Subodh Gupta, L’India invade la Finlandia

di Redazione 1

La stagione primaverile dell’Hildén Sara Art Museum di Tampere (Finlandia) si apre con una mostra di Subodh Gupta (dal 12/2/2011 al 30/4/2011), la superstar dell’arte contemporanea indiana. Gupta è al momento una dei più importanti nomi dell’arte contemporanea internazionale ed è conosciuto per i suoi dipinti e installazioni che hanno a che fare con lo stile di vita indiano e la cultura contemporanea. L’arte di Subodh Gupta (nato nel 1964)  è essenzialmente legata alla tradizione indiana ed al cambiamento nella società. I suoi dipinti, sculture, installazioni e performance descrivono i cambiamenti sociali e culturali all’interno di un riconoscibile, ricco linguaggio visivo.

Gupta appartiene alla generazione di artisti indiani che studiano l’identità del loro paese a livello globale. I temi della crescita economica, del materialismo e dell’emigrazione sono espressi attraverso oggetti comuni. Scatole portapranzo in acciaio, pentole o biciclette riflettono, oltre che grande periodo di transizione indiano, anche la vita personale dell’artista ed i suoi ricordi.Subodh Gupta proviene dalla campagna del Bihar, ed è ora di stanza a New Delhi. Prima della sua formazione come artista visivo, Gupta, appassionato di cinema, è stato un attore di teatro di strada. Il cambiamento di residenza dell’artista dal suo villaggio natale a Delhi è in qualche modo un’allegoria dell’India di oggi. La classe media in espansione che migra dai villaggi ai centri urbani ha aperto la strada al cambiamento globale della cultura capitalista.

Gupta è interessato a ciò va inevitabilmente perso in questo processo di cambiamento. Le monumentali sculture e installazioni di oggetti in acciaio inossidabile riflettono il breve viaggio dall’antica cultura indiana al moderno, dalla tradizione al cambiamento. La Sara Hildén Art Museum ha organizzato la mostra in collaborazione con l’artista e l’Hauser & Wirth (Zurigo e Londra). La mostra presenta 10 dipinti, una serie di 29 BodyPaint pieces e 18 tra sculture e installazioni. Un catalogo della mostra, riccamente illustrato, verrà pubblicato in due lingue (finlandese-inglese), con articoli scritti dal professor Alexander Dumbadze presso l’Università di Washington ed il critico d’arte Timo Valjakka.

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