Confrontations, la risposta del Castello di Rivoli

di Redazione Commenta

I nostri Confrontations si sa sono sfrontati e pirateschi ed hanno come intento primario quello di stimolare una reazione da parte di istituzioni che sin troppo spesso mettono un muro tra arte e fruitore. Ad oggi abbiamo raccolto la risposta del Castello di Rivoli al nostro precedente capitolo di Confrontations che pubblichiamo qui di seguito per diritto di replica:

“Cari amici di Globartmag, prima informarsi…poi comunicare…
fatto salvo il diritto di tutti a manifestare il proprio pensiero e le proprie critiche nei confronti della programmazione, questa deve almeno essere completa. Evidentemente chi scrive non ha visitato ultimamente il Castello di Rivoli e nemmeno le pagine del suo sito poiché non solo il Museo offre la grande retrospettiva dedicata a Thomas Schutte in Manica Lunga ma, nei tre piani della Residenza Sabauda, presenta Oltre il muro, un allestimento del tutto inedito e sperimentale che propone non solo una rilettura della collezione, ma anche dello stesso ruolo del Museo. Una sorta di gioco che ribalta i ruoli chiave di curatore e visitatore, portando quest’ultimo a cercare uno o più percorsi personali tra le opere. Le opere selezionate da Beatrice Merz, propongono infatti la messa in gioco dei concetti di limite, confine, luogo e memoria. In mostra sono allestite le opere di oltre 55 artisti su tre piani espositivi. Ma non è tutto…mescolata all’allestimento di Oltre il muro e quindi in profonda relazione con esso, il Castello ospita anche Viaggio intorno alla mia camera, un progetto speciale di Marzia Migliora che dialoga non solo con gli spazi e con la storia stessa del primo museo italiano dedicato all’arte contemporanea, ma coinvolge – attraverso una chiamata alla partecipazione attiva – la struttura vivente dei visitatori del Museo. Il pubblico come attore degli spazi e dei progetti culturali del Castello diviene, grazie all’artista, un collaboratore, evidenziando la funzione culturale, educativa e divulgativa del Museo casa di tutti, in primis dei cittadini. Buon ultimo, tra le cose che si possono trovare qui in questi tempi di crisi (tra l’altro il Museo non è stato minato da nulla…e ha appena approvato – pur in tempi di ristrettezze economiche – un bilancio con 469.000 € di attivo) troviamo Summer school, un grande progetto culturale rivolto agli artenauti di tutte le età: appassionati e semplici curiosi, operatori culturali, insegnanti, studenti, bambini, ragazzi e famiglie. Il progetto, a cura del Dipartimento Educazione (che dal 2011 ha ottenuto dal MIUR Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca l’accreditamento come ente di formazione per il personale della scuola), è nato con l’obiettivo di mostrare che le arti contemporanee non sono un fatto elitario e possono invece fornire a tutti strumenti per crescere liberi e consapevoli in una società in continua evoluzione.

I partners di Summer School offrono, insieme ai professionisti del Dipartimento Educazione, diversi spunti e occasioni per fare esperienza dell’arte contemporanea intesa nell’accezione più ampia: i moduli proposti spaziano infatti dalle arti visive al teatro, dalla musica alla danza, sempre in dialogo e in una relazione di fertile scambio con le opere esposte al Museo. All’insegna dell’interdisciplinarietà, Summer School da spazio anche alle connessioni tra l’arte del nostro tempo e saperi come Filosofia, Psicologia, Scienza, con uno sguardo a temi di attualità come la sostenibilità ambientale e l’arte come motore di trasformazione sociale responsabile (Michelangelo Pistoletto). Oltre alle proposte pensate per gli adulti, docenti, operatori culturali e studenti, non mancano attività per il tempo libero di giovani, bambini e famiglie, workshop con artisti e happening collettivi all’interno del Museo e nei dintorni, approfittando della grande piacevolezza dell’estate sulla collina rivolese.
E veniamo al futuro. Il programma espositivo autunnale del Castello di Rivoli si apre il 15 settembre con La storia che non ho vissuto (testimone indiretto), una nuova grande mostra interamente dedicata alla giovane arte italiana. La rassegna, ordinata nelle ampie sale del terzo piano della Residenza Sabauda, è ideata e curata da Marcella Beccaria. Questo nuovo importante progetto espositivo è reso possibile dal generoso contributo degli Amici Sostenitori del Castello di Rivoli.
Francesco Arena, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Flavio Favelli, Eva Frapiccini, Goldi e Chiari e Seb Patane, sono i protagonisti de La storia che non ho vissuto (testimone indiretto), individuati quali rappresentativi di una nuova generazione di artisti italiani che individua nella storia del nostro Paese il proprio oggetto di indagine. Articolate in un’ampia varietà di forme e scelte linguistiche, le opere in mostra sono incentrate su alcuni tra i momenti che hanno tragicamente segnato l’Italia nel corso del Novecento. Inclusiva di opere realizzate appositamente e altre che meritano una rinnovata attenzione museale, la mostra rinnova il programma di sostegno alla giovane arte italiana già promosso dal Castello con il sostegno degli Amici attraverso la Borsa per i giovani artisti italiani. La mostra verrà affiancata da un intenso programma di eventi collaterali dedicato alla storia italiana e alla lettura e rilettura dei fatti e degli eventi analizzati nelle opere. In programma per il prossimo anno una grande retrospettiva di Ana Mendieta (in gennaio).
Siamo a disposizione per ogni ulteriore informazione.
Buona estate a tutti”

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