Respiro, una mostra che indaga tematiche legate alla respirazione, all’apnea e all’immersione

di Redazione 2

Con la mostra RESPIRO, Zambon Group ripropone il dialogo sul tema della salute e dell’arte iniziato nel 1998 quando, in occasione del 50° anniversario dell’Organizzazione Mondiale della Salute, sostenne The Edge of Awareness, un’ampia mostra itinerante a cura di Adelina von Fürstenberg, organizzata da ART for The World, secondo tematiche legate alla salute fisica e mentale, e con grandi installazioni di oltre quaranta artisti internazionali, da Sol LeWitt a Nari Ward, da Robert Rauschenberg a Chen Zen.

Proponendosi come un itinerario di installazioni artistiche in diversi spazi della città di Vicenza – la sede della Fondazione Zoé a Palazzo Bissari, la Loggia del Capitaniato, il foyer del Teatro Comunale e lo Spazio Monotono – insieme a una selezione di billboards (cartelloni) della Collezione Zambon Group, la mostra che inaugura l’8 ottobre prevede video ed audio installazioni che sviluppano tematiche legate alla respirazione, all’apnea e all’immersione.Tra le opere presentate presso lo Spazio Monotono e la sede della Fondazione Zoé, la video installazione di Nikos Navridis può essere interpretata come una grande “scultura che respira”, un intervento che mira a dare forma all’invisibile. Attraverso la visualizzazione del processo del respiro e del suo ritmo, l’artista pone l’accento sulle possibili forme che possono scaturire da questa attività basica, comune a tutti gli esseri umani.
Il video The Water Diviner (2008) di Sheba Chhachhi mostra un elefante – icona della cultura indiana nella quale è radicato il lavoro dell’artista – immerso nell’acqua, in apnea. Le immagini fluttuanti trasmettono l’eleganza dell’animale, ma anche tutta la sua fragilità. L’artista ha presentato per la prima volta il suo lavoro in Italia in occasione della mostra Urban Manners organizzata da ART for The World nel 2007 e ospitata negli spazi dell’Hangar Bicocca a Milano.

I Masbedo (Jacopo Bedogni e Nicolò Massazza) presentano il cortometraggio Distante un padre, parte del film collettivo Then and Now Beyond Borders and Differences, prodotto da ART for The World nel maggio 2010. I registi e videoartisti trasformano qui il dramma di un sommozzatore in apnea in una riflessione sui delicati equilibri fra la vita, la morte e oltre.
Farid Rahimi presenta il video Untitled Movie (2001-2009), una sequenza di paesaggi di montagna ripresi con una telecamera “basculante” che oscilla seguendo il ritmo del respiro dell’artista. L’orizzonte, reso mobile dall’attività respiratoria, rappresenta lo spostamento della prospettiva, l’alternativa: una metafora artistica dell’orizzonte interiore.

E’ inoltre presente nella mostra l’installazione sonora Running Tape, lavoro storico di Vito Acconci realizzato nel 1969 a New York come parte della serie dei “tape situation”. Questo lavoro registra i passi, le parole e il fiato dell’artista durante una corsa a Central Park.

I “billboards” pur funzionando allo stesso modo dei cartelloni pubblicitari che si vedono nelle strade per comunicare informazioni su scala urbana, non sono un oggetto pubblicitario,  ma un insieme di opere d’arte metaforiche che evidenziavano le tematiche affrontate nella mostra The Edge of Awareness (1998-1999) come ad esempio l’inquinamento ed il degrado ambientale, la droga, l’AIDS, la follia, l’invecchiamento. I quattordici billboards di 3.5 x 2.5 metri, stampati su vinile, sono stati ideati, su invito di Adelina von Fürstenberg, dagli artisti Stefano Arienti, Willie Bester, Silvie Defraoui, Touhami Ennadre, Alfredo Jaar, Ilya Kabakov, Sol LeWitt, Matt Mullican, Robert Rauschenberg, Miguel Angel Rios, Sophie Ristelhueber, Teresa Serrano, Pat Steir e Frank Thiel. I billboards, prodotti da Duggal Color Projects, New York, appartengono alla Collezione Zambon. Una selezione di dieci billboards sarà installata presso la Loggia del Capitaniato e al Teatro Nuovo.

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