Tobias Rehberger vuole Roger Federer e Rafael Nadal per un “match” a Londra

L’arte contemporanea è solo un gioco? Decisamente no, ma potrebbe diventare uno sport. Per l’artista tedesco Tobias Rehberger ad esempio, l’arte è un bel campo da tennis. Strano a dirsi ma è proprio così, visto che l’artista ha deciso di installare un campo da gioco regolamentare a Londra, in quel di Hyde Park. L’installazione sarà inaugurata la prossima estate, in concomitanza con i giochi olimpici di Londra 2012. Il campo da tennis sarà completamente funzionale e saranno invitate stars come Roger Federer e Rafael Nadal per giocare alcuni match.

Raggiunto dai microfoni della stampa internazionale, Tobias Rehberger ha così motivato la sua scelta creativa: “E’ importante che un’opera posta all’esterno, come quella che ho intenzione di fare, sia accessibile al pubblico, ma non voglio che sia più democratica di altre opere visto che chiunque può recarsi ad osservare un’opera situata all’interno di un museo o di una galleria o qualunque altro spazio interno. E poi mi interessano le situazioni, in particolare mi piacciono le situazioni difficili”.

YBA 2.0? non sempre l’arte si può programmare

 I fasti della Young British Artists generation sono passati ormai da un bel pezzo. L’anello di congiunzione che ha decretato il successo di gente come Tracey Emin, Damien Hirst, Steve McQueen, Chris Ofili, Marc Quinn e Jenny Saville si è irrimediabilmente spezzato ed a nulla sono valsi i tentativi di Charles Saatchi di ricomporre i frammenti dell’incantesimo. Eppure il buon Saatchi aveva organizzato nel 2010 la mostra Newspeak:British Art Now, con la speranza di sfornare altri artisti in grado di bissare quanto fatto dagli eroi di Sensation.

Ma le galline delle uova d’oro hanno chiuso i battenti con l’avvento della crisi economica e con lo scoppio della bolla speculativa dell’arte contemporanea innescata dalle vendite in fantastilioni di paperdollari di Damien Hirst. Proprio il buon Hirst ha chiuso un’epoca, aprendone un’altra ben più oscura con la faraonica serie di mostre in tutte le gallerie Gagosian del Mondo. Difficile quindi ripetere il miracolo della YBA e forse gli artisti britannici di nuova generazione non hanno nemmeno voglia di calcare le orme dei loro illustri predecessori.

Kusama per Vuitton, Leonardo per Gherardini

Il mondo della moda e quello dell’arte contemporanea hanno da diverso tempo avviato una proficua relazione professionale. Molti personaggi dell’artworld, da Nan Goldin ad Ai Weiwei hanno collaborato a shooting fotografici per importanti brands o magazines, mentre il buon Takashi Murakami ha addirittura creato una linea di borse per Louis Vuitton. Proprio questa prestigiosa casa di moda ha ultimamente deciso di bissare il successo ottenuto con Murakami ed ha affidato al direttore creativo Marc Jacobs il compito di portare in casa Vuitton l’ennesimo artista artefice di un sicuro successo.

Jacobs è andato sul sicuro, scegliendo un’altra star del new pop giapponese autrice di intricate e coloratissime patterns polka-dot. Stiamo ovviamente parlando della signora Yayoi Kusama, combattiva artista della scuderia Gagosian che ha già disegnato assieme a Jacobs una serie di accessori moda come scarpe orologi ed altra gioielleria. Inoltre l’artista eseguirà installazioni site-specific per gli stores griffati Vuitton a partire dai primi giorni di luglio 2012. E’ questo l’anno di grazia per Yayoi Kusama, il 9 gennaio si è infatti chiusa la sua retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi che si sposterà dal 9 febbraio al 5 giugno alla Tate Modern di Londra e successivamente al Whitney Museum di New York dove rimarrà in visione dal 12 luglio al 30 settembre.

Colette accusa: “Lady Gaga mi ha copiato”

Era da tempo che non parlavamo della nostra eroina Lady Gaga e molti di voi avranno pensato di essersene finalmente liberati. Ebbene, non è così perché le avventure della bizzarra icona del pop alle prese con l’arte contemporanea sono lungi dall’essere terminate. Come ben ricorderete la nostra prezzemolina era stata assoldata dal presitigioso luxury brand Barneys per realizzare una nuova gamma di prodotti ad edizione limitata ed un’installazione ubicata nel mitico 5 piano di Madison Avenue a New York, quello con le finestrone immortalate da decine di pellicole cinematografiche, per intenderci. Inutile aggiungere che le deboli capacità creative della nostra eroina devono per forza di cosa esser coadiuvate da una qualche sorta di scopiazzatura, altrimenti le velleità all’interno della scena del contemporaneo si tramuterebbero in una chimera.

Oltre ad aver copiato un’opera di Jana Sterbak per il suo ormai famigerato vestito di carne, Lady Gaga ha attinto a piene mani anche dai costumi di Leigh Bowery, dalle creazioni di Jean Paul Gaultier e dai cappelli di Isabella Blow. Per Barneys, Gaga ha deciso di scopiazzare da Colette,  artista multimediale newyorchese che nel corso della sua carriera ha esposto al Guggenheim ed al MOCA di Los Angeles. Colette è molto conosciuta negli ambienti underground di New York, il suo lungo cammino è infatti iniziato con la street art per proseguire in seguito con pittura, fotografia ed installazioni.

I Voina incendiano un automezzo della polizia e sconfinano nel teppismo

Ormai il collettivo Voina ci ha abituati ad azione artistiche spettacolari ad alto tasso rivoluzionario. Come ben ricorderete Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov (i due membri fondatori del gruppo/movimento) hanno avuto grosse grane con il governo che fino a pochi mesi or sono li aveva confinati in gattabuia e, stando a quanto affermato da Nikolaev, persino seviziati. Certo è che i Voina non sono quel che si suol dire un gruppo di collegiali. Basti pensare a quando hanno tirato dei gatti vivi addosso a dei lavoratori del McDonald’s o quando hanno dato il via ad una vera e propria orgia all’interno di un museo statale o meglio ancora quando hanno rubato un pollo al supermercato per poi nasconderlo dentro la vagina dei un membro del gruppo.

Tra le loro azioni memorabili va inoltre ricordato il pene gigantesco disegnato sul ponte levatoio di fronte al palazzo del KGB, opera meglio nota come Dick FSB Captivity. Ebbene, venendo ai giorni nostri, proprio durante la vigilia di capodanno il collettivo ha portato a termine un ulteriore attacco fuori dal comune. Alcuni membri dei Voina hanno infatti assaltato un veicolo blindato della polizia, lanciando alcune bombe Molotov.

Urs Fischer a Palazzo Grassi

La mostra di Urs Fischer inaugura una serie di esposizioni monografiche dedicate ai più importanti artisti contemporanei che saranno presentate dal 15 aprile a Palazzo Grassi in alternanza e complementarietà con le mostre tematiche della collezione.

Ideata dall’artista stesso e da Caroline Bourgeois espressamente per gli spazi di Palazzo Grassi, la mostra raccoglierà una trentina di opere dell’artista e comprenderà lavori provenienti da collezioni internazionali, realizzati dall’artista a partire dagli anni ’90 sino a oggi, e alcune nuove produzioni. L’esposizione si articolerà negli spazi dell’atrio di Palazzo Grassi e lungo tutto il primo piano, mentre al secondo piano proseguirà la presentazione di opere della François Pinault Foundation. La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione curata dall’artista e da un programma di film da lui selezionati.

Ma tu il rosso lo vedi rosso? Lio Yeung ci spiega il fenomeno della sinestesia

Cosa vedono le farfalle? E gli altri insetti? E le altre persone percepiscono i colori nella stessa maniera in cui li percepiamo noi? Queste banali ma al tempo stesso intriganti domande le abbiamo formulate tutti noi, almeno una volta nel corso della nostra vita. Ebbene il quesito sulla percezione di oggetti e forme è alla base della nuova ricerca di Lio Yeung, artista e designer che ha da poco inaugurato la sua mostra personale dal titolo A is Green, R is Red, alla Libraire Galerie di Hong Kong.

All’interno della mostra, Yeung gioca sulle differenti opportunità della visione, ispirandosi al fenomeno della sinestesia. Con il termine “sinestesia” si fa riferimento a quelle situazioni in cui una stimolazione esterna (uditiva, olfattiva ecc. ecc.) è percepita come due eventi sensoriali distinti ma allo stesso tempo conviventi. Nella sua forma più comune la sinestesia è presente in molti individui, basti pensare alle situazioni dove un odore o un sapore evoca un ricordo o quanto altro.

Ai Weiwei, persona dell’anno e star di un documentario

Era da un bel pezzo che non avevamo notizie di Ai Weiwei e sinceramente ci stavamo proprio preoccupando. Da oggi però le nostre paure sono svanite visto che alcune buone nuove ci parlano di un Weiwei produttivo e soprattutto in ottima salute. Tanto per cominciare il nostro coraggioso eroe è stato menzionato dal TIME magazine come secondo classificato nella prestigiosa classifica Person of The Year per il 2011. Come ben saprete tale alloro viene assegnato annualmente dal celebre settimanale di attualità. Negli anni è stato assegnato a uomini, donne, coppie, gruppi di persone, idee, luoghi o macchinari che nel bene o nel male, hanno influito sugli eventi dell’anno.

Weiwei si è aggiudicato il secondo podio per il suo ruolo di “dissidente” dell’arte contemporanea che gli ha fatto rimediare 81 giorni di brutale prigionia nel 2011. Non a caso la persona dell’anno del TIME  è il Protestatore, figura simbolica che riunisce i numerosi tumulti sociali che si sono avvicendati nel corso di questo lungo 2011 in tutto il globo terracqueo. Ma l’insigne onorificenza non è l’unica notizia riguardante il nostro Ai. L’artista è infatti il protagonista assoluto di Ai Weiwei: Never Sorry, vale a dire il primo lungometraggio sul nostro camaleontico amico.

Abbracciarsi con uno sconosciuto? è possibile con la performance dei Gao Brothers

Il 28 gennaio tutti a Piazza del Popolo a Roma, appuntamento alle ore 14:oo per partecipare alla performance collettiva THE UTOPIA OF HUGGING FOR 20 MINUTES dei Gao Brothers organizzata in occasione della mostra (Un) Forbidden City che inaugurerà il prossimo 24 gennaio presso gli spazi del MACRO Testaccio.

La performance  “The Utopia of Hugging for 20 Minutes” dei Gao Brothers comincia nel 2000 sulla spiaggia di Jinan, in Cina, un luogo desertico dove i fratelli riuniscono un centinaio di sconosciuti ed amici nell’atto di abbracciarsi per 15 minuti. In seguito, spostandosi in vari luoghi del pianeta, la serie, si sviluppa assumendo progressivamente la forma di un tableau vivant, di un diario intimo di incontri collettivi dove lo scambio di un gesto naturale come un abbraccio diventa improvvisamente artificiale quando scambiato con uno sconosciuto.  

Intervista a James Gallagher

In occasione di Prolonging the ecstacy, prima personale italiana presso la CO2 contemporary art di Roma dell’artista americano James Gallagher, abbiamo preparato un’intervista. James lavora attraverso la tecnica del collage per investigare sulla forma e sull’identità. Attraverso il recupero di immagini di scarto e vecchi manuali di sesso anni ‘60 l’artista ripropone un immaginario personale e provocante che riflette sul mondo circostante.

 

Kaarina Kaikkonen – Are We Still Going On?

Pensata per la ex fabbrica di abbigliamento Max Mara, ora sede della Collezione Maramotti, la grande installazione Are We Still Going On? di Kaarina Kaikkonen segue e accompagna la struttura compositiva dell’edificio, esempio peculiare di architettura brutalista e organicista degli anni Cinquanta. Il vecchio ingresso alla fabbrica − in cui è stata realizzata l’opera − è idealmente diviso in due aree; le catene orizzontali in cemento armato che collegano i pilastri non solo conferiscono un ritmo architettonico allo spazio, ma divengono parte del lavoro dell’artista.

L’installazione si compone di due strutture simmetriche che evocano lo scheletro di una grande barca. La semplice carena è sezionata in due parti che si sviluppano dal soffitto fino a tangere il pavimento, con un medesimo ritmo compositivo semicircolare realizzato con abiti annodati tra loro. Per la scelta dei colori che delineano le due strutture complementari, gli abiti suggeriscono un dialogo simbolico tra il maschile e il femminile: chiari da un lato, dai toni più freddi dall’altro. Dal tutto emana una combinazione coloristica di armonica bellezza.

D’APRÈS GIORGIO, un progetto alla Casa-museo di Giorgio de Chirico

Venerdì 27 gennaio inaugura a Roma presso la Casa-museo Giorgio de Chirico il progetto espositivo D’après Giorgio, ideato e curato da Luca Lo Pinto, che prevede gli interventi di diversi artisti italiani e stranieri di livello internazionale, invitati a dialogare con le opere, gli oggetti e l’architettura della Casa-museo de Chirico.

La mostra si articola nell’arco di un anno e coinvolge artisti volutamente eterogenei fra loro per generazione, poetica e ricerca stilistica: Alek O, Darren Bader, Nina Beier, Carola Bonfili, Benny Chirco, Giulio Frigo, Martino Gamper, Paul Armand Gette, Mino Maccari, Tobias Madison & Kaspar Müller, Marcello Maloberti, Carlo Mollino, Momus, Olaf Nicolai, Henrik Olesen, Luigi Ontani, Nicola Pecoraro, Emilio Prini, Dan Rees, Izet Sheshivari, Alexandre Singh, John Stezaker, Luca Trevisani, Luca Vitone e Raphäel Zarka e altri a venire. I lavori esposti – installazioni, dipinti, disegni, sculture, fotografie – sono realizzati appositamente per i suggestivi spazi della casa in cui de Chirico abitò negli ultimi trent’anni della sua vita, sviluppata sui tre piani superiori del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni in Piazza di Spagna, nel cuore di quello che fu considerato il centro culturale e artistico della città fin dal XVII secolo.

Postcard from… Damien Hirst – Nucleohistone

La Fondazione Pastificio Cerere inizia il programma del 2012 con il primo appuntamento della seconda edizione di Postcard from…, il progetto ideato e curato da Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione, volto a diffondere l’arte contemporanea nel contesto urbano. Il poster, dal titolo Nucleohistone, è realizzato dall’artista inglese Damien Hirst e viene presentato nel cortile della Fondazione Pastificio Cerere venerdì 13 gennaio, dalle 18.30 alle 21.30.

L’iniziativa, realizzata in collaborazione con A.P.A. – Agenzia Pubblicità Affissioni, prevede ogni anno il coinvolgimento di quattro artisti invitati a ideare un manifesto di dimensioni 400×300 cm, la dimensione in uso nella cartellonistica pubblicitaria. Il poster, oltre ad essere affisso su una struttura installata nel cortile del Pastificio Cerere, è esposto per i due mesi successivi in dieci impianti di Roma gestiti da A.P.A. – con il turnover di quattordici giorni tipico delle affissioni pubblicitarie – il cui elenco viene aggiornato sul sito internet della Fondazione www.pastificiocerere.it. Il manifesto di Damien Hirst sarà visibile fino al 10 marzo 2011 e per tutto il periodo sarà eccezionalmente installato anche nella hall del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma.

DA 0 A 100. LE NUOVE ETÀ DELLA VITA

ARTE E SCIENZA IN PIAZZA™ – manifestazione di diffusione della cultura scientifica organizzata dalla Fondazione Marino Golinelli in collaborazione con il Comune di Bologna – quest’anno presenta, in partnership con La Triennale di Milano, “Da 0 a 100, le nuove età della vita”, a cura di Giovanni Carrada e Cristiana Perrella. Prodotta da Fondazione Marino Golinelli in partnership con La Triennale di Milano, la mostra sarà ospitata a Bologna a Palazzo Re Enzo dal 2 al 12 febbraio e successivamente a Milano in Triennale Bovisa dal 23 febbraio al 28 marzo.

“Da 0 a 100, le nuove età della vita” è una mostra d’arte contemporanea e di scienza per capire come e perché il nostro corpo e la nostra mente sono molto diversi da quelli delle generazioni precedenti, e come svilupparne meglio le potenzialità. Nel corso dell’ultimo secolo infatti la condizione umana è cambiata come mai era avvenuto prima: la nostra costituzione genetica è rimasta la stessa, ma un ambiente trasformato dalla tecnologia ne ha fatto emergere uomini e donne diversi. Non ce ne siamo accorti perché il cambiamento è stato graduale, ma siamo diventati più alti, più, forti e persino più intelligenti. In media naturalmente. E poiché viviamo il doppio rispetto a prima, abbiamo avuto in regalo per così dire una vita in più.