The Group Show alla Vm21 di Roma

La galleria VM21 di Roma, nel suo secondo appuntamento stagionale, propone a partire dal 3 dicembre l’interessante collettiva di quattro personalità artistiche diverse tra loro per generazione e ricerca.

Il grande fotografo Gabriele Basilico (Milano, 1944) con una grande fotografia a colori di Ponte Sisto ci accompagna all’interno di quel tessuto urbano, a noi così familiare, dei ponti di Roma.

La scultura in ceramica lucida e meticolosa di Simone Bertugno (Roma, 1963) dal titolo “Matermateria” racconta un universo fiabesco, costituito da figure metamorfiche, ibridazioni di elementi biologici, vegetali ed umani. L’artista romano attua una sperimentazione, quella della ceramica, per nulla facile poiché “priva di bozze preparatorie”, dunque di progettualità. Egli stesso afferma di voler dare forma ad una mescolanza, ad un grande organismo che oscilli “tra equilibrio e conflitto, ordine e caos”.

Neon Campobase mette in gioco se stessa con un’asta

Very late at night si presenta come una mostra stratigrafica, una mostra-scavo in cui verranno organizzate ed esposte al pubblico opere-reperti estratti dal magazzino Neon Campobase di Bologna. Un magazzino che non custodisce tesori ma testimonianze di una storia lunga complessa ricca e avventurosa fatta di incontri e di collaborazioni.

Saranno esposti lavori di Sergia Avveduti, Maurizio Cattelan, Gianluca Codeghini, Cuoghi Corsello, Nico Dockx, Emilio Fantin, M+M, Eva Marisaldi, Maurizio Mercuri, Giancarlo Norese, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Marco Samorè, Alessandra Tesi, Luca Trevisani, Diego Tonus, Maurizio Vetrugno, Luca Vitone, non necessariamente tutti nello stesso momento ma certo nel corso delle tre settimane in cui il progetto resterà aperto e disponibile al pubblico.

Nuova “Aria” da Yvonneartecontemporanea


Sabato 28 Novembre Yvonneartecontemporanea di Vicenza inaugura la bipersonale di Toyomi Nara (1968, Tokyo) e Dania Zanotto (1975, Treviso). Apre con questa mostra una nuova linea curatoriale della galleria, che esplorerà una fascia di giovani artisti nazionali e internazionali che hanno almeno un decennio di attività documentata alle spalle e che operano con linguaggi pittorici e installativi coniugando ricerca estetica e concettuale.

Le due artiste che inaugurano questo nuovo capitolo della galleria rientrano appieno in quest’ottica e la rappresentano legandosi ad essa e tra di loro sia per una componente visiva leggera e accattivante sia per l’articolata riflessione attorno alla macro-tematica della spiritualità su cui lavorano.

The Gallery Apart affida a Luana Perilli la presentazione del nuovo spazio espositivo

In occasione dell’apertura del nuovo spazio di via di Monserrato 40 (Roma), The Gallery Apart presenta l’attesa personale di Luana Perilli intitolata Manutenzione sentimentale della macchina celibe. Il progetto si affida a tre diverse modalità espressive, spaziando dal video, alla scultura, al collage.

Il corpus delle opere ci immerge in un mondo privo di esplicite presenze umane, un universo di oggetti per una volta non inanimati ma anzi, seppur privati della loro naturale destinazione funzionale e dunque resi celibi nel senso della lezione duchampiana, intrisi della vitalità conseguente alle loro precedenti esperienze e quindi in grado di esprimere e trasmettere sentimenti, ricordi, umori.

Paul McCarthy, Biancaneve e i sette porno nani?

Se vi fermate per un attimo a pensare all’istrionico Paul McCarthy sicuramente vi verrà in mente un’immagine dell’artista come l’avete osservato in decine di video e performance nel corso degli anni e cioè intento a ficcarsi in gola manciate di hot dogs zeppi di ketchup e maionese (come in Hot Dog del 1974) o magari preso a ballonzolare e mugugnare in giro con un naso da clown spruzzando della pittura su di una tela (come in Painter del 1995) o infine se pensate a Paul McCarthy vi viene in mente uno sporcaccione con un costume da Santa Claus con macchie di cioccolato annesse (come in Santa Chocolate Shop del 1996-97).

Insomma l’immagine che noi tutti abbiamo di Paul McCarthy ha sempre a che fare con bambole, salsicce, vaselina ed orifizi che non possono certo essere descritti in questo luogo. Ma recentemente, in occasione del progetto White Snow, in mostra alla galleria Hauser & Wirth di New York fino al prossimo 24 dicembre, l’artista ha rilasciato un intervista al New York Times, dando di sè l’immagine di una persona differente da come tutti pensavamo. McCarthy reduce da una frattura al femore è stato accompagnato da sua moglie e suo figlio, quest’ultimo si è occupato dell’installazione dei disegni in galleria, una serie dedicata alla favola di Biancaneve ed i sette nani con tutte le allusioni sessuali del caso ma prodotta in maniera decisamente interessante.

Ricordi, sensazioni e immaginazione questo è Ray Caesar

La galleria romana Mondo Bizzarro presenta il 5 dicembre la mostra Sogni di Cristallo, seconda personale italiana dell’artista canadese Ray Caesar. Nato a Londra nel 1958, Caesar vive a Toronto da circa 40 anni. Le sue mostre si sono tenute prevalentemente negli Stati Uniti, ma anche in Canada, in Australia, in Francia e in Inghilterra.

Laureato in architettura presso l’Art College for Design & Architecture di Ontario, Ray Caesar ha lavorato come illustratore all’interno del dipartimento di arte e fotografia medica di un ospedale pediatrico di Toronto. Parallelamente, ha operato per diversi anni nell’industria del cinema e della televisione, come addetto agli effetti speciali e all’animazione digitale, oltre a dedicarsi alla pittura. L’arte è infatti da sempre la sua passione più grande; fra gli artisti che Caesar ammira e che cita ancor oggi come fonti d’ispirazione vi sono Jan van Eyck, William Turner, Edward Hopper, Paul Cadmus, Salvador Dalì, Matthew Barney e John Currin.

Pieter Hugo presenta Nollywood

La galleria extraspazio di Roma presenta il 25 novembre la nuova serie fotografica di Pieter Hugo, Nollywood. Tra il 2008 e il 2009, l’artista sudafricano ha esplorato e documentato alla sua maniera il dietro le quinte di una delle più fiorenti industrie cinematografiche al mondo: Nollywood, Nigeria.

Sudafricano di origine afrikaneer, Pieter Hugo è uno dei fotografi più rappresentativi della sua generazione. Nelle sue opere esplora con grande capacità di penetrazione le contraddizioni più stridenti e alcuni aspetti periferici ma densi di significato delle nuove società africane. Hugo è affascinato dalle situazioni “borderline” che individua nei suoi viaggi attraverso l’Africa e, come già nelle precedenti serie che hanno fatto il giro del mondo (Looking Aside, The Hyena & Other Men e Messina/Musina), riesce a essere contemporaneamente distaccato ma dialogante rispetto ai soggetti dei suoi ritratti, con i quali costruisce sempre rapporti di reciproca conoscenza.

Art Basel Miami Beach torna con i migliori propositi

E’ tempo di Art Basel Miami Beach. La grande fiera internazionale inaugurerà il prossimo 3 dicembre (fino al 6 dicembre) la sua ottava edizione e si prepara a ricevere una folla oceanica di almeno 40.000 visitatori. In tempi di incertezza economica la grande manifestazione non ha però perso lo smalto che da sempre la caratterizza, il co-direttore Marc Spiegler ha in merito dichiarato: “Quello che abbiamo visto durante Art Basel in autunno ci ha fatto comprendere che c’è sicuramente mercato per l’arte di alta qualità”. Spiegler non ha infatti tutti i torti visto che durante l’edizione europea di Art Basel le vendite sono andate piuttosto bene registrando un netto rialzo.

Dal canto suo il resto del panorama fieristico europeo si è comportato abbastanza bene visto che il Fiac parigino ha dato segni di ripresa piuttosto incoraggianti e molti dei dealers presenti al Frieze non hanno di che lamentarsi. A far da contrappunto a questo clima di positività generale c’è però un dato importante che non va tralasciato. 60 gallerie presenti lo scorso anno ad Art Basel Miami Beach hanno deciso di non fare ritorno alla prestigiosa manifestazione.

L’importanza del titolo o del non titolo nell’opera d’arte

Nel 1969 Gino De Dominicis nel suo primo periodo di attività creativa produsse una delle sue più famose opere intitolata Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade nell’acqua. L’azione compiuta nella performance è esattamente quella descritta dal titolo che in questo caso diventa essenziale sia per l’intento creativo sia per l’esegesi dell’opera.

Esistono però opere che non hanno un titolo specifico ma lasciano presagire la loro natura senza ostentarla, celandola attraverso un intricato sistema di architetture significanti e di simboli, all’interno dei quali si scopre la natura conscia del loro creatore. La mostra Titled/Untitled, a cura di Alberto Dambruoso e Micol Di Veroli in visione dal 5 dicembre 2009 al 6 febbraio 2010 allo spazio espositivo Wunderkammern di Roma, si propone di indagare la natura conscia od inconscia dell’opera d’arte attraverso la presenza o l’assenza del suo titolo.

Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas alla galleria Pack di Milano


La Galleria Pack di Milano inaugura il 10 dicembre la grande mostra che riunisce per la prima volta assieme tre grandi personalità del contemporaneo. Seppure attraverso linguaggi e metodologie differenti, Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas sono portatori di una grande forza comunicativa ed innovativa che caratterizza e rende unica la loro ricerca.

Zhang Huan individua nel corpo lo strumento ed il metodo di conoscenza della realtà che lo circonda, rendendolo protagonista indiscusso delle proprie performance. L’opera presentata per questa occasione è il Museum size di Family Tree, opera che ha contribuito a rendere il lavoro dell’artista conosciuto internazionalmente e che è entrata nelle collezioni di importantissime istituzioni tra cui il Centre Pompidou di Parigi. Il lavoro incarna perfettamente la poetica del linguaggio di Zhang Huan. Il volto dell’artista, seguendo l’arco di un’intera giornata, si trasforma in una sorta di tela sulla quale sono dipinti ideogrammi che raccontano un’antica leggenda famigliare cinese. Il corpo diventa linguaggio, prova dell’identità culturale dell’individuo, istante privilegiato in cui lo spirituale si rende tangibile.

Porta a casa il mattone!

Venerdì 20 novembre alle ore 19 la galleria romana Mondo Pop inaugurerà la mostra collettiva Muro Pop – The Wall: 20 anni dopo la Caduta.

La mostra intende ricordare lo smantellamento del Muro di Berlino del 9 novembre 1989 ma attraverso una dedica agli innumerevoli interventi grafici operati su di esso, sia da artisti che da gente comune, nel corso dei decenni. L‘Urban Art internazionale così come quella italiana che MondoPOP rappresenta in Italia e soprattutto a Roma, nata dall‘ispirazione del Pop di Andy Warhol e dalla Street Art di artisti come Keith Haring e Barry McGee, trova le sue origini anche in questi numerosi interventi artistici operati sul muro di Berlino (in cui lo stesso Keith Haring ha lasciato il suo segno).

Artò ed il futuro (incerto) delle fiere romane

La notizia non ha ancora avuto conferme ufficiali ma se si rivelasse vera non sarebbe certo un segnale positivo per il sistema dell’arte romano. Secondo alcune voci di corridoio la fiera romana d’arte contemporanea dell’Eur che in occasione della sua seconda edizione dello scorso anno aveva mutato il suo nome in ArtO’, Art Fair in Open City potrebbe subire una definitiva cancellazione.

La notizia a dir poco sconfortante potrebbe essere avvalorata anche dal fatto che il sito della manifestazione è temporaneamente oscurato. Già durante la prima edizione della fiera dell’eur diretta avversaria di Roma The Road to Contemporary art si erano ravvisati alcuni problemi sia legati al volume delle vendite delle opere in fiera sia dovuti alla scarsa organizzazione logistica, basti pensare al fatto che alcuni stand dovevano essere ancora allestiti una manciata di ore prima dell’inizio della preview.

Reaganography, una mostra tutta su Ronald Reagan a New York

Per certi versi la figura del presidente americano Ronald Reagan ha avuto ed ha ancora a che fare con il nostro vissuto personale. Il presidente-attore scampato ad un assassinio e con una figlia (Patti Davis Reagan) che ha posato nuda su Playboy è stato infatti protagonista nel bene e nel male di vicende storiche che hanno cambiato il mondo. In tempi non sospetti il grande artista Joseph Beuys aveva musicalmente attaccato il presidente con la sua stravagante canzone Sonne statt Reagan una sorta di gioco di parole ed inno contro la corsa agli armamenti di Reagan.

Oggi la figura del presidente americano torna prepotentemente ad influenzare la sfera artistica contemporanea, dal 8 novembre al 6 dicembre infatti il No Globe Exhibition Space di New York ospita una stravagante mostra sulla figura di Ronald Reagan dal titolo Reaganography. La mostra oltre ad aprire un dibattito sulla politica del presidente si concentra sulla sua figura in un gioco estetico irriverente che la innalza a icona artistica.

Paesaggi Verbali alla galleria Ca’ di Fra di Milano

La galleria Ca’ di Fra’ di Milano inaugura il 26 novembre la mostra Paesaggi Verbali, collettiva che non guarda con ammiccante favore al puro valore estetico dell’opera, ma al suo più profondo intento intellettuale…per continuare a interrogarsi.

L’essenza dell’arte è nell’idea? L’opera d’arte si risolve nell’ attimo prima della creazione materiale vera e propria? Nel processo di creazione mentale e non nel prodotto finale? Il Concettuale sostiene proprio questa tesi. La filosofia del linguaggio assume un’ importanza di primo piano nella ricerca della essenza dell’arte; Ludwig Wittgenstein, attraverso la logica del linguaggio affascina artisti e pensatori come J. Kosuth, Salvo, Pier Paolo Calzolari, Vincenzo Agnetti.