personal effectsonsale, oggetti personali di un centinaio di artisti in vendita a 9,99 euro

L’artista è per definizione un “fanatico” della materia e un accumulatore di cose. Cose utili o soltanto divertenti, cose abbandonate, trovate, adottate. Oggetti comuni o straordinari. Cose che prima o poi serviranno per realizzare un’opera oppure resteranno semi-dimenticate in qualche angolo dello studio. Oggetti che, come ci insegna Jean Baudrillard, vengono ad assumere significati che vanno oltre la loro funzione e a fondare un sistema di segni.

personal effectsonsale è un progetto espositivo ideato da un collettivo di curatori, storici dell’arte, artisti, architetti ed esperti di comunicazione, in programma nei giorni della prossima edizione di Arte Fiera (26-30 gennaio 2012) presso lo storico Padiglione dell’Esprit Nouveau realizzato nel ‘77 su un progetto di Le Corbusier di fronte all’ingresso principale della Fiera di Bologna. Il format si allontana dalle dinamiche del mercato e dai canoni espositivi classici, attraverso la messa in scena non di opere d’arte ma di effetti personali di artisti, reperti biografici ed espressioni tangibili di individualità. Una scelta che attiva una interpretazione di tipo narrativo che permette al pubblico di entrare in diretto contatto e di indagare l’immaginario personale degli artisti.

John Latham e Lee Ufan alla Lisson Gallery Milano

La mostra John Latham / Lee Ufan che inaugura il 10 febbraio la Lisson Gallery di Milano presenta il lavoro di due artisti rivoluzionari, conosciuti per il loro rigore concettuale e teorico. Ognuno a suo modo, John Latham e Lee Ufan testimoniano la continua indagine rivolta alla comprensione dell’universo e delle leggi che lo dominano.

John Latham (Livingstone, Zambia, 1921-2006) – Gli spazi della galleria sono dedicati alla presentazione di lavori creati da John Latham nel corso di 40 anni, e che rivelano le profonde riflessioni dell’artista sulla tematica umana. Latham concepiva il proprio lavoro come un articolato e complesso sistema che trova, da una parte, espressione visiva nei book reliefs (dipinti che incorporano libri), negli assemblages, nei film e nelle performance e, dall’altra, forma teorica nelle riflessioni concettuali e negli scritti dell’artista.

The Eye of the Collector. Opere di Video Arte dalla Collezione Manuel De Santaren

Il potere travolgente del visivo che non ha bisogno di spiegazioni – i video della collezione Manuel de Santander vivono di questo. Sono la prova che i corpi e le immagini in movimento sono elementi essenziali di un linguaggio efficace per questo mezzo, che non ha bisogno di molto altro. Ma la cosa più difficile da raggiungere è la semplicità. La piccola selezione di video scelti per The Eye of the Collector presenterà una varietà di modi in cui le immagini in movimento prive di parlato sono in grado di generare divertimento o ammirazione, emozione, tenerezza o rifiuto, confusione o illuminazione.

La mostra al MAMbo – Villa delle Rose Bologna che si inaugura il 28 gennaio presenta undici video installazioni che si basano su performance prodotte non per un pubblico dal vivo, ma per l’occhio di una telecamera. Con l’eccezione dei lavori di McCallum e Tarry e di Isabel Rocamora, la posizione fissa della telecamera prevale, simulando il punto di vista di un osservatore non coinvolto, che mantiene una distanza costante degli eventi. Il corpo, la sua relazione con l’ambiente e l’interazione fisica con gli altri sono al centro di ogni video: dai tableaux vivant di Niklas Goldbach, William Lamson o Luigi Presicce, la performance di Maria José Arjona e Jesse Aron Green che si riferiscono all’arte concettuale e minimale, lavori correlati alla body art come “HAUTNA — T” di Chrischa Venus Oswald, ai video relativi alla danza di una coreografia d’altri tempi di McCallum e Tarry, Janaina Tschäpe o Isabel Rocamora, alle strane sculture viventi di Hans Op de Beek in “Stewarts have a party”.

Incontro con Boris Mikhailov a Palazzo Grassi

Mercoledì 25 gennaio 2012, ore 18 a Palazzo Grassi Silvia Burini, docente di Storia dell’arte moderna dell’Europa Orientale all’università Ca’ Foscari di Venezia, dialogherà con l’artista ucraino Boris Mikhailov (Kharkov, 1938) tra i protagonisti dell’esposizione “Il Mondo vi appartiene“ in corso sino al 21 febbraio 2012 a Palazzo Grassi.

Boris Mikhailov è nato nel 1938 a Kharkov, grande centro industriale dell’Ucraina. Dopo gli studi di Ingegneria, nel 1965 si è avvicinato alla fotografia – attività estremamente pericolosa, sorvegliata attentamente dal KGB. Il lavoro di Mikhailov presenta una visione più veritiera degli ultimi trent’anni di vita sovietica che hanno portato al collasso dell’URSS, in contrasto con la fotografia ufficiale che celebrava un proletariato idealizzato. Dopo aver selezionato fotografie in bianco e nero da album di famiglia trovati qua e là o aver fotografato personalmente i soggetti, Mikhailov applica i colori sui negativi delle immagini (definisce la serie Luriki come una serie di “Ritratti sovietici dipinti”), parodiando ironicamente il modo in cui la propaganda sovietica ravvivava artificialmente scene monotone e grigie.

URSULA MUMENTHALER – RICONQUISTA

Lo studio d’arte contemporanea Pino Casagrande di Roma inaugura il 26 gennaio per la prima volta nei suoi spazi l’artista svizzera Ursula Mumenthaler. In mostra una selezione di oltre 20 fotografie che testimoniano i diversi lavori sullo spazio risalenti alla metà degli anni novanta, fino alla recente serie berlinese “Eingezäunte Brachflächen in Berlin” del 2007.

Lo spazio e la luce sono le linee guida essenziali per entrare nei lavori di Ursula Mumenthaler che a partire da interventi pittorici all’interno di edifici industriali dismessi come fabbriche, garage, sanatori e hotels, traccia perimetri geometrici che risolve in campiture di colore monocrome, poi racchiuse in un’unica prospettiva fotografica, quella frontale dell’osservatore. Da luogo come spazio vissuto in prima persona, a luogo come habitat universale, l’artista sentirà poi il bisogno di allontanarsi dalla geometrizzazione della forma come pratica pittorica, per cercare la stessa nell’edificio in quanto architettura. Da qui la serie “Agra” presente in mostra, che rivela la simmetria della forma nel suo naturale stato di disfacimento edile.

ALTRA NATURA. PROPOSTE DALLA COLLEZIONE DEL MUSEO | Museo Pecci Milano

ALTRA NATURA è il ciclo espositivo incentrato sulla collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, che inaugura la presentazione di nuove proposte al Museo Pecci Milano mercoledì 25 gennaio 2012. La mostra, che resterà aperta fino al 20 febbraio 2012, esplora alcune ipotesi di Altra natura, elaborazioni artistiche intorno all’idea di natura e, allo stesso tempo, riflessioni sulla natura dell’arte per offrire al visitatore informazioni sui processi generativi, le manifestazioni ed esperienze fisiche e mentali dell’arte contemporanea. Le opere di nove artisti, incluso un progetto speciale di Luca Bolognesi in collaborazione con Lo schermo dell’arte Film Festival e due installazioni in situ di Massimo Uberti, sono riunite in un percorso inedito da vedere e da sentire.

Giardino fiorito_Michael Lin
Nell’installazione a pavimento creata per il Centro Pecci da Michael Lin (Floor Painting, 2010), il disegno floreale dipinto trasforma lo spazio espositivo in un accogliente luogo di benvenuto, un giardino che invita ad accomodarsi e farsi avvolgere nei suoi colori brillanti. Sulla tela dipinta (Pillow, 2008) Lin si appropria di motivi decorativi floreali dei tessuti tradizionali taiwanesi degli anni Cinquanta, che diventano la cifra stilistica della sua rappresentazione artistica. In occasione dell’esposizione delle opere sarà presentato il primo volume monografico italiano dedicato al lavoro di Michael Lin, pubblicato da Maretti editore, che documenta la mostra personale dell’artista a Prato (2010-2011).

ARIEL OROZCO – DETRÁS DEL CRISTAL

La seconda personale di Ariel Orozco che inaugura il 9 febbraio alla Federica Schiavo Gallery di Roma consiste in una riflessione essenziale e dinamica su alcune delle contraddizioni, anomalie e paradossi che caratterizzano la nostra esistenza quotidiana e la nostra realtà neoliberale. Confondendo i binari della abbondanza con quelli della scarsità, così come quelli della supremazia con quelli dell’impotenza, la mostra trasmette un senso di suspense proprio della precarietà, suscitando un effetto al contempo comico e inquietante.

Questioni di fragilità, di un lusso decaduto e di un’antica abbondanza, sono affrontate ironicamente in Untitled, una scatola di cioccolata i cui cioccolatini sono totalmente stati consumati, così come in Untitled, una bottiglia di champagne dal vetro così pieno di crepe che sarebbe davvero incauto usarla. Paradossi su carenza e abbondanza assumono un ulteriore significato in Untitled (Sed). L’opera consiste in un’installazione di grandi dimensioni composta da mille bicchieri di vetro colmi di sabbia e disposti sul pavimento della prima stanza a comporre tante pozzanghere. In questo caso, la totale assenza di acqua è controbilanciata dall’abbondanza di qualcos’altro, inutile ma attraente: la sabbia. Allo stesso modo, la vicina Untitled (Problema) complica e semplifica le cose.

Festival delle Scienze 2012 all’Auditorium Parco della Musica

In occasione della settima edizione del Festival delle Scienze ampio spazio sarà dedicato a mostre, installazioni, performance, video ed exhibit che affronteranno il concetto di tempo pervasivo e parte integrante della nostra realtà. Il festival ha inaugurato il 19 gennaio e durerà fino al 22 gennaio e si tiene all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

PERFORMANCE

Erik Satie – Vexations – Spazio Risonanze – No stop da sabato 21 ore 18.00 a domenica 22 ore 18.00 – Ingresso libero

Vexations, di Erik Satie, (1893) è una delle più straordinarie composizioni del musicista francese, non tanto dal punto di vista musicale, quanto per la performance che la sua esecuzione richiede: 35 battute ripetute sempre di continuo, da un alternarsi di centinaia di pianisti, tutto dal vivo e per la durata di un giorno. Una sorta di meditazione temporale senza eventi.

Gustav Klimt allo Spazio Oberdan di Milano

Si tiene a Milano, presso lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano, in Viale Vittorio Veneto 2, dal 4 febbraio al 6 maggio 2012 la mostra Gustav Klimt. Disegni intorno al fregio di Beethoven promossa dalla Provincia di Milano, prodotta e organizzata da Alef cultural project management. La mostra è a cura di Annette Vogel, per la sezioni disegni, di Lorenza Tonani, per la sezione sulla grafica secessionista, di Maria Porro, per la riproduzione scenografica del Fregio di Beethoven.

Klimt, rappresentante autorevole della Secessione e artista di straordinaria rilevanza nella storia dell’arte moderna, avrebbe festeggiato nel 2012 il suo 150° compleanno. In occasione di questa particolare ricorrenza una serie di importanti eventi internazionali celebrano la figura e l’opera del Maestro austriaco. Vienna, città in cui Klimt ha trascorso gran parte della sua esistenza, ospita, nelle sue sedi espositive più prestigiose, numerose mostre di grande levatura. Altre città europee da Parigi a Barcellona, da Berlino a Londra, accolgono speciali e interessanti workshop per indagare e scoprire le opere del grande artista.

Bianco e Valente – Costellazioni di me

La galleria Fabio Tiboni / SPONDA inaugura il 29 gennaio la mostra Costellazioni di me del duo artistico Bianco-Valente, già attivi sul territorio bolognese nel 2007 con un’installazione ambientale al Museo di Palazzo Poggi. Il lavoro di Bianco-Valente è da sempre incentrato sui concetti di percezione e relazione: in questa occasione viene proposta un’installazione ambientale che fornirà il pretesto per l’incontro e lo scambio delle energie potenziali tra lo spettatore e il luogo, tra le persone e le cose.

Bianco-Valente avvolgeranno le pareti e il soffitto della galleria in una rete relazionale disegnata trascrivendo le parole dei saggi e delle lettere con cui gli astronomi, nei secoli passati, hanno via via descritto le proprie osservazioni e le proprie visioni, volte a definire i corpi celesti e le leggi che li tengono in relazione. Pochi sanno che fu proprio a Bologna che Copernico cominciò, grazie all’incontro e alla collaborazione con l’astronomo ferrarese Domenico Maria Novara, ad approfondire i suoi studi astronomici e a fare le prime osservazioni, che lo portarono dopo circa 20 anni a formulare la sua teoria eliocentrica che, riprendendo gli studi dei pitagorici e alcune intuizioni del suo mentore bolognese, rimetteva il Sole al centro dell’universo allora conosciuto.

Terza edizione a Villa Medici del Festival Controtempo

La terza edizione del Festival Controtempo dell’Accademia di Francia a Roma, dal 24 al 28 gennaio 2012, si iscrive in con­tinuità con le due precedenti, e scandisce così un ciclo di tre edizioni accomunate ad evidenziare i legami mantenuti dai compositori francesi e quelli italiani. La prima edizione si è concentrata su una corrente nata nel 1970, la corrente “spet­trale”. La seconda ha sottolineato un atteggiamento, quello della “radicalità”. L’edizione 2012 vuole onorare invece un compositore, Fausto Romitelli (1963-2004). Romitelli ha radicalizzato la scrittura spettrale (armonie timbriche, logica della metamorfosi, lo sviluppo delle onde), metten­dola in contatto con le espressioni allucinate e violente del rock psichedelico. La sua arte, intrisa di una profonda ori­ginalità, rompe con “l’accademismo moderno”, che tanto ama prendere in giro.

Sotto la direzione artistica del compositore Yann Robin, Controtempo presenterà l’Ensemble intercontemporain, Garth Knox, l’Ensemble l’Itinéraire, l’Ensemble Multi-latérale e il PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble. La parte elettronica di ogni concerto sarà rea­lizzata dallo GMEM Centre National de Création Musicale de Marseille. I concerti di questa terza edizione si terranno presso Università La Sapienza – Sala Aula Magna, presso l’Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio, e negli spazi del Grand Salon dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.

Marcel Broodthaers – L’espace de l’écriture



Dal 26 gennaio al 6 maggio 2012 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è lieto di presentare Marcel Broodthaers. L’espace de l’écriture, la prima retrospettiva completa in Italia dedicata all’artista belga, a cura di Gloria Moure. Marcel Broodthaers è una delle figure più rivoluzionarie ed influenti nell’arte del Novecento, ancora oggi imprescindibile per comprendere lo sviluppo delle ricerche artistiche e teoriche degli ultimi decenni. La sua critica costruttiva e ironica verso il sistema dell’arte come specifico sistema ideologico e il ruolo politico dell’artista nella società ha posto questioni sempre più centrali nel dibattito critico internazionale, rivelando l’attualità stringente delle sue sperimentazioni tese ad esplorare e ridefinire il significato della creazione artistica.

Dal 1976, anno della sua morte, alcune sue esposizioni si sono susseguite nelle più importanti istituzioni museali internazioni come la Tate Modern di Londra, il Walker Art Center di Minneapolis, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofià di Madrid e il Jeu de Paume di Parigi, mentre recentemente l’importanza della sua opera è stata testimoniata dall’apertura di una sala specificamente dedicata dal Museum of Modern Art di New York. La mostra con cui il MAMbo rende omaggio al genio di Marcel Broodthaers valorizza nella sua complessità e nella sua estensione un percorso artistico sviluppatosi nel corso di una straordinaria carriera durata soli 12 anni dal 1964 al 1976. L’espace de l’écriture introduce per la prima volta al pubblico italiano un’ampia selezione di circa cinquanta lavori provenienti da prestigiosi istituzioni internazionali, tra cui l’Hamburger Bahnhof Museum di Berlino, lo SMAK di Gand e il MACBA Museo di Arte Contemporanea di Barcellona, che documentano i temi principali della poetica dell’artista: il rapporto tra arte e linguaggio, lo status dell’opera d’arte, la critica del museo come dispositivo e idea.

Ludo – Nature’s Revenge

Wunderkammern presenta per la prima volta in Italia il giovane urban artist Ludo: una natura bellissima e minacciosa sfida l’uomo dai muri della città. In mostra a Roma dal 21 Gennaio a Wunderkammern e per la prima volta in Italia, Ludo è un giovane artista francese tra i protagonisti più innovativi e promettenti nel panorama dell’urban art.
Interviene nelle più grandi città del mondo (Parigi, Londra, Zurigo, Oslo, New York, Los Angeles, Chicago) con opere surreali e spiazzanti perfettamente integrate nel contesto in cui le posiziona. Le creature di Ludo nascono da rassicuranti scale di grigi unite al verde acido colato sulla carta e lanciano un messaggio di umiltà per la società contemporanea. Eleganti e vendicative, le creazioni dell’artista appartengono alle serie Nature’s Revenge e Bugs: piante e insetti disegnati con precisione botanica che si sono evoluti in ibridi meccanici, chimici e tecnologici al fine di difendersi dalle aggressioni umane.

Nam June Paik – Oltre lo schermo

Nelumbo – Asian Fine Arts, la prima galleria d’arte asiatica di Bologna, ospiterà in occasione di ArteFiera OFF 2012, la serie SONATE, composta da tre litografie monocrome dell’artista coreano Nam June Paik (1932-2006). La galleria, specializzata in oggetti d’arte e d’antiquariato dei paesi asiatici, con particolare interesse per l’India, la Cina e il Giappone, da giovedì 19 gennaio a sabato 25 febbraio 2012 aprirà le sue porte ad uno dei maggiori artisti coreani contemporanei, esponente di Fluxus, movimento Neo-Dada ispirato alla varietà sonora delle composizioni musicali di John Cage, che Paik conobbe in Germania, a Monaco, dove frequentò l’Università. Attraverso le sue opere Paik, considerato l’inventore della videoart, esplora il rapporto tra arte e elettronica, elevando l’a pparecchio televisivo, uno tra i principali mezzi di comunicazione di massa, a soggetto artistico.

La serie SONATE figurerà accanto ad oggetti d’arte indiani e giapponesi, tra cui opere pittoriche che spaziano dalle suadenti atmosfere delle corti dei maharaja, come una pregiata miniatura della metà del XVIII secolo raffigurante una Gunakali Ragini secondo lo stile di Amber (Rajasthan), alle impenetrabili geometrie di uno yantra Jaina, tra i più propizi (Siddha Chakra Mahayantra) del XV secolo circa.