Jerry Saltz ed il peggio dell’arte americana del 2010

di Redazione Commenta

Dopo aver stilato la sua personale lista del meglio dell’arte contemporanea, il critico americano Jerry Saltz ha pubblicato in questi giorni sulle pagine del New York Magazine i 10 momenti peggiori dell’arte a stelle e strisce del 2010, noi ve li rigiriamo così come il buon ( o cattivo) Saltz li ha stilati, a partire dal fondo:

10 Un orrorifica sequenza di frasi udite ad Art Basel Miami Beach: Silvia V. Fendi ha dichiarato “Collezionare arte è il nuovo modo di fare shopping“.  Aby Rosen, magnate del mercato immobiliare ha invece proposto questo: ” I tre mondi più importanti della cultura in questo momento sono la moda, il mercato immobiliare e l’arte. Le fiere d’arte inoltre sono posti dove i super-ricchi possono socializzare con persone del loro stesso livello”.

9 La retrospettiva di Tim Burton al MoMa: non una mostra d’arte ma un modo per far soldi attirando gente nel museo.

8 La mostra di Rivane Neuenschwander al New Museum, troppo sentimentale e troppo ovvia.

7 La mostra Skin Fruit, sempre al New Museum con la collezione di Dakis Joannou curata da Jeff Koons. Alcune opere erano buone ma non riesco a ricordare una mostra che sia piaciuta meno al pubblico di questa.

6 L’installazione filmica di Peter Greenaway all’Armory incentrata sull’Ultima Cena di Leonardo. Troppa stravaganza ed idee non risolte, il tutto aveva un’aria di fallimento.

5 La retrospettiva di Gabriel Orozco al MoMa, anemica e troppo controllata nella sua presentazione, fino quasi a soffocare.

4 La mostra di Damien Hirst nello spazio di Madison Avenue della Gagosian Gallery con armadietti pieni di diamanti finti e dipinti terribili.

3 La mostra del collettivo Gelitin da Greene Naftali, Il gruppo artistico si è fatto bendare e si è fatto guidare da altri artisti nell’esecuzione di installazioni site-specific. Il risultato è stato terribile.

2 La mostra 50 Years da Pace. Tanta arte di grande livello ma impossibile metterla tutta insieme senza creare un guazzabuglio visivo.

1 Robert Wilson e la sua pomposa e iper-prodotta mostra Perchance to Dream, un ritratto multidmediale di un ballerino italiano. Tempo fa Wilson era un bravo teatrante ma non ha nessun talento come artista.

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