I soldi del museo? Se li prende l’iPhone

di Redazione Commenta

Leggevo ieri un’intervista di Exibart ad Achille Bonito Oliva sullo spauracchio dei tagli alla cultura. Mi sembra che il celebre e stimato curatore e critico d’arte abbia ben fotografato le cause e gli effetti di questa terribile situazione-Italia, ma (prendendo in esame solo le istituzioni museali ed affini) quali potrebbero essere le soluzioni a questo problema? Come portare soldi alle casse dello stato ed al contempo evitare lo sfacelo totale delle istituzioni museali e culturali in genere? Difficile a dirsi. Il governo inglese ad esempio, tramite il ministro della cultura Jeremy Hunt, sta tentando di incoraggiare i ricchi del paese a finanziare le operazioni culturali dell’intera nazione.

Fino ad ora sono stati raccolti circa 120 milioni di dollari che potrebbero servire a finanziare tante iniziative o comunque a sorreggere ciò che esiste già. Il privato dunque rimane un’importante carta da giocare per non far andare tutto in rovina. Musei e monumenti gestiti dai privati, questa potrebbe essere una buona soluzione ma è ovvio che lo stato dovrebbe comunque vigilare su tutto. Oggi il problema più importante riguarda i fondi erogati, sono troppo pochi ma ci sono e molto spesso si perdono in centinaia di operazioni farraginose. Esistono diverse istituzioni museali in Italia che mettono a disposizione del cittadino una serie di servizi “non richiesti”, infrastrutture decisamente inutili che servono solo a “fare arredo”.

Inutile sviluppare applicazioni per iPad ed iPhone, lanciare radio e podcast, sperperare soldi in siti internet tecnologicamente avanzati, stampare cataloghi e pieghevoli in carta superbrossurata, organizzare eventi mangerecci e danzerecci, se poi le collezioni permanenti latitano e non esistono programmazioni a medio o a lungo termine, se nella maggior parte dei casi manca persino il personale per tirare avanti la baracca. Le casse di un museo si riempiono anche vendendo i biglietti ma per portare gente all’interno degli spazi bisogna organizzare eventi interessanti ed assicurare i servizi essenziali. Non ci vuole molto, basta esporre arte e non semplice arredo.

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