletterà in pieno l’andamento sociale ed economico dell’intero globo. In questi tempi di recessione l’evento ha quindi deciso di rimpicciolire la sua offerta passando dai 100 artisti del 2006 e gli 81 del 2008 sino ai 55 della presente edizione. Anche la superficie espositiva sarà ulteriormente ridimensionata e verrà unicamente contenuta nel Whitney Museum of American Art invece di allargarsi su una seconda location come nella Biennial del 2008 quando fu occupato gran parte della Park Avenue Armory.

La grande manifestazione si terrà dal 25 febbraio 2010 sino al 30 marzo e sarà curata dal nostro Francesco Bonami assieme a Gary Carrion-Murayari giovane assistente curatoriale che ha già fornito il suo valido aiuto nelle edizioni 2004 e 2006. Quest’anno la Whitney Biennial presenterà un interessante mix di artisti e di generazioni visto che l’offerta spazia da Tam Tran, giovane fotografa di 23 anni, sino ad arrivare all’artista concettuale Lorrain O’Grady di 75 anni. Tra i nomi di spicco della scena internazionale saranno presenti George Condo, Piotr Uklanski e Charles Ray autore dell’attesissima e misteriosa opera Boy With a Frog commissionata da Francois Pinault per Punta Della Dogana nel corso della passata edizione della Biennale di Venezia. Ovviamente uno dei punti forti della Whitney Biennial è il suo spirito di talent scouting e nella prossima edizione sarà presente un agguerrito manipolo di artisti emergenti come: Aurel Schmidt, Jesse Aron Green e Leslie Vance. In netto contrasto con le passate edizioni i due curatori hanno permesso agli artisti di presentare una sola opera o serie in modo da rendere la Biennial un’istantanea dello stato dell’arte più che una successione di mini collettive.

In più l’edizione 2010 non avrà un tema conduttore “Il tema è l’anno 2010 che poi sarebbe anche il titolo della Biennale. C’è meno confusione, le nuove generazioni di artisti sembrano meno ossessionate dal concetto di grandezza ed orientate verso opere a misura umana” Ha dichiarato recentemente Francesco Bonami.  Lo stesso curatore ha aggiunto che le Biennali sono un ponte verso il futuro ed anche noi siamo concordi con questa affermazione, restiamo quindi in trepida attesa della Whitney Biennial 2010 e nel frattempo vi offriamo questo video ufficiale con la presentazione degli artisti partecipanti che sembra riassumere la compostezza ed il rigore proprio di questi tempi di crisi.

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