Tacita Dean contro la scomparsa del 16mm

di Redazione Commenta

Il titolo è semplice ma allo stesso tempo enigmatico: Film. Una parola che riassume non solo un medium ma un’intera epoca fatta di emulsioni e lenti sviluppi. Parliamo dell’incipit della nuova fatica di Tacita Dean, ospitata per l’occasione dalla gigantesca Turbine Hall del Tate Modern di Londra dall’11 ottobre 2011 all’11 marzo 2012. La meravigliosa installazione video sviluppata dall’artista ci catapulta appunto all’interno della pellicola, fra lo scorrere di quel mezzo artistico che fa parte della nostra storia universale.

Tacita Dean è cresciuta grazie alla pellicola, la usava sin dai tempi degli studi, ed ora che il sottile strato di celluloide è minacciato da un mercato che ha già dichiarato la sua prematura fine, l’artista ha deciso di correre in soccorso e sviluppare un intero progetto proprio su questo oscuro oggetto del desiderio di tanti registi ed appassionati di tutto il mondo. La Turbine Hall di Tacita Dean è buia, ma questa oscurità è letteralmente squarciata dalla poesia della luce. Alla fine della hall del museo trova posto un grande schermo cinematografico posto in verticale. Su di esso baluginano immagini sparse di edifici e animali, di piante e dettagli anatomici. Il tutto scorre attraverso i classici fori della pellicola che determinano il percorso delle immagini e le “catturano” all’interno della visione cinematografica. Tacita Dean ha lottato per mesi per non lasciar morire la pellicola, un’urgenza nata dopo la decisione del SoHo Film Laboratory di cessare l’attività di stampaggio delle pellicole 16mm.

Ad oggi, nel Regno Unito, non esiste nessun laboratorio capace di sviluppare questo tipo di pellicole e l’artista ha deciso di produrre la sua opera in un laboratorio di Amsterdam, anch’esso a rischio chiusura. Eppure questa poetica cesellatura di immagini non è un omaggio malinconico, un triste addio. Si tratta infatti di una vera e propria azione di denuncia, un manifesto creativo che inneggia alla potenza visiva della pellicola contro l’appiattimento imperante del digitale: “Penso che sia importante mostrare la distinzione tra il film analogico e quello digitale, questo è ciò che ho fatto. La pellicola è destinata a morire ed allora ho pensato che bisognava pur fare qualcosa”, queste le parole raccolte da Artinfo. L’impegno di Tacita Dean è stato talmente forte che mostri sacri del cinema come Steven Spielberg e Martin Scorsese hanno partecipato alla causa, contribuendo al catalogo della mostra. Forse non servirà a salvare la pellicola ma è comunque un buon inizio.

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