
La Biennale di Venezia 2011 certamente verrà ricordata per le sue defaiances, ma è opportuno sottolineare che non tutto merita di finire nel tritacarne della critica e del gossip. E’ il caso del padiglione svizzero e più in particolare del lavoro di Thomas Hirschhorn, Crystal of Resistence. Hirschhorn non è certo una novità nell’ambito del panorama artistico contemporaneo, ma è sicuramente una di quelle glorie che merita di essere citata ogni volta.
Per l’occasione, ma forse non è propriamente giusto definirla un’esperienza occasionale data la sua natura transitoria, Hirschhorn allestisce negli spazi del padiglione svizzero una sorta di microcosmo caotico e instabile, fatto di elementi precari, tenuti assieme con semplice nastro adesivo, mettendone in evidenza la natura fittizia e caduca. Si tratta di oggetti di ogni sorta, appartenenti all’universo concreto e mondano, vi appaiono manichini laceri, rotocalchi, sedie di plastica, fotografie, il tutto tenuto insieme dal nastro da imballaggio e dalla pellicola in alluminio; quasi a voler, attraverso questi semplici accorgimenti, elevare questo materiale a qualcosa di più prezioso e trascendente.










