Le bugie dell’arte contemporanea

Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.

Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi.

Unabomber in mostra al Palais de Tokyo

 Nuova proposta artistica per il prestigioso Palais de Tokyo di Parigi, il celebre spazio espositivo presenta in questi giorni (fino al 17 gennaio 2010) una mostra dal titolo Chasing Napoleon, collettiva zeppa di artisti da tener d’occhio che si propone di indagare sulla volontà di esilio e fuga da un mondo di banalità intellettuale oltre che scandagliare un particolare momento storico ossia l’anno 1977.Cosa centra il 1977 direte voi, bene si da il caso che in quell’anno Ted Kaczynski meglio noto come Unabomber si trovava nascosto in una capanna nel Montana a disseminare il panico tra la popolazione con i suoi ordigni esplosivi nascosti nei luoghi e negli oggetti più impensati.

Ovviamente la fuga di  Kaczynski ( genio paranoico ) dal mondo reale ha avuto risvolti drammatici, causando la morte di molte anime innocenti. A Ted Kaczynski si è ispirato l’artista Robert Kusmirowski che ha ricreato il nascondiglio di Unabomber in un’opera dal titolo Unacabine. L’artista Ola Pehrson si è invece cimentato in un’opera dal titolo the Hunt of the Unabomber, documentario che cerca di ricostruire la storia del folle dinamitardo al di là di leggende ed esagerazioni mediatiche. Anche Gardar Eide Einarsson si è cimentato con il tema Unabomber creando ritratti che riflettono lo shock prodotto dal criminale all’interno della cultura sociale collettiva.

La Fondazione Roma presenta la grande antologica di Niki de Saint-Phalle

Dopo il grande successo della mostra Hiroshige. Il maestro della natura, la Fondazione Roma si distingue ancora una volta per una scelta culturale coraggiosa e innovativa. Dal 4 novembre 2009 al 17 gennaio 2010 il Museo della Fondazione Roma (già Museo del Corso) ospiterà la grande retrospettiva della celebre artista pop Niki de Saint-Phalle, pittrice, scrittrice, performer che ha legato il suo nome a un percorso artistico straordinario che va oltre le classificazioni e le mode, e si mescola con una vita tumultuosa e affascinante.

La mostra, a cura di Stefano Cecchetto, è co-prodotta e organizzata da Arthemisia Group, in collaborazione con The Niki Charitable Art Foundation (California). Il percorso individuato dal curatore segue il percorso interiore dell’artista e permette lo sviluppo parallelo di un’esposizione che allinea numerosi dipinti del primo periodo dell’artista, degli anni cinquanta e sessanta, insieme alle celebri sculture policrome (Nana) per le quali Niki de Saint-Phalle è famosa in tutto il mondo.

Gert & Uwe Tobias alla Collezione Maramotti

Gert & Uwe Tobias presentano nella Collezione Maramotti di Reggio Emilia la loro opera più recente, un’installazione costituita da ventuno opere tra xilografie di grandi dimensioni, disegni e sculture, all’interno di un wall drawing che copre tutte le pareti dello spazio espositivo, la vecchia sala modelli di Max Mara, ora Pattern Room.

La mostra, aperta dal 15 novembre 2009 al 14 febbraio 2010, sarà accompagnata da un volume in forma di libro d’artista. Come per tutte le loro precedenti installazioni i Tobias hanno realizzato un manifesto, una grande xilografia a colori che esemplifica la loro originale modalità di far dialogare scrittura e immagine. Il manifesto diventa in tal modo insieme opera d’arte, contestuale agli altri lavori esposti in mostra, e strumento pubblicitario.

Crisi: Simon de Pury canta e Rebecca Smith chiude

Simon de Pury e Rebecca Smith, due storie dissimili legate dall’arte con due differenti destini. Due aspetti della crisi economica internazionale che raggiunge il mondo dell’arte con finali differenti ed inaspettati. Da un lato le case d’asta che dopo un breve periodo di indecisione sono ripartite alla grande, livellando un poco le quotazioni pur sempre alte e macinando dollari e sterline.Dall’altro capo del filo le gallerie, in special modo quelle votate alla sperimentazione, che hanno accusato il colpo ritirandosi dal mercato e chiudendo definitivamente i battenti.

Simon De Pury, leader incontrastato della casa d’aste Phillips de Pury ha sedi sparse in tutto il mondo e lo scorso ottobre ha totalizzato un bacino di vendite di 60 milioni di sterline, bottino di tutto rispetto aiutato dalla vendita dell’opera Year of the Boar, di Jean Michel Basquiat che ha totalizzato la bellezza di 1.105.250 sterline.

Sull’onda di questi successi Simon de Pury non ha certo esitato a manifestare la sua gioia utilizzando i suoi soldi per uno scopo assai buffo, ma si sa che le persone ricche fanno cose strane con i loro soldi. Pury ha infatti prodotto un video musicale sulle note di If I Had a Hammer, nota in Italia come Datemi un Martello e cantata da Rita Pavone.

Lawrence Weiner alla Fondazione Merz

Dal 30 ottobre 2009 la Fondazione Merz presenta un progetto speciale dell’artista concettuale Lawrence Weiner pensato appositamente per gli spazi della Fondazione. L’artista americano ha scelto di relazionarsi con lo spazio del museo e con il lavoro di Mario Merz progettando 3 grandi opere posizionate sia negli ambienti interni che esterni della Fondazione.

Alla base del progetto c’è la storia dell’edificio, un’architettura industriale di grande valore storico per la città, che in origine produceva energia per le officine automobilistiche Lancia e che oggi è un contenitore di opere d’arte. Inoltre, come spesso accade nei lavori dell’artista, emerge una sottile riflessione sulla morfologia e geografia della città che lo ospita. “Mi è venuta l’idea di un semplice fregio che, di fatto, stabilisce il tono della relazione tra il mio lavoro e il lavoro di Mario. Mette i tre lati dell’edificio in una prospettiva perfetta, lasciando che quello che io ritengo essere un edificio bellissimo si elevi nel panorama” così introduce la mostra lo stesso Weiner.

Apre The Museum of Everything, il museo dell’arte segreta

 Il circuito dell’arte contemporanea non è certo povero di artisti, anzi casomai potremmo senza ombra di dubbio affermare che ce ne sono già troppi, molti dei quali sono celebri e quotatissimi sui mercati internazionali . Per ognuno di essi esiste però una grande moltitudini di artisti sconosciuti, outsider che non hanno avuto la loro stessa fama e fortuna e che nella maggior parte dei casi potrebbero raccontare storie dense di tristezza ed emarginazione. Basti pensare ad Henry Darger, artista americano con problemi mentali che ha lasciato in eredità migliaia di opere ritrovate solo dopo la sua morte.

Anche l’Italia possiede i suoi artisti nascosti come Carlo Zinelli che dal 1962 al 1968 ha prodotto circa 2000 opere tra dipinti e sculture e che nel 1963 è stato l’unico italiano ad esporre sue opere nella mostra dal titolo Insania Pingens organizzata a Berna in Svizzera, dove attirò l’attenzione di storici dell’arte vicini a Jean Dubuffet, fondatore e scopritore dell’Art Brut. Questi illustri sconosciuti nella maggior parte dei casi hanno indirettamente influenzato le future generazioni artistiche e non a caso molti segni della loro ingenua e primitiva forza creativa sono ravvisabili in molte opere di acclamati artisti internazionali. Artisti segreti insomma, ma a volte anche i segreti vengono rivelati al pubblico e si mostrano nudi, in tutta la loro sconcertante potenza. In questi giorni a Londra è stato inaugurato il Museum Of Everything, un vero e proprio museo dedicato all’arte segreta e reietta.

Indagini di un cane, opere dalle collezioni Face

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino dal 21 ottobre  presenta Indagini di un cane, prima mostra del progetto europeo FACE, a cui aderiscono: Fondazione DESTE, Atene (Grecia), Fondazione Ellipse, Cascais (Portogallo), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (Italia), La Maison Rouge, Parigi (Francia), Magasin 3, Stoccolma (Svezia).

I soci fondatori di FACE sono istituzioni non-profit nate su iniziativa di collezionisti privati che hanno creato spazi pubblici per la produzione e promozione dell’arte contemporanea. Questa alleanza ha l’obiettivo di sostenere e ampliare le loro attività tramite ambiziosi progetti su scala internazionale. La mostra presenta una selezione di circa 40 opere provenienti dalle collezioni delle cinque istituzioni, che hanno curato il progetto congiuntamente.

Miroslaw Balka mette in scena il nulla alla Turbine Hall

Molti di voi forse pensano che l’arte contemporanea sia totalmente vuota, altri forse ne sono totalmente sicuri. La Tate Modern con la sua decima mostra alla Turbine Hall ha deciso di togliere ogni dubbio e commissionare a Miroslaw Balka un enorme spazio vuoto ed oscuro, certamente poco adatto a coloro che hanno i nervi scoperti e paura degli spazi poco rassicuranti.

L’installazione dal titolo How it is è in realtà una grande camera d’acciaio lunga trenta metri profonda dieci ed alta tredici, una volta entrati all’interno di essa i visitatori sono liberi di camminare nella più totale oscurità, sperando di non inciampare o scontrarsi con le altre persone. La direzione della Tate Modern ha però precisato che la sicurezza e la salute pubblica sono di primaria importanza in questo genere di manifestazioni artistiche e allo scopo ha sguinzagliato una serie di guardiani muniti di torce che avranno il compito di raccogliere e guidare i “dispersi” o coloro i quali dovessero sentirsi poco bene all’interno di questa tetra e terribile opera.

Takashi Murakami, McG e Kirsten Dunst insieme per la video arte

 Il Tate Modern sembra aver ancora una moltitudine di frecce al suo arco ed in particolare la mostra Pop Life: Art in a Material World, di cui vi abbiamo ampiamente parlato, non cessa di sfornare nuove e sempre più piccanti novità. L’evento ospita infatti, in una delle sue ultime stanze, un’inattesa collaborazione tra McG (uno dei più famosi registi americani) e Takashi Murakami il re della pop art giapponese.

I due hanno creato appositamente per il grande evento un video di quattro minuti che vede la partecipazione della celebre e bellissima attrice di Hollywood Kirsten Dunst, intenta a cantare una cover di Turning Japanese, pezzo della band The Vapors. Il titolo di questa buffa e coloratissima opera video è Akihabara Majokko Princess e Kirsten Dunst (famosa per la parte di Mary Jane Watson recitata in tutti i film dedicati a Spider-Man del regista Samuel Raimi) per l’occasione indossa una parrucca blu ed un vestitino che la rende simile a Sailor Moon.

Annual Art Awards, gli oscar dell’arte

Sarà il controverso artista Rob Pruitt il presentatore del First Annual Art Awards, manifestazione sponsorizzata da Calvin Klein che si terrà al Guggenheim Museum il prossimo 29 ottobre.

Pruitt da buon conoscitore del mondo glamour ha già stilato una lista di celebrità che saranno chiamate ad assegnare i prestigiosi premi, tra i nomi più altisonanti svettano quelli di Sofia Coppola, James Franco e Mary-Kate Olsen. Certo questa manifestazione ricorda molto da vicino una nota kermesse hollywoodiana e questo non è altro che l’ennesimo passo verso la totale spettacolarizzazione dell’arte.

I nuovi profilattici di David Beckham by Sam Taylor-Wood

 Forse non saranno i primi preservativi ad entrare nel mondo dell’arte contemporanea ma al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid l’arte contemporanea sarà usata per la prima volta per vendere profilattici. I condoms di cui parliamo saranno in vendita al bookshop del museo in pacchetti appositamente decorati con le opere della mostra Tears of Eros che aprirà le porte il prossimo 20 ottobre.

Tra i protagonisti destinati a comparire sulle scatole di preservativi c’è anche il noto calciatore e sex symbol David Beckham, immortalato come David dormiente  nell’opera video  di Sam Taylor-Wood, apparsa per la prima volta alla National Portrait Gallery di Londra. Anche  Nastassja Kinski fotografata da Richard Avendon potrebbe essere un’altra candidata per il packaging. Ma i vertici del museo hanno annunciato che sui pacchetti di preservativi potrebbero comparire anche opere di  Rodin, Rubens, Maillais e Bernini.

Milano e Roma rendono omaggio ad Edward Hopper

Per la prima volta, Milano e Roma rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967) il piu’ popolare e noto artista americano del XX secolo con una grande mostra antologica, senza precedenti in Italia, che comprende piu’ di 160 opere.

L’evento e’ promosso dal Comune di Milano – Cultura e dalla Fondazione Roma – a cui va riconosciuto l’impulso iniziale alla realizzazione del progetto – uniti per la prima volta in una partnership culturale, con Arthemisia, il Whitney Museum of American Art e la Fondation Hermitage di Losanna.

La rassegna si terrà a Palazzo Reale di Milano dal 15 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 e, subito dopo a Roma, presso la Fondazione Roma Museo, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010, ed e’ prodotta da Palazzo Reale, Fondazione Roma e Arthemisia che grazie agli elevati standard qualitativi delle proprie produzioni, riconosciuti in Italia e all’estero, e’ riuscita in un’operazione mai realizzata prima: portare a Milano e a Roma – e successivamente a Losanna per l’estate 2010 – la prima grande mostra italiana del maggior esponente del Realismo statunitense, il pittore che piu’ di ogni altro ha saputo rappresentare la vita quotidiana e la solitudine dell’uomo moderno.

Brooke Shields nuda al Tate Modern e Scotland Yard blocca la mostra

 Neanche il tempo di aprire i battenti e la mostra Pop Life: Art in a material world, in questi giorni in visione al Tate Modern di Londra ha già suscitato polemiche e scalpore. La pietra dello scandalo è un’opera fotografica che ritrae la nota e bellissima attrice Brooke Shields. Il particolare scottante è che la foto è stata scattata nel 1976 quando l’attrice aveva poco più di 10 anni, nell’opera la Shields appare nuda e pesantemente truccata, anche la posa è decisamente sensuale ed ammiccante.

Per di più la sala che doveva ospitare la foto in questione era già ricolma di immagini a sfondo sessuale e rappresentazioni di atti espliciti mescolate a pagine prese direttamente da riviste porno. L’installazione dal titolo Spiritual America è in realtà una nuova caduta di stile del solito Richard Prince, artista che ci ha già abituati a situazioni di questo genere.