Kling Klang Factory alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano

di Redazione Commenta

Giovedì 7 luglio dalle 21.00 alle 23.00 alla Fondazione Arnaldo Pomodoro (Via Solari 35, Milano) si terrà una serata evento organizzata da IED Milano. Circa 40 studenti dei corsi di Video, Media e Sound Design, giovani designer della comunicazione visiva digitale provenienti da ambiti disciplinari e percorsi di studio diversi, si sono incontrati all’interno del corso di Interactive Audiovisual Design, condividendo e unendo competenze e strumenti.

Coordinati dai docenti Marco Mancuso (direttore di Digicult), Davide Sgalippa e Riccardo Castaldi (Studio N!03), in collaborazione con Paola Boccaletti (dipartimento didattico Fondazione Arnaldo Pomodoro), hanno pensato, sviluppato e realizzato cinque progetti speciali al confine tra espressione artistica e creativa, sperimentazione e design in cui la componente sonora e visiva si integra ai più recenti sviluppi tecnologici ed elettronici.Si tratta di installazioni audio-visive interattive dedicate alla memoria delle ex officine Riva Calzoni che fondono suoni e immagini digitali in uno spazio che diventa un luogo/non luogo fluido da esplorare, un vero e proprio elemento di progettazione, un attore in grado di innescare un dialogo fisico ed emotivo con il pubblico guidandolo verso nuove esperienze emotive e percettive. Spazio che può essere quello chiuso di una stanza o quello infinitamente aperto che ci circonda, fatto di elementi architettonici sui quali poter intervenire, di superfici da usare come tele, di infrastrutture digitali sulle quali veicolare messaggi visivi e sonori. Spazio come quello della Fondazione Arnaldo Pomodoro che diventerà nell’occasione non solo contenitore ma parte integrante e attiva della serata.

La Fondazione, nata nel 1995 è da intendersi, nelle parole dello scultore Arnaldo Pomodoro, come importante momento di “interazione fra le diverse forme espressive e nel rapporto tra le opere e lo spazio circostante, una sorta di tensione e di confronto reciproco, perché, lungi dall’essere una struttura museale statica e conservativa possa svolgere la funzione di un vero e proprio laboratorio inventivo, quasi sperimentale, rivolto così a costruire con gli artisti, i critici e il pubblico, un coinvolgimento profondo e globale”. Spazializzazione, sinestesia, interattività sono alcune delle parole chiave con cui gli studenti IED che si occupano di comunicazione visiva e digitale sono stati chiamati a confrontarsi in maniera sempre più consapevole in questo progetto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>