Avdei Ter-Oganyan vuole eliminare Putin, la Russia lo censura e poi lo grazia ma lui rifiuta

di Redazione Commenta

La  pesante scure della censura torna a colpire il mondo dell’arte contemporanea. Questa volta a fare la parte del cattivo di turno ci ha pensato la Russia che voleva tappare la bocca ad un suo artista. La vittima in questione è, o meglio poteva essere, Avdei Ter-Oganyan che avrebbe dovuto partecipare ad una mostra al Louvre di Parigi intitolata Counterpoint (in visione dal 14 ottobre al 31 gennaio). Un’opera in particolare ha fatto andare su tutte le furie gli esponenti del governo sovietico, si tratta di un dipinto raffigurante l’assassinio del primo ministro Vladimir Putin (ultimamente i dipinti con gli assassini dei grandi leader sembrano essere di gran moda).

Per tutta risposta alcuni artisti russi inclusi nella stessa mostra hanno annunciato una sorta di sciopero, ritirando le loro opere. Il dipinto di Avdei Ter-Oganyan fa parte della serie The Radical Abstractionism Project, creata dall’artista nel lontano 2004, il fatto strano è che nell’ opera incriminata non compare una raffigurazione grafica dell’assassinio ma solamente un’ innocua forma geometrica, parliamo infatti di un rettangolo rosso con una diagonale nera sopra di esso. Il testo allegato alla composizione è però un tantino provocatorio: “Quest’opera vi invita a compiere un attacco contro l’uomo di stato Vladimir V. Putin in modo e maniera da porre fine al suo governo ed alle sue attività politiche”, insomma un attacco in piena regola. Fortunatamente tutto questo putiferio è riuscito a smuovere l’opinione pubblica internazionale ed a convincere le istituzioni francesi a dialogare con quelle russe. Alla fine la Russia ha concesso a Ter-Oganyan il permesso di partecipare alla mostra. Ma qui arriva il colpo di scena, nelle ultime ore l’artista ha ribadito il suo sciopero, affermando che i vertici russi non hanno accettato la sua richiesta di immunità per il filmaker Oleg Mavromatti che da lungo tempo è costretto all’esilio. Le tensioni sono quindi ancora in essere e non è ancora certo il futuro della mostra. Al 14 ottobre mancano pochi giorni chissà se Ter-Oganyan riuscirà a compiere l’ennesimo miracolo, noi siamo dalla sua parte. Vi terremo aggiornati

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