Alla galleria Marie-Laure Fleisch di Roma si sta svolgendo un ciclo di mostre sull’arte israeliana ideato da Giorgia Calò nel quale è inserita la personale Made to Measure videos and drawings dell’artista Maya Zack, a cura della stessa Calò. Il progetto prevede una pubblicazione che verrà presentata a fine anno. In Made to Measure sono esposti disegni e il video ad essi collegato nel concetto e nell’espressività, Black and White Rule, inoltre il video Mother economy nella project room.
La sala principale della galleria è occupata dall’installazione formata da scaffalature metalliche e cartoni, contenitore, che evidenzia un rapporto fra interno ed esterno, in cui è proiettato Black and White Rule. Intorno a questo ingombrante muro, appesi alle pareti, i disegni che ritraggono uomini nell’atto di misurare lo spazio, con una forbice, con una lente di ingrandimento, con una matita. Nel video ritorna la misurazione che avviene attraverso il disegno, elemento quindi ricorrente che vari personaggi utilizzano, ognuno nella propria maniera: sono protagonisti principali un uomo, una donna, un bambino e un barboncino di cui si indicano le grandezze corporee, barboncino graficamente delineato in due opere esposte. Il disegno e il gesto del misurare fanno da collante ai lavori. Le azioni di mappatura che si svolgono sono ossessive e allo stesso tempo inducono ad una volontà di rappresentatività in cui la presenza umana richiama simbolicamente una ricerca di appartenenza ad un mondo in cui potrebbe essere contemplata anche l’assenza dell’uomo. “Tatort” che in tedesco vuol dire “scena del crimine” è stato il termine che ha ispirato l’artista per questo suo progetto, il significato che Zack attribuisce a tale parola si risolve nell’idea di uno spazio in cui succedono delle cose nel rapporto fra ciò che accade e ciò che si percepisce, fra gesti minuziosi indicativi di una realtà e ricerca di sospensione. Anche in Mother economy si assiste alla misurazione, questa volta di oggetti all’interno di una abitazione: essi rappresentano la famiglia latitante fisicamente ma presente nei sentimenti che questi oggetti hanno suscitato. La fine del video si svolge in cucina: la madre di famiglia prepara una torta di quelle economiche che verrà sezionata e, ovviamente, misurata.
Dal carattere economico della torta che la madre prepara, il nome dell’opera che riflette sull’economia in generale, partendo da un contesto intimo per arrivare alla globalità della società contemporanea, infatti il video inizia con l’audio di alcuni discorsi tenuti durante la seconda guerra mondiale. Maya Zack, classe ’76, vive e lavora a Tel Aviv. Molte le sue mostre in Israele e all’estero, ha presentato Mother economy al Jewish Museum di New York nel 2008. Ha vinto numerosi premi e le sue opere sono presenti in musei in Inghilterra, Francia, Belgio, America e Israele. Fino 17 novembre Galleria Marie-Laure Fleisch vicolo Sforza Cesarini 3A, Roma. Info: 0668891936; www.galleriamlf.com