Acriter et Fideliter, il coraggio e la verità di Antonio Riello

La galleria LipanjePuntin artecontemporanea di Roma inaugura il 20 ottobre Acriter et Fideliter, mostra personale di Antonio Riello (1959, Marostica) a cura di Jonathan Turner.

Antonio Riello è uno degli artisti europei più eclettici, visionari e controversi, e si esprime attraverso pittura, scultura, design, fotografia, istallazioni e videogiochi. Il gioco, come procedura che manipola immagini e oggetti sul filo della finzione ironica e della sciarada concettuale, è la cifra stilistica che lega le invenzioni dell’artista. In Acriter et Fideliter Riello si concentra su uno dei suoi temi ricorrenti: le armi e il mondo militare. L’artista ha inventato una serie di armi rivisitate e rielaborate come potenziali oggetti di design. Queste creazioni artistiche sono la perfetta ibridazione tra il coltellino svizzero (nelle versioni aggiornate e superaccessoriate) e l’alabarda medievale.

Ressa di fans alla mostra di Robert Mapplethorpe con Patti Smith

La Alison Jacques Gallery non poteva trovare un sistema migliore per pubblicizzare la sua nuova mostra A Season in Hell con alcune opere fotografiche del tardo periodo artistico di Robert Mapplethorpe. La scaltra galleria ha infatti invitato, in occasione del vernissage tenutosi lo scorso lunedì 14, la celebre cantante e poetessa Patti Smith per una performance inedita.

Quest’ultima essendo stata per diversi anni musa e grande amica del compianto fotografo non ha certo rifiutato il gradito invito. Il problema è nato a causa del troppo interesse del pubblico su questo evento del tutto unico. Alle ore 17:45, circa quindi minuti prima dell’entrata in scena di Patti Smith, un copioso nugolo di fans della cantante si accalcato di fronte all’entrata della galleria e non appena le porte dello spazio si sono aperte una lunga ed incessante fila di persone ha cominciato a riversarsi all’interno dei locali. Alla fine le due sale della galleria si sono riempite fino allo spasimo in un’atmosfera da concerto più che da mostra di arte contemporanea.

Youssef Nabil alla Galleria Poggiali e Forconi di Firenze

Il 17 ottobre 2009 inaugurerà, negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, la prima mostra personale a Firenze dell’artista egiziano Youssef Nabil (Cairo 1972, vive e lavora a New York). La mostra raccoglie oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni, dai primi anni novanta ad oggi. Per l’occasione sarà esposta in anteprima mondiale l’opera Self Portrait with Botticelli – Florence, autoritratto dell’artista di fronte alla Primavera di Botticelli, realizzato nelle sale della Galleria degli Uffizi e prodotto per questa mostra.

Le opere di Youssef Nabil consistono in fotografie ritoccate a mano. Si tratta perlopiù, ma non esclusivamente, di due tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrità, spesso del mondo dell’arte internazionale e altrettanto spesso non europee, ma che in Occidente si sono imposte – da Tracey Emin a Mona Hatoum o a Zaha Hadid – e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato, dalla facciata di sale cinematografiche a camere d’albergo, da un lato, e, dall’altro, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood o a Rio de Janeiro.

Frieze art fair ai nastri di partenza e Tracey Emin…

 Ci siamo, dal 15 al 18 ottobre Frieze Art Fair 2009 infiammerà il mondo dell’arte contemporanea con nuovissime proposte provenienti dal grande tendone del Regent’s Park di Londra. Come già annunciato in un nostro precedente articolo a rappresentare l’Italia saranno presenti le seguenti gallerie: Galleria Massimo De Carlo di Milano, Francesca Kaufmann di Milano, Giò Marconi di Milano, Massimo Minini di Brescia, Galleria Lorcan O’Neill di Roma, Galleria Franco Noero di Torino, Galleria Raucci/Santamaria di Napoli, Galleria Sonia Rosso di Torino, Galleria Suzy Shammah di Milano, T293 di Napoli e Galleria Zero di Milano. Inoltre non mancheranno i grandi protagonisti internazionali tra cui svettano i nomi di David Zwirner,Hauser & Wirth,Gagosian Gallery,Lehmann Maupin,Lisson Gallery,Galerie Thaddaeus Ropac,White Cube e tantissimi altri, basti pensare al fatto che le gallerie quest’anno sono oltre 150 provenienti da ogni angolo del globo.

Mentre fervono i preparativi per il grande evento alcune voci di corridoio hanno confermato una notizia del tutto singolare. La Maupin Gallery presenterà in fiera Tracey Emin la quale ha deciso di vendere alla manifestazione alcune opere create appositamente per i visitatori.Le opere saranno basate sulle risposte ad un questionario comprendente domande personali rivolte ai visitatori. Tra le domande figurano interrogativi del tipo:  Credi in Dio?, Parli quando fai sesso?, Ti piace il romanticismo o l’hard core?, Ti piace l’antico od il contemporaneo?.

Galleria Davide Di Maggio, da Berlino a Milano

La Galleria Davide Di Maggio dopo l’esperienza di sei anni a Berlino, inaugura il suo nuovo spazio a Milano. Per l’occasione in collaborazione con la Galleria studio legale (Roma e Caserta) sarà presentata la prima mostra personale in Italia della giovane artista inglese Kate Lyddon, nata nel 1979, già presente nella Saatchi Gallery. In mostra saranno presentati una selezione di opere su tela e su carta realizzate per l’occasione.

Nelle immagini di Kate Lyddon, vi è rappresentata la confusione e la paura, ma anche l’humor. L’artista attira l’attenzione del visitatore ricreando scene di vita quotidiana,  alternando situazioni divertenti ad altre meno. “C’è un elemento autobiografico nel mio lavoro, sono inspirata da cose che accadono a me e ai miei amici, spesso un sentimento, un emozione o un’esperienza mi fanno pensare ad una canzone che poi io sviluppo nei quadri” dice Kate Lyddon.

In mostra a Roma le opere di David Tibet

Il MOTELSALIERI di Roma nella sua incarnazione di spazio d’arte, ospita a partire dal 16 ottobre la prima mostra personale in Itala di David Tibet dal titolo Docetica!. Nel corso della mostra verranno presentati alcuni lavori grafici dell’artista di origini malesieane.

Titolare del progetto sonoro Current 93, editore di dimenticati scrittori del Macabro e di outider musicali, collezionista delle opere di Louis Wain, ex eretico lettore di Aleister Crowley, studioso di Copto e di Vangeli Apocrifi, David Tibet, negli ultimi anni, decide di far confluire parte della sua ciclopica spinta creativa in quelli che lui chiama “Gnostic Cartoon” lavori su carta in cui condensa idealmente i temi sacri e i motivi apocalittici già ricorrenti nelle sue produzioni musicali.

L’esplosione di colori di Alberto Di Fabio

Edicola Notte ritorna giovedì 8 ottobre ad illuminare Vicolo del Cinque (Roma, zona Trastevere) con un murale, Particella di Dio, di Alberto Di Fabio. Parte così la nuova stagione dell’artist space romano.

Quella di Alberto Di Fabio è un’arte che si nutre di “natura”, e la pittura la interpreta, accecante nel colore giallo delle pareti di Edicola Notte. In questo lavoro la pittura trova la sua vicinanza con l’uomo e la parte di divino propria all’umano. “Particella di Dio” abbaglia e penetra la vista fino a toccare i punti nevralgici del sentire. Una partitura neuronale che ricorda i rami di un albero e che unisce così due lati del biologico, per trascenderli ed elevarli. Scienza che influenza la creazione artistica andando a stabilire un rapporto fra il microcosmo e macrocosmo, fra cellule e Universo, nel ricordo degli esperimenti che, grazie alle nuove scoperte scientifiche, cercano di individuare la massa delle particelle, a partire proprio dalla “Particella di Dio”.

Luca Francesconi alla galleria Umberto Di Marino

La Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea di Napoli è lieta di presentare, giovedì 8 ottobre 2009, l’ultima personale di Luca Francesconi dal titolo Calendario delle semine, un nuovo capitolo che l’artista scrive all’interno del suo percorso sempre attento all’arte popolare, in cui i materiali, semplici strumenti della cultura rurale, assumono valore metafisico e si caricano di significati antropologici nella lettura del reale.

Lo spazio espositivo si fa strumento di una riflessione che coinvolge il legame tra la storia e le tracce che questa lascia di sé nell’arte e nella tradizione, le opere respirano, vivificandosi di significati più ampi: il tempo diventa massa relativa, reinterpretato attraverso gli oggetti su cui è possibile osservare il passaggio e l’azione dell’uomo come elemento primo, forza e potenza in se stessa. I materiali si fanno portatori di significati, creano un’economia di campi semantici paralleli nel processo di creazione del significato delle opere.

Nicholas Hlobo, chi è?

Oggi 6 ottobre si inaugura presso la galleria e x t r a s p a z i o di Roma la seconda personale Ngubani na lo? di Nicholas Hlobo (Cape Town, SA, 1975). Nicholas Hlobo è noto per installazioni, performance e immagini che affrontano temi complessi e sollecitano diversi livelli di lettura. L’artista coinvolge l’osservatore nella costruzione di una storia dai molteplici significati.

Il titolo della mostra è Ngubani na lo? – traducibile con Chi è?: Chi sono le persone, da dove vengono e, soprattutto, quali identità si costruiscono nei vari contesti? Per Hlobo, porre interrogativi è fondamentale quanto l’atto stesso del fare. Le sue opere sono ricche di riferimenti alla cultura xhosa e all’esperienza di vita nel Sudafrica post-apartheid e al contempo rappresentano una riflessione più generale su temi quali lingua e comunicazione, genere e sessualità, razza ed etnia.
L’artista parla spesso del suo lavoro in termini di ‘scrittura’ e utilizza sempre per i titoli delle opere la sua lingua madre, lo xhosa, appartenente al ceppo nguni, molto diffusa in Sudafrica. Le sue poetiche espressioni idiomatiche, i proverbi e le ambiguità di senso, sono particolarmente adatte a eludere significati scontati e a minare stereotipi.

Annual Art Awards, gli oscar dell’arte

Sarà il controverso artista Rob Pruitt il presentatore del First Annual Art Awards, manifestazione sponsorizzata da Calvin Klein che si terrà al Guggenheim Museum il prossimo 29 ottobre.

Pruitt da buon conoscitore del mondo glamour ha già stilato una lista di celebrità che saranno chiamate ad assegnare i prestigiosi premi, tra i nomi più altisonanti svettano quelli di Sofia Coppola, James Franco e Mary-Kate Olsen. Certo questa manifestazione ricorda molto da vicino una nota kermesse hollywoodiana e questo non è altro che l’ennesimo passo verso la totale spettacolarizzazione dell’arte.

Martin Soto Climent alla T293 di Napoli

In occasione della seconda mostra personale intitolata Laberintome presso la T293 diNapoli, Martin Soto Climent espone dal 7 ottobre una nuova serie di lavori concepiti intervenendo, con un’attitudine fortemente performativa, su diversi componenti oggettuali. L’azione, quasi mai visibile da parte del pubblico, e’ parte sostanziale della sua ricerca in senso pregresso: una sorta di rituale nascosto che agisce costantemente nel tempo e alle spalle dell’oggetto stesso.

In Laberintome l’artista Martin Soto Climent crea un percorso in cui la sua esperienza presente si sovrappone ad una serie di eventi accaduti alla fine degli anni ’60 in Messico. Il periodo trascorso a Napoli dall’artista (settembre e ottobre) coincide, a distanza di piu’ di quaranta anni, con il lasso di tempo che precedette l’inaugurazione dei giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968, quando furono trucidati centinaia di studenti scesi a manifestare nella Piazza delle tre Culture.

Luigi Ontani, immagine guida della quinta edizione della Giornata del Contemporaneo

L’iniziativa, in programma oggi 3 ottobre, vedrà i musei di AMACI e oltre 800 luoghi dell’arte contemporanea aprire gratuitamente al pubblico i loro spazi, per un’iniziativa unica nello scenario internazionale.

È Luigi Ontani l’artista scelto da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, per creare l’immagine guida della quinta edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento promosso dall’Associazione e dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Ingadgiato è il titolo dell’opera realizzata appositamente per la manifestazione: un autoritratto fotografico in cui Ontani, con il suo tipico linguaggio eclettico e dissacrante, si rappresenta intrappolato in una rete da pesca da cui pendono gadget e materiali promozionali dei musei dell’Associazione.

Sette giovani artisti indagano sul rapporto tra il segno e la materia

In occasione della Giornata del Contemporaneo, la galleria Angela Memola Grafique Art Gallery di Bologna presenta un progetto sull’intrigante rapporto tra il segno e la materia, collettiva di Pierluigi Febbraio, Erika Latini, Andrea Lucchesi, Elena Monzo, Davide Peretti, Stefano Ronci e  Matteo Sbaragli a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei.

L’esposizione vuole essere un percorso articolato che attraverso il lavoro di sette artisti vede il suo punto di partenza dalla sola linea legittimandola come modus  fine a se stesso e arriva fino al punto in cui si fonde alla materia arrivando a scomporsi. Diviene particolarmente complicato trovare un pensiero forte che sostenga il segno come elemento a se stante nella pratica artistica contemporanea. Proprio perché, come sostiene Ulrich Beck, nell’attualità “l’unità non è altro che la forma narrativa di una molteplicità infinitamente frammentata di correnti e crocevia esistenziali contradditori”, anche per l’artista che utilizza l’azione segnica, diventa basilare destreggiarsi con personalità per divincolarsi nel frammentario marasma esistenziale.

1/9 – Unosunove arte contemporanea di Roma presenta She said no

Oggi la galleria 1/9 – unosunove arte contemporanea di Roma inaugura la mostra She said no, collettiva di Stefan Brüggemann, Gregor Hildebrandt, Jamie Shovlin e Conrad Ventur. Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria ma soprattutto con il cuore. Un momento di rottura in cui la difficile e necessaria presa di coscienza di se stessi, dei propri desideri, capacità e limiti, è legata a doppio filo ad un inevitabile confronto con l’altro, in particolar modo con l’altro che ci ha preceduto e ispirato.

Nella costante ricerca di una propria individualità e cifra stilistica l’artista si misura e spesso si svincola dal linguaggio dei padri, dall’ambito culturale che lo ha nutrito, in un misto di riconoscenza verso qualcosa da cui ha attinto e preso forza, ma che allo stesso tempo avverte come un peso da cui liberarsi, un debito da estinguere.